Sonnet 29

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Voce principale: Sonetti (Shakespeare).

Sonnet 29 o When in disgrace with fortune and men's eyes è il ventinovesimo dei Sonetti di William Shakespeare.

Analisi del testo[modifica | modifica wikitesto]

Il Sonnet 29 presenta una struttura tradizionale: le prime due quartine contengono un lamento dell'io per il suo stato di emarginazione (outcast state) e di disperata solitudine (I all alone beweep); la terza quartina e il distico sono invece connotate dalla positività, sopraggiunta al solo atto di pensare al "tu", al fair youth: in quel momento l'io si risolleva like the lark at break of day arising ("come una allodola spiccante il volo sul farsi del giorno"), al v. 11, e nel successivo continua, con l'innalzamento from sullen earth [...] at heaven's gate ("dalla tetra terra [...] alle porte del cielo").

Gli ultimi due versi concludono decretando che il ricordo del fair youth è portatore di tale ricchezza, che l'io non cambierebbe la propria condizione (che è connotata nella prima parte da alone e outcast) neppure con quella di un re.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dario Calimani, William Shakespeare: i sonetti della menzogna, Carocci, 2009, pp. 66–69.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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