Sortes Sanctorum

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Quella delle Sortes Sanctorumlotti» o «sorte dei santi»),[1] oppure Sortes Apostolorum («sorte degli apostoli»),[2] era una pratica tardoantica e altomedievale con cui in ambito cristiano si effettuavano predizioni di carattere divinatorio estraendo a sorte dei numeri o delle lettere dai Salmi,[3] oppure aprendo a caso una pagina di un testo sacro in cui si sperava di trovare la risposta ad un proprio interrogativo.[4]

La profetessa Anna che consulta la Bibbia (incisione di Jan Joris Van Vliet su disegno di Rembrandt, 1631)

Si trattava di una forma di bibliomanzia,[1] o al limite di sticomanzia, dato che secondo studi recenti le Sortes Sanctorum sarebbero consistite in una tecnica leggermente diversa da quella dell'uso della Bibbia, per la quale invece valeva più appropriatamente la denominazione di Sortes Biblicae.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La pratica deriva da un adattamento delle Sortes degli antichi romani, termine che significa «lotti», con cui si indicavano piccole tavolette simili a gettoni, posti in un secchio e poi estratti a sorte, oppure lanciati come fossero dadi, per trarne auspiciapredizioni»). Tali lotti potevano portare iscritti dei versi di Omero o di Virgilio (sortes homericae, o sortes virgilianae), oppure erano gli stessi poemi di costoro ad essere consultati a caso. Successivamente i primi cristiani vi sostituirono la Bibbia come libro da consultare a scopi divinatori.

Talora sorse anche l'abitudine di recarsi in chiesa ad ascoltare le prime parole delle Scritture che venivano cantate appena entrati, come mezzo casuale per predire il futuro o la volontà divina, sulla falsariga della tipologia di divinazione ebraica chiamata Bath Kol. In genere tuttavia le Sortes consistevano nell'aprire casualmente le Sacre Scritture e leggere le prime parole a portata di mano, interpretando le quali il ricercatore prediceva il destino.[1]

Questa pratica poteva essere un evento pubblico, a volte accompagnato da cerimonie: ad esempio l'imperatore Eraclio nel 625 ordinò tre giorni di digiuno pubblico prima di una consultazione biblica, circa l'opportunità di avanzare o ritirarsi contro i Persiani, e interpretando il testo estratto a sorte come un'istruzione divina decise che avrebbe fatto stazionare l'esercito in Albania per quell'inverno.[6]

Si trattava di una pratica mantica spesso condannata dalla Chiesa sin dal V secolo,[1] in particolare nei concili di Vannes (461 d.C., canone 16), e di Agde (506 d.C., canone 42), sebbene capace di sopravvivere a lungo, e fosse talora utilizzata dagli stessi sacerdoti, tra gli altri da sant'Agostino d'Ippona.[7]

La conversione di quest'ultimo al cristianesimo, per giunta, sarebbe stata propiziata dalle parole casuali di un bambino («prendi e leggi») che lo invitavano ad aprire un testo della Bibbia, in cui la prima frase che gli capitò sott'occhio era un passo della Lettera ai Romani di San Paolo.[8] Anche San Francesco d'Assisi utilizzò questa tecnica, ad esempio per sapere se avesse dovuto rinunciare ai libri per vivere in povertà.[9]

Studi più recenti sostengono che la denominazione di Sortes Sanctorum in origine si riferisse specificamente alla pratica di scrivere i nomi dei santi su lotti o tavolette, che poi venivano estratti a sorte al fine di prendere una decisione,[5] come testimonierebbe una collezione canonica del X o XI secolo nota come Collezione in cinque libri.[10]

Un'altra ipotesi, più radicale, sostiene che l'espressione Sortes sanctorum non si riferisse «né alla divinazione del lotto biblico né a nessun genere di divinazione», ma fosse semplicemente il titolo di un testo specifico, ancora circolante in numerosi manoscritti medievali.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Edward Gibbon, Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano (1789), volume VII, cap. 38, pp. 99-100, nota 2, trad. it., Milano, per Nicolò Bettoni, 1821.
  2. ^ László Sándor Chardonnens, Anglo-Saxon Prognostics, 900-1100: Study and Texts, pag. 479, Leida-Boston, Brill, 2007.
  3. ^ Steven F. Kruger, Il sogno nel medioevo, pag. 29, nota 32, Milano, Vita e Pensiero, 1996.
  4. ^ Marco Meschini, L'eretica: Storia della crociata contro gli albigesi, Roma-Bari, Lateerza, 2010.
  5. ^ a b Pieter W. van der Horst, Sortes. Sacred books as instant oracles in late antiquity, in The Use of Sacred Books in the Ancient World, a cura di Leonard V. Rutgers et al., pag. 158, Lovanio, Peeters, 1998.
  6. ^ Bernardino Zanetti, Del Regno de' Longobardi In Italia: memorie storico-critico-cronologiche, volume I, pag. 234, presso Lorenzo Baseggio, 1753.
  7. ^ Sebastiano Fusco, Insegnamenti magici, vol. II, pag. 115, Roma, Mediterranee, 2007.
  8. ^ Giorgio Montecchi, Storia del libro e della lettura: dalle origini ad Aldo Manuzio, Mimesis, 2015.
  9. ^ Antonio Castronuovo, Dizionario del bibliomane, Palermo, Sellerio Editore, 2021.
  10. ^ Nel libro III, al capitolo 328, si legge che «sortes sanctorum sunt quas in sinu vel in gremio mittuntur pro qualicumque causa» («lotti dei santi sono quelli che vengono gettati in seno o in grembo per qualsiasi motivo»), cfr. Collectio canonum in V libris, a cura di. M. Fornasari, pag. 488, Turnhout, 1970.
  11. ^ William E. Klingshirn, Defining the Sortes Sanctorum: Gibbon, Du Cange, and Early Christian Lot Divination, in «Journal of Early Christian Studies», n. 10.1, 2002, pp. 77-130.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edward Gibbon, Declino e caduta dell'Impero romano (1789), trad. it., Milano, per Nicolò Bettoni, 1821.
  • Richard Kieckhefer, La magia nel Medioevo, trad. it. di Federico Corradi, Laterza, 1993.
  • Aa.Vv., The Use of Sacred Books in the Ancient World, a cura di Leonard Victor Rutgers, Henriette W. Havelaar, Lieve Teugels, Pieter Van Der Horst, Lovanio, Peeters, 1998.
  • Laura Buchholz, Identifying the Oracular Sortes of Italy, in «Studies in Ancient Oracles and Divination», a cura di Mika Kajava, pp. 111–44, AIRF 40, Roma, Institutum Romanum Finlandiae, 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]