Sunao Sonoda

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Sunao Sonoda
Sonoda all'aeroporto di Amsterdam, 31 luglio 1979

Ministro della salute e del benessere
Durata mandato25 novembre 1967 –
30 novembre 1968
Capo del governoEisaku Satō
PredecessoreHideo Bō
SuccessoreNoboru Saitō

Durata mandato19 settembre 1980 –
18 maggio 1981
Capo del governoZenkō Suzuki
PredecessoreKunikichi Saitō
SuccessoreTatsuo Murayama

Capo della segreteria di Gabinetto
Durata mandato24 dicembre 1976 –
28 novembre 1977
Capo del governoTakeo Fukuda
PredecessoreIchitarō Ide
SuccessoreShintarō Abe

Ministro degli affari esteri
Durata mandato28 novembre 1977 –
9 novembre 1979
Capo del governoTakeo Fukuda
Masayoshi Ōhira
PredecessoreIichirō Hatoyama
SuccessoreSaburō Ōkita

Durata mandato18 maggio 1981 –
30 novembre 1981
Capo del governoZenkō Suzuki
PredecessoreMasayoshi Itō
SuccessoreYoshio Sakurauchi

Dati generali
Partito politicoPartito Liberal Democratico
Sunao Sonoda
NascitaPrefettura di Kumamoto, 11 dicembre 1913
Morte2 aprile 1984
Cause della morteInsufficienza renale
Dati militari
Paese servitoBandiera del Giappone Impero giapponese
Forza armata Esercito imperiale giapponese
Anni di servizio1938 - 1945
GradoCapitano
GuerreSeconda guerra sino-giapponese
Seconda guerra mondiale
Fonti citate nel corpo del testo
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Sunao Sonoda (園田 直?, Sonoda Sunao; Prefettura di Kumamoto, 11 dicembre 1913Tokyo, 2 aprile 1984) è stato un militare e politico giapponese, che ha ricoperto le cariche di Ministro della salute e del benessere, Capo della segreteria di Gabinetto e Ministro degli affari esteri del Giappone.

Era soprannominato "Ministro degli esteri volante", per la sua intensa attività diplomatica volta ad accrescere il ruolo internazionale del paese durante i suoi mandati.[1] È stata una figura molto significativa per la normalizzazione dei rapporti tra il Giappone e la Cina.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Nato l'11 aprile 1913 nella prefettura di Kumamoto, nel 1938 fu arruolato nell'Esercito imperiale giapponese, che servì sia nella Seconda guerra sino-giapponese che nella seconda guerra mondiale, durante le quali si distinse per la sua leadership e per le sue abilità da paracadutista.

Verso la fine del secondo conflitto mondiale venne selezionato per prendere parte ad una missione aerea suicida contro alcuni B-29 americani, sull'isola di Saipan. La missione, programmata per il 20 agosto 1945, non si svolse data l'imminente resa dei nipponici.[1][3] Nonostante la carriera militare, i trascorsi in guerra alimentarono in lui idee pacifiste, per le quali si adopererà negli anni del suo impegno politico.

Impegno politico[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1946 venne eletto a capo del suo villaggio, mentre l'anno successivo, nel 1947, entrò a far parte Camera dei rappresentanti per la prefettura di Kumamoto.[4]

Inizialmente membro del vecchio Partito Democratico Giapponese (日本民主党?, Nihon Minshutō), quando questo si fuse con il Partito Liberale (自由党?, Jiyutō) Sonoda entrò a far parte del neonato Partito Liberal Democratico (LDP). Nel 1955 fu viceministro degli esteri adoperandosi attivamente per riallacciare i rapporti tra il Giappone e l'URSS.[3] Nel 1960 lasciò l'LDP, dopo aver sollevato obiezioni sul trattato di mutua sicurezza sottoscritto con gli USA.[3]

Dopo essere tornato tra le file dell'LDP ricoprì la carica di vicepresidente della camera bassa, per due mandati, dal 20 dicembre 1965 al 25 novembre 1967.[5][6] In seguito fu Ministro per la salute ed il benessere per due volte, la prima tra il 1967 ed il 1968, la seconda nel 1981. Durante la presidenza di Takeo Fukuda ricoprì la carica di Capo della segreteria di Gabinetto.

All'interno dell'LDP, inizialmente, Sonoda si schierò contro la fazione di Yasuhiro Nakasone[7], nel 1972 supportò Fukuda[7][8], ma successivamente lo lasciò per schierarsi con Masayoshi Ōhira.[9]

Ministro degli affari esteri[modifica | modifica wikitesto]

Sonoda fu Ministro degli esteri per tre mandati, di cui due consecutivi. La prima dal 1977 al 1978, con a capo del governo Takeo Fukuda, mentre la seconda dal 1978 al 1979 con Masayoshi Ōhira. Il terzo mandato fu con Zenkō Suzuki tra il 17 maggio ed il 30 novembre 1981.[10]

Nel 1978 rappresentò il paese alla cerimonia per la firma del trattato di pace e amicizia con la Cina, un documento fondamentale per la ripresa dei rapporti tra le due nazioni. Durante il secondo mandato avviò contatti con i paesi africani, visitandone cinque nel luglio 1979: Tanzania, Nigeria, Kenya, Costa d'Avorio e Senegal.[11]

Il 17 maggio 1981, venne chiamato nuovamente a ricoprire la carica dal Primo ministro Suzuki, in seguito alle inaspettate dimissioni di Masayoshi Itō.[12][13] Durante questo periodo la sua politica diplomatica fu omnidirezionale, infatti al contrario dei suoi predecessori rilasciò anche visti d'ingresso anche a delegazioni sovietiche.[13]

Nonostante ciò venne rimosso dal suo incarico nel novembre 1981, a causa delle sue spietate dichiarazioni rilasciate contro le politiche statunitensi ed altre che avrebbero potuto pregiudicare i rapporti con la Corea del Sud.[14][15]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Sunao Sonoda si sposò due volte. La seconda moglie, Tenkoko Sonoda, sposata dopo la seconda guerra mondiale,[16][17] fu membro della Dieta nazionale del Giappone[17], e gli diede due figli.

Hiroyuki Sonoda, il figlio avuto dalla prima moglie, è stato anch'esso membro della Dieta, per la prefettura di Kumamoto, militando tra le file del Partito per le Generazioni Future.[4]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Sonoda morì il 2 aprile 1984, dopo essere stato ricoverato all'ospedale dell'Università Keio per una grave insufficienza renale.[10]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze giapponesi[modifica | modifica wikitesto]

Gran Cordone dell'Ordine del Crisantemo - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Gran Croce dell'Ordine Nazionale del Condor delle Ande (Bolivia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine di Bernardo O'Higgins (Cile) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Former Japanese minister Sonoda, in The Montreal Gazette, 3 aprile 1984. URL consultato il 2 gennaio 2013.
  2. ^ Louis Frédéric e Käthe Roth, Japan Encyclopedia, Harvard University Press, 2002, p. 902, ISBN 978-0-674-01753-5. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  3. ^ a b c Sonoda, Sunao, su rulers.org, Rulers. URL consultato il 9 gennaio 2013.
  4. ^ a b Family Connections Growing in Importance in Japanese Politics, su articles.latimes.com, Los Angeles Times. URL consultato il 9 gennaio 2013.
  5. ^ Kanako Tahara, Secret funds have oiled wheels for decades, in The Japan Times, 25 maggio 2002. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  6. ^ The National Diet of Japan (PDF), su Secretariat of the House of Representatives. URL consultato il 14 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2013).
  7. ^ a b Junnosuke Masumi, Contemporary Politics in Japan, University of California Press, 1995, p. 214, ISBN 978-0-520-05854-5. URL consultato l'8 gennaio 2015.
  8. ^ John Slee, New Japanese PM takes over, in The Sydney Morning Herald, Tokyo, 8 dicembre 1978. URL consultato il 31 maggio 2013.
  9. ^ Donald W. Klein, Japan 1978: The Consensus Continues, in Asian Survey, vol. 19, n. 1, gennaio 1979, pp. 30-40, DOI:10.1525/as.1979.19.1.01p0004i, JSTOR 2643652.
  10. ^ a b Ex-Japanese Foreign Minister Sunao Sonoda, in Daytona Beach Sunday News-Journal, 2 aprile 1984. URL consultato il 2 gennaio 2013.
  11. ^ Jun Morikawa, Japan and Africa: Big Business and Diplomacy, Hurst, 1997, p. 83, ISBN 978-1-85065-141-3. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  12. ^ Henry Scott Stokes, Japan replaces foreign minister in rift over U.S., in The New York Times, 17 maggio 1981, p. 1.
  13. ^ a b Hiroshi Kimura, Distant Neighbours: Japanese-Russian relations under Brezhnev and Andropov, M.E. Sharpe, 2000, p. 228, ISBN 978-0-7656-0585-6. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  14. ^ Japan's cabinet shuffled, in Spokane Daily Chronicle, Tokyo, UPI, 30 novembre 1981. URL consultato il 1º gennaio 2013.
  15. ^ Geoffrey Murray, Japanese Cabinet shaken up to tackle big problems, in The Christian Science Monitor, 1º dicembre 1981. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  16. ^ Sayuri Daimon, A long life of peace that sprung from war, in The Japan Times, 20 dicembre 2007. URL consultato il 2 gennaio 2013.
  17. ^ a b Yumi Wijers-Hasegawa, Pioneer for women seeks home for peace dolls, in The Japan Times, 18 agosto 2006. URL consultato il 2 gennaio 2013.

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