Torelli (famiglia): differenze tra le versioni

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Gustalla non era un principato dei Torelli ma un loro feudo
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I '''Torelli''' sono un' antica famiglia italiana, originaria di [[Ferrara]], che ebbe per qualche tempo in signoria. Si diramò in molte città d' [[Italia]], in [[Francia]] e in [[Polonia]]. I rami italiani furono ascritti alle nobiltà di varie città e possedettero molti titoli e feudi, tra i quali la contea di [[Guastalla]] e di [[Montechiarugolo]] del 1428 e il titolo di marchese sul cognome per diploma del Re di Polonia del 19 uglio [[1747]]<ref>AA.VV. ''"Libro d'oro della nobiltà italiana"'' Roma Collegio Araldico 2010-2014 Edizione XXIV vol. XXX pag. 766-767</ref>. Un ramo della famiglia, stabilitasi in [[Polonia]], prese il cognome [[Poniatowski]]; a tale ramo appartenne l'ultimo re di Polonia.
I '''Torelli''' sono un'antica famiglia italiana, originaria di [[Ferrara]], che ebbe per qualche tempo in signoria. Si diramò in molte città d'[[Italia]], in [[Francia]] e in [[Polonia]]. I rami italiani furono ascritti alle nobiltà di varie città e possedettero molti titoli e feudi, tra i quali la contea di [[Guastalla]] e di [[Montechiarugolo]] del 1428 e il titolo di marchese sul cognome per diploma del Re di Polonia del 19 luglio [[1747]]<ref>AA.VV. ''"Libro d'oro della nobiltà italiana"'' Roma Collegio Araldico 2010-2014 Edizione XXIV vol. XXX pag. 766-767</ref>. Un ramo della famiglia, stabilitasi in [[Polonia]], prese il cognome [[Poniatowski]]; a tale ramo appartenne l'ultimo re di Polonia.
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==Storia==
==Storia==
Salinguerra fu signore di [[Ferrara]] nel secolo XI e nel [[XII secolo]] la famiglia era vassalla e feudataria dell'arcivescovo di [[Ravenna]].
Salinguerra fu signore di [[Ferrara]] nel secolo XI e nel [[XII secolo]]: la famiglia era vassalla e feudataria dell'arcivescovo di [[Ravenna]].


'''Salinguerra II''' tra il [[1206]] e il [[1240]] contese la signoria di Ferrara agli [[Estensi]], tenendola a fasi alterne; alla fine dovette andare in esilio. Suoi nipoti abiatici furono il beato '''Torello''', eremita [[Congregazione dei Vallombrosani|vallombrosano]], e '''Salinguerra III''', che nel [[1309]] tenne ancora brevemente la signoria di Ferrara.<br />
Salinguerra II tra il [[1206]] e il [[1240]] contese la signoria di Ferrara agli [[Estensi]], tenendola a fasi alterne; alla fine dovette andare in esilio. Suoi nipoti abiatici furono il beato Torello, eremita [[Congregazione dei Vallombrosani|vallombrosano]], e Salinguerra III, che nel [[1309]] tenne ancora brevemente la signoria di Ferrara.


A [[Fano]] i Torelli vennero da [[Parma]] o [[Forlì]] con Viviano, figlio di Salinguerra II. Nel [[1203]] Attolino, figlio di Viviano, ricoprì la carica di massaro del suddetto comune<ref>Andrea Borella ''"Annuario della Nobiltà Italiana"'' Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191</ref>.
A [[Fano]] i Torelli vennero da [[Parma]] o [[Forlì]] con Viviano, figlio di Salinguerra II. Nel [[1203]] Attolino, figlio di Viviano, ricoprì la carica di massaro del suddetto comune<ref>Andrea Borella ''"Annuario della Nobiltà Italiana"'' Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191</ref>.


'''[[Guido Torelli]]''' (1379-1449) fu il personaggio più illustre della casata: capitano dei [[Gonzaga]], degli Estensi e dal 1415 del Duca di [[Milano]], [[Filippo Maria Visconti]], ebbe le Contee di Guastalla e di Montechiarugolo, che erano Stati sovrani, e inoltre il feudo di [[Casei Gerola|Casei]] e del Vicariato di [[Bornasco|Settimo]] nel territorio [[provincia di Pavia|pavese]].
[[Guido Torelli]] (1379-1449) fu il personaggio più illustre della casata: capitano dei [[Gonzaga]], degli Estensi e dal 1415 del Duca di [[Milano]], [[Filippo Maria Visconti]], ebbe le Contee di Guastalla e di Montechiarugolo, che erano Stati sovrani, e inoltre il feudo di [[Casei Gerola|Casei]] e del Vicariato di [[Bornasco|Settimo]] nel territorio [[provincia di Pavia|pavese]].


<br /> Nel [[1456]] i figli di Guido, ''Cristoforo'' e ''Pietro Guido'', divisero i loro territori: al primo toccarono Montechiarugolo e Casei, al secondo Guastalla e Settimo.
Nel [[1456]] i figli di Guido, Cristoforo e Pietro Guido, divisero i loro territori: al primo toccarono Montechiarugolo e Casei, al secondo Guastalla e Settimo.


<br />Nella linea di Cristoforo, nel [[1612]] il conte ''Pio'' fu ingiustamente condannato a morte con l'accusa di aver congiurato contro [[Ranuccio I Farnese]], duca di Parma. La contea di Montechiarugolo fu confiscata dal Duca. Un suo nipote, Giuseppe Salinguerra, sposando Sofia Sreniawa signora di Poniatow, divenne capostipite dei principi '''Poniatowski''', cui appartenne il re [[Stanislao II di Polonia]]. Da un figlio cadetto di Cristoforo, Guido, discese la linea dei Marchesi di Casei, estinta nel [[1825]].
Nella linea di Cristoforo, nel [[1612]] il conte Pio fu ingiustamente condannato a morte con l'accusa di aver congiurato contro [[Ranuccio I Farnese]], duca di Parma. La contea di Montechiarugolo fu confiscata dal Duca. Un suo nipote, Giuseppe Salinguerra, sposando Sofia Sreniawa signora di Poniatow, divenne capostipite dei principi Poniatowski, cui appartenne il re [[Stanislao II di Polonia]]. Da un figlio cadetto di Cristoforo, Guido, discese la linea dei Marchesi di Casei, estinta nel [[1825]].


<br /> La discendenza primogenita di Pietro Guido si estinse nel 1569 con ''Ludovica'', che aveva venduto la contea di Guastalla nel 1539 ai [[Gonzaga (dinastia)|Gonzaga]]. Il ramo cadetto dei conti di Settimo si estinse nel [[1688]].
La discendenza primogenita di Pietro Guido si estinse nel 1569 con Ludovica, che aveva venduto la contea di Guastalla nel 1539 ai [[Gonzaga (dinastia)|Gonzaga]]. Il ramo cadetto dei conti di Settimo si estinse nel [[1688]].


Attualmente la famiglia è rappresentata dal ramo di [[Foligno]], unico superstite, ed aveva in corso un procedimento presso la [[Consulta Araldica]], per il riconoscimento dei titoli di marchese, patrizio di Fano e nobile di Foligno. Il [[Corpo della nobiltà italiana]] il 29 settembre 1963 riconobbe a Torelli Lelio di Torello i titoli di Patrizio di Fano (m) e Nobile di Foligno (m)<ref>Andrea Borella ''"Annuario della Nobiltà Italiana"'' Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 306</ref>. Con Regie Lettere Patenti del 3 marzo 1969 [[Umberto II di Savoia]] concesse a Lelio Torelli Massini il titolo di marchese (mpr) con trasmissibilità alla figlia Maria Elena, coniugata con Camillo Frè, e da questa ai discendenti maschi primogeniti<ref>Andrea Borella ''"Annuario della Nobiltà Italiana"'' Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191 e pag. 262</ref><ref>[http://www.cnicg.net/umberto.asp Provvedimenti nobiliari di grazia e di giustizia di Umberto di Savoia]: nella lista sono titoli italiani ufficiali quelli concessi fino al 13 giugno 1946, quelli successivi sono concessi dall'esilio in qualità di ''re non debellato'' e quindi titolare della ''regia prerogativa'' anche in difetto del trono.</ref>.
Attualmente la famiglia è rappresentata dal ramo di [[Foligno]], unico superstite, ed aveva in corso un procedimento presso la [[Consulta Araldica]] per il riconoscimento dei titoli di marchese, patrizio di Fano e nobile di Foligno. Il [[Corpo della nobiltà italiana]] il 29 settembre 1963 riconobbe a Torelli Lelio di Torello i titoli di Patrizio di Fano (m) e Nobile di Foligno (m)<ref>Andrea Borella ''"Annuario della Nobiltà Italiana"'' Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 306</ref>. Con Regie Lettere Patenti del 3 marzo 1969 [[Umberto II di Savoia]] concesse a Lelio Torelli Massini il titolo di marchese (mpr) con trasmissibilità alla figlia Maria Elena, coniugata con Camillo Frè, e da questa ai discendenti maschi primogeniti<ref>Andrea Borella ''"Annuario della Nobiltà Italiana"'' Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191 e pag. 262</ref><ref>[http://www.cnicg.net/umberto.asp Provvedimenti nobiliari di grazia e di giustizia di Umberto di Savoia]: nella lista sono titoli italiani ufficiali quelli concessi fino al 13 giugno 1946, quelli successivi sono concessi dall'esilio in qualità di ''re non debellato'' e quindi titolare della ''regia prerogativa'' anche in difetto del trono.</ref>.


== I Torelli che ebbero il feudo di Guastalla ==
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== Voci correlate ==
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Versione delle 17:32, 1 set 2012

Montechiarugolo, il castello dei Torelli

I Torelli sono un'antica famiglia italiana, originaria di Ferrara, che ebbe per qualche tempo in signoria. Si diramò in molte città d'Italia, in Francia e in Polonia. I rami italiani furono ascritti alle nobiltà di varie città e possedettero molti titoli e feudi, tra i quali la contea di Guastalla e di Montechiarugolo del 1428 e il titolo di marchese sul cognome per diploma del Re di Polonia del 19 luglio 1747[1]. Un ramo della famiglia, stabilitasi in Polonia, prese il cognome Poniatowski; a tale ramo appartenne l'ultimo re di Polonia.

Storia

Salinguerra fu signore di Ferrara nel secolo XI e nel XII secolo: la famiglia era vassalla e feudataria dell'arcivescovo di Ravenna.

Salinguerra II tra il 1206 e il 1240 contese la signoria di Ferrara agli Estensi, tenendola a fasi alterne; alla fine dovette andare in esilio. Suoi nipoti abiatici furono il beato Torello, eremita vallombrosano, e Salinguerra III, che nel 1309 tenne ancora brevemente la signoria di Ferrara.

A Fano i Torelli vennero da Parma o Forlì con Viviano, figlio di Salinguerra II. Nel 1203 Attolino, figlio di Viviano, ricoprì la carica di massaro del suddetto comune[2].

Guido Torelli (1379-1449) fu il personaggio più illustre della casata: capitano dei Gonzaga, degli Estensi e dal 1415 del Duca di Milano, Filippo Maria Visconti, ebbe le Contee di Guastalla e di Montechiarugolo, che erano Stati sovrani, e inoltre il feudo di Casei e del Vicariato di Settimo nel territorio pavese.

Nel 1456 i figli di Guido, Cristoforo e Pietro Guido, divisero i loro territori: al primo toccarono Montechiarugolo e Casei, al secondo Guastalla e Settimo.

Nella linea di Cristoforo, nel 1612 il conte Pio fu ingiustamente condannato a morte con l'accusa di aver congiurato contro Ranuccio I Farnese, duca di Parma. La contea di Montechiarugolo fu confiscata dal Duca. Un suo nipote, Giuseppe Salinguerra, sposando Sofia Sreniawa signora di Poniatow, divenne capostipite dei principi Poniatowski, cui appartenne il re Stanislao II di Polonia. Da un figlio cadetto di Cristoforo, Guido, discese la linea dei Marchesi di Casei, estinta nel 1825.

La discendenza primogenita di Pietro Guido si estinse nel 1569 con Ludovica, che aveva venduto la contea di Guastalla nel 1539 ai Gonzaga. Il ramo cadetto dei conti di Settimo si estinse nel 1688.

Attualmente la famiglia è rappresentata dal ramo di Foligno, unico superstite, ed aveva in corso un procedimento presso la Consulta Araldica per il riconoscimento dei titoli di marchese, patrizio di Fano e nobile di Foligno. Il Corpo della nobiltà italiana il 29 settembre 1963 riconobbe a Torelli Lelio di Torello i titoli di Patrizio di Fano (m) e Nobile di Foligno (m)[3]. Con Regie Lettere Patenti del 3 marzo 1969 Umberto II di Savoia concesse a Lelio Torelli Massini il titolo di marchese (mpr) con trasmissibilità alla figlia Maria Elena, coniugata con Camillo Frè, e da questa ai discendenti maschi primogeniti[4][5].

I Torelli che ebbero il feudo di Guastalla

Bibliografia

  • Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191

Note

  1. ^ AA.VV. "Libro d'oro della nobiltà italiana" Roma Collegio Araldico 2010-2014 Edizione XXIV vol. XXX pag. 766-767
  2. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191
  3. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 306
  4. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191 e pag. 262
  5. ^ Provvedimenti nobiliari di grazia e di giustizia di Umberto di Savoia: nella lista sono titoli italiani ufficiali quelli concessi fino al 13 giugno 1946, quelli successivi sono concessi dall'esilio in qualità di re non debellato e quindi titolare della regia prerogativa anche in difetto del trono.

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