Stile dell'Incarnazione: differenze tra le versioni

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== Diffusione ==
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[[File:Angelico, prado.jpg|thumb|right|''L'Annunciazione'', di [[Beato Angelico]], [[1435]]]]
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Fu ampiamente utilizzato da stati sia italiani sia esteri (in Inghilterra dal XII secolo al 1752). In Italia fu adottato da varie città (tra le quali, per esempio, [[Bologna]] e [[Piacenza]]). Particolermente forte e duraturo fu l'uso nelle città toscane ([[Firenze]], [[Pisa]], [[Siena]], [[Lucca]], [[Prato]]). Da ciò si spiega il fatto che esso rimase in uso in [[Toscana]] fino al [[1749]] (da qui la tendenza a definirlo, semplificando, '''stile toscano'''), nonostante venisse più volte tentato il suo abbandono per uniformarsi al resto d'[[Italia]] e d'[[Europa]], dove - su iniziativa dei pontefici romani - venne introdotto lo "stile moderno".
Fu ampiamente utilizzato da stati sia italiani sia esteri (in Inghilterra dal XII secolo al 1752). In Italia fu adottato da varie città (tra le quali, per esempio, [[Bologna]] e [[Piacenza]]). Particolarmente forte e duraturo fu l'uso nelle città toscane ([[Firenze]], [[Pisa]], [[Siena]], [[Lucca]], [[Prato]]). Da ciò si spiega il fatto che esso rimase in uso in [[Toscana]] fino al [[1749]] (da qui la tendenza a definirlo, semplificando, '''stile toscano'''), nonostante venisse più volte tentato il suo abbandono per uniformarsi al resto d'[[Italia]] e d'[[Europa]], dove - su iniziativa dei pontefici romani - venne introdotto lo "stile moderno".


Tra i più accaniti difensori dello stile dell'Incarnazione troviamo il predicatore domenicano [[Giordano da Rivalto]], pisano ma attivo anche a [[Firenze]] e nel resto della [[Toscana]]. Il domenicano nelle sue ''Prediche'' agli inizi del [[XIV secolo]] accusava il tentativo in corso all'ora di introdurre il sistema di calcolo dell'anno al primo gennaio, come "pagano".
Tra i più accaniti difensori dello stile dell'Incarnazione troviamo il predicatore domenicano [[Giordano da Rivalto]], pisano ma attivo anche a Firenze e nel resto della Toscana. Il domenicano nelle sue ''Prediche'' agli inizi del [[XIV secolo]] accusava il tentativo in corso allora di introdurre il sistema di calcolo dell'anno al primo gennaio, come "pagano".


== Modo pisano, senese e fiorentino ==
== Modo pisano, senese e fiorentino ==

Versione delle 15:44, 30 mar 2015

È detto Stile dell'Incarnazione (o ab Incarnatione Domini) il sistema di calcolo dei giorni dell'anno utilizzando come primo giorno la data del 25 marzo, giorno del concepimento di Gesù, ovvero festa dell'Annunciazione.

Diffusione

L'Annunciazione, di Beato Angelico, 1435

Fu ampiamente utilizzato da stati sia italiani sia esteri (in Inghilterra dal XII secolo al 1752). In Italia fu adottato da varie città (tra le quali, per esempio, Bologna e Piacenza). Particolarmente forte e duraturo fu l'uso nelle città toscane (Firenze, Pisa, Siena, Lucca, Prato). Da ciò si spiega il fatto che esso rimase in uso in Toscana fino al 1749 (da qui la tendenza a definirlo, semplificando, stile toscano), nonostante venisse più volte tentato il suo abbandono per uniformarsi al resto d'Italia e d'Europa, dove - su iniziativa dei pontefici romani - venne introdotto lo "stile moderno".

Tra i più accaniti difensori dello stile dell'Incarnazione troviamo il predicatore domenicano Giordano da Rivalto, pisano ma attivo anche a Firenze e nel resto della Toscana. Il domenicano nelle sue Prediche agli inizi del XIV secolo accusava il tentativo in corso allora di introdurre il sistema di calcolo dell'anno al primo gennaio, come "pagano".

Modo pisano, senese e fiorentino

Il corteo storico dentro il Duomo di Pisa nella moderna rievocazione del capodanno toscano

Questo stile ha due varianti dette rispettivamente Stile dell'Incarnazione anticipato (al modo pisano) e Stile dell'Incarnazione posticipato (detto "al modo senese", "modo lucchese", "modo pratese" o "al modo fiorentino"), il cui capodanno era sempre il 25 marzo, data tradizionale del concepimento di Gesù Cristo, ma di due anni diversi. Il primo, usato a Pisa e nella Toscana occidentale, anticipava di nove mesi rispetto allo stile moderno (quello oggi utilizzato), iniziando l'anno dal 25 marzo dell'anno precedente. Il secondo, detto ab incarnatione domini, usato nel resto della Toscana, a Firenze, Lucca, Prato e a Siena, posticipava di tre mesi la data del capodanno rispetto allo stile moderno, utilizzando come capodanno il 25 marzo dell'anno in corso [1].

Dal 2000 il capodanno secondo lo stile dell'incarnazione è ricordato con eventi organizzati in tutta la Toscana (Pisa, Firenze e Siena[2]), a cura dei locali Comune di Firenze e Comune di Pisa.

Stile dell'Incarnazione ed equinozio

Lo stile dell'Incarnazione portava il capodanno cristiano a coincidere approssimativamente con l'equinozio di primavera[3], il momento d'avvio di molti calendari. Fino al II secolo a.C. anche il calendario romano sembra aver avuto inizio alcune settimane prima dell'equinozio e precisamente il primo del mese di marzo. Lo stile dell'Incarnazione aveva, perciò, il vantaggio di ridare il significato originario ai nomi di alcuni mesi come: Settembre ("settimo mese"), Ottobre ("ottavo mese"), Novembre ("nono mese") e Dicembre ("decimo mese"), che portano nel nome il riferimento alla numerazione, appunto, a partire dal primo marzo).

Note

  1. ^ Cfr. http://www.sienafree.it/siena/142-siena/59947-martedi-25-marzo-le-celebrazioni-del-capodanno-senese
  2. ^ Cfr. Sito del "Magistrato delle Contrade di Siena": http://www.magistratodellecontrade.it/celebrazioni-dellantico-capodanno-senese/
  3. ^ L'equinozio coincideva col 25 marzo nel II secolo a.C., ma anticipò progressivamente di circa un giorno ogni 128 anni (era già il 21 marzo ai tempi del concilio di Nicea), finché retrocesse all'11 marzo e nel 1582 fu riportato al 21 marzo dalla riforma gregoriana.

Voci correlate