Charleston (film 1927): differenze tra le versioni

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'''''Sur un air de Charleston''''' è un [[film muto]] del [[1926]] diretto da [[Jean Renoir]].
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==Trama==
==Trama==
La vicenda si ambienta nel futuro, l'anno 2028, come indica la didascalia. Una capsula spaziale decolla e si dirige verso un luogo indicato in una mappa con la scritta "Terre sconosciute". Riconosciamo la sagoma della Francia. Un uomo ripreso di spalle è alla guida del veicolo.
La vicenda si ambienta nel futuro, nell'anno [[2028]], come indica la didascalia. Una capsula spaziale decolla e si dirige verso un luogo indicato in una mappa con la scritta "Terre sconosciute". Riconosciamo la sagoma della [[Francia]]. Un uomo ripreso di spalle è alla guida del veicolo.


Ci racconta la trama lo stesso Renoir:
Ci racconta la trama lo stesso Renoir:
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Il film fu girato a Parigi durante l'autunno 1926, in pochi giorni, attorno alla colonna Morris (ancor oggi usata in Francia per reclamizzare gli spettacoli teatrali, cinematografici, musicali) e negli studi d'Épinay-sur-Seine.
Il film fu girato a Parigi durante l'autunno 1926, in pochi giorni, attorno alla colonna Morris (ancor oggi usata in Francia per reclamizzare gli spettacoli teatrali, cinematografici, musicali) e negli studi d'Épinay-sur-Seine.
===Prima===
===Prima===
La prima del film si ebbe il 19 marszo 1927 al cinema Artistic di [[Parigi]].
La prima del film si ebbe il 19 marzo 1927 al cinema Artistic di [[Parigi]].
==Accoglienza==
==Accoglienza==
Il film, o per meglio dire questo spezzone di film, perché non fu mai completato del tutto, e deliberatamente d'avanguardia, fu ben accolto dalla stampa.<ref name="ReferenceA"/>
Il film, o per meglio dire questo spezzone di film, perché non fu mai completato del tutto, e deliberatamente d'avanguardia, fu ben accolto dalla stampa.<ref name="ReferenceA"/>
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[[Giorgio De Vincenti]]:
[[Giorgio De Vincenti]]:


«''Charleston'' appare un film spumeggiante, ironico, gioioso, un ''diverissement'' sapiente sul cinema e sulla civiltà spettacolare dell'Europa contemporanea [...] un omaggio a Catherine, quasi un gioco per impiegare la pellicola avanzata dalla dispendiosa impresa di ''[[Nanà]]''». <ref>Giorgio De Vincenti, ''Jean Renoir'', pp. 49-51.</ref>
«''Charleston'' appare un film spumeggiante, ironico, gioioso, un ''divertissement'' sapiente sul cinema e sulla civiltà spettacolare dell'Europa contemporanea [...] un omaggio a Catherine, quasi un gioco per impiegare la pellicola avanzata dalla dispendiosa impresa di ''[[Nanà]]''». <ref>Giorgio De Vincenti, ''Jean Renoir'', pp. 49-51.</ref>


[[Daniele Dottorini]]:
[[Daniele Dottorini]]:


«Il breve film è di fatto un ammirato documentario sul corpo e sui gesti di Catherine Hessling [...] Renoir si sofferma su di lei rallentando l'immagine, esplorandone i movimenti, rovesciando la sua prospettiva: passando cioè dall' occhio della regia a quello spettatoriale, il regista compie un movimento che riporterà lungo tutto il suo cinema, quello di non nascondere il set, la sua atmosfera, i suoi desideri, le sue passioni e, soprattutto, i suoi corpi».<ref>Daniele Dottorini, ''Jean Renoir. L'inquietudine del reale'', pp. 42-43.</ref>
«Il breve film è di fatto un ammirato documentario sul corpo e sui gesti di Catherine Hessling [...] Renoir si sofferma su di lei rallentando l'immagine, esplorandone i movimenti, rovesciando la sua prospettiva: passando cioè dall'occhio della regia a quello spettatoriale, il regista compie un movimento che riporterà lungo tutto il suo cinema, quello di non nascondere il set, la sua atmosfera, i suoi desideri, le sue passioni e, soprattutto, i suoi corpi».<ref>Daniele Dottorini, ''Jean Renoir. L'inquietudine del reale'', pp. 42-43.</ref>
== Note==
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Versione delle 15:31, 2 set 2013

{{{titolo italiano}}}
Paese di produzioneFrancia
Durata21-25 min
Generemusicale/fantascienza
RegiaJean Renoir
Soggettouna idea d'André Cerf
SceneggiaturaPierre Lestringuez
ProduttoreJean Renoir
Interpreti e personaggi

Sur un air de Charleston è un film muto del 1926 diretto da Jean Renoir.

Trama

La vicenda si ambienta nel futuro, nell'anno 2028, come indica la didascalia. Una capsula spaziale decolla e si dirige verso un luogo indicato in una mappa con la scritta "Terre sconosciute". Riconosciamo la sagoma della Francia. Un uomo ripreso di spalle è alla guida del veicolo.

Ci racconta la trama lo stesso Renoir:

«Uno scienziato negro viene da un altro pianeta a visitare la terra. In seguito a una guerra stellare il nostro pianeta è stato distrutto. Sbarca accanto a una colonna Morris, unico monumento rimasto in piedi in tutto quel deserto, e viene sorpreso da una selvaggia che, siccome non conosce il linguaggio dello scienziato, si esprime danzando. Dopo questa danza lo scienziato ripartirà verso il suo pianeta portando con sé la selvaggia».[1]

Produzione

Il film fu prodotto da Jean Renoir, dopo l'esito fallimentare di Nanà.

Soggetto

Occasione del film fu la presenza sulle scene parigine della «Revue nègre». Fra i ballerini era presente Jonny Huggins,un ballerino afroamericano proveniente da New York che fu presentato al regista da Braunberg e da Becker: sarà chiamato a interpretare il protagonista. Il film nasce come un'incursione cinematografica nel regno del jazz.[2]

Riprese

Il film fu girato a Parigi durante l'autunno 1926, in pochi giorni, attorno alla colonna Morris (ancor oggi usata in Francia per reclamizzare gli spettacoli teatrali, cinematografici, musicali) e negli studi d'Épinay-sur-Seine.

Prima

La prima del film si ebbe il 19 marzo 1927 al cinema Artistic di Parigi.

Accoglienza

Il film, o per meglio dire questo spezzone di film, perché non fu mai completato del tutto, e deliberatamente d'avanguardia, fu ben accolto dalla stampa.[1]

Critica

Giorgio De Vincenti:

«Charleston appare un film spumeggiante, ironico, gioioso, un divertissement sapiente sul cinema e sulla civiltà spettacolare dell'Europa contemporanea [...] un omaggio a Catherine, quasi un gioco per impiegare la pellicola avanzata dalla dispendiosa impresa di Nanà». [3]

Daniele Dottorini:

«Il breve film è di fatto un ammirato documentario sul corpo e sui gesti di Catherine Hessling [...] Renoir si sofferma su di lei rallentando l'immagine, esplorandone i movimenti, rovesciando la sua prospettiva: passando cioè dall'occhio della regia a quello spettatoriale, il regista compie un movimento che riporterà lungo tutto il suo cinema, quello di non nascondere il set, la sua atmosfera, i suoi desideri, le sue passioni e, soprattutto, i suoi corpi».[4]

Note

  1. ^ a b Jean Renoir, La mia vita, i miei film, pag. 80.
  2. ^ Giorgio De Vincenti, Jean Renoir, pp. 48-49.
  3. ^ Giorgio De Vincenti, Jean Renoir, pp. 49-51.
  4. ^ Daniele Dottorini, Jean Renoir. L'inquietudine del reale, pp. 42-43.

Bibliografia

  • Giorgio De Vincenti, Jean Renoir, Marsilio, Venezia 1996. ISBN 88-317-5912-4
  • Daniele Dottorini, Jean Renoir. L'inquietudine del reale, Edizioni Fondazione Ente dello Spettacolo, novembre 2007. ISBN 978-88-85095-39-7
  • Jean Renoir, La mia vita, i miei film, Marsilio, Venezia 1992. ISBN 88-317-5419-X
  • Jean Renoir, La vita è cinema. Tutti gli scritti 1926-1971, Longanesi, Milano 1978 traduzione di Giovanna Grignaffini e Leonardo Quaresima.

Collegamenti esterni

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