Sole cuore amore

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Sole cuore amore
Isabella Ragonese in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno2016
Durata113 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico
RegiaDaniele Vicari
SceneggiaturaDaniele Vicari
ProduttoreDomenico Procacci
Casa di produzioneFandango, Rai Cinema
Distribuzione in italianoKoch Media
FotografiaGherardo Gossi
MontaggioBenni Atria, Alberto Masi
MusicheStefano Di Battista
ScenografiaBeatrice Scarpato
CostumiFrancesca Vecchi, Roberta Vecchi
Interpreti e personaggi

Sole cuore amore è un film del 2016 diretto da Daniele Vicari.

È stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016. Ambientato a Roma, vede come attori protagonisti Isabella Ragonese, Eva Grieco e Francesco Montanari.

Ispirato a una storia vera, seppure non accreditata nei titoli di coda del film, che ha avuto come triste protagonista Isabella Viola, una donna di trentaquattro anni di Torvaianica.[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche il 4 maggio 2017.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Ogni mattina Eli si sveglia prima che faccia giorno e affronta una traversata di due ore a bordo di pullman, metropolitane e autobus per raggiungere il posto di lavoro. Fa la barista in zona Tuscolana a Roma, ci sa fare con i clienti che apprezzano le sue crostatine fatte a mano, e ci mette del suo per rendere un incarico malpagato (in nero) qualcosa di vitale e gratificante. Del resto, con quattro figli da mantenere e un marito che ha voglia di lavorare ma nessuno che gli dia un incarico serio, c'è poco da fare la difficile: dunque Eli sopporta l'ignavo padrone del bar e la sua moglie maleducata, e sogna un futuro più semplice e più stabile. Vale è una performer che usa la danza moderna per esprimere la propria combattività, la stessa che la spinge a difendere la sua partner da un "impresario" violento e a litigare con la madre, borghesuccia col tubino nero e i pareri non richiesti. Eli e Vale sono amiche da sempre, anzi, "sorelle", hanno in comune l'amore per il ballo, che Eli ha accantonato per tirare su famiglia, e il desiderio di non soccombere alla quotidianità. Una battaglia che richiede generosità e fatica: ma di fatica si può anche morire, in un presente in cui la frustrazione implode senza trovare un riscatto sociale.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Isabella Viola raccontata dal marito: «La mia regina uccisa dal lavoro», su Il Messaggero, 5 dicembre 2012. URL consultato il 2 settembre 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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