Sonnet 33

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Voce principale: Sonetti (Shakespeare).

Sonnet 33 o Full many a glorious morning have I seen è il trentatreesimo dei Sonnets di William Shakespeare.

Analisi del testo[modifica | modifica wikitesto]

Quartine[modifica | modifica wikitesto]

Le prime due quartine si mostrano come l'una l'opposto dell'altra: la prima mostra un'idilliaca immagine di serenità, quella di un mattino glorioso (glorious morning); la seconda, che le succede anche cronologicamente, è l'offuscamento negativo della prima, col suo volto sfigurato (disgrace), percorsa da un turbamento.

Nella terza quartina, le immagini naturali delle prime due si mostrano nel loro reale significato, svelandosi dei riferimenti metaforici al fair youth: il giovane amato, che come il più bel sole si è concesso all'io, è presto fuggito, portato via dalle "nuvole più alte"[1] (region cloud), ottenebrando l'io.

Distico[modifica | modifica wikitesto]

Nel distico conclusivo, però, l'io si consola e, anzi, continua ad amare il fair youth. Infatti, se anche il sole può essere oscurato dalle nubi, non c'è da meravigliarsi se questo accade anche in terra, tra gli esseri umani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. la traduzione in Calimani, p.75.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dario Calimani, William Shakespeare: i sonetti della menzogna, Carocci, 2009, pp. 75–79.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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