R136a2

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R136a2
La regione centrale dell'ammasso R136 visto all'infrasso: R136a1 e R136a2 sono le due stelle più luminose vicine al centro dell'immagine, con R136a2 leggermente più debole della compagna.
ClassificazioneStella di Wolf-Rayet
Galassia ospiteGrande Nube di Magellano
Classe spettraleWN5h[1]
Distanza dal Sole165.000 anni luce
CostellazioneDorado
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta5h 38m 42,40s[2]
Declinazione-69° 06′ 02,88″[2]
Dati fisici
Raggio medio23,4[3] R
Massa
Temperatura
superficiale
53,000 K[4] (media)
Luminosità
≈ 4,266 × 106[4] L
Indice di colore (B-V)0,23[2]
Età stimata0,3 milioni di anni
Dati osservativi
Magnitudine app.13,38
Magnitudine ass.-7,52[4]
Nomenclature alternative
BAT99 109, RMC 136a2, [HSH95] 5, [CHH92] 2, MH 511

Coordinate: Carta celeste 05h 38m 42.4s, -69° 06′ 02.88″

R136a2 è una stella di Wolf-Rayet visibile nella costellazione del Dorado. È una delle stelle più massicce e più luminose conosciute, con una massa di 195 volte quella solare, e una luminosità oltre 4 000 000 volte quella del Sole.[4]

La stella fa parte del superammasso stellare R136, posto al centro della Nebulosa Tarantola, la più grande regione di formazione stellare del Gruppo Locale, nella Grande Nube di Magellano.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Come tutte le stelle di Wolf-Rayet, R136a2 sta subendo una grave perdita di massa a causa di un intenso vento stellare, che ad una velocità di 2400 km/s fanno perdere 4,6×10−5 M all'anno.[3][4] L'elevata massa della stella comprime e riscalda il nucleo favorendo la fusione rapida dell'idrogeno attraverso il ciclo del carbonio-azoto, portando la luminosità stellare a 4 266 000 L. Il tasso di fusione è così elevato che in 10 secondi R136a2 produce più energia di quanta ne produce il Sole in un anno. Potrebbe aver avuto una massa di 240 M nel momento della sua formazione, e potrebbe aver perso 40 masse solari negli ultimi 1-2 milioni di anni.[4] Le teorie comunemente accettate suggeriscono che nessuna stella possa formarsi sopra le 150 M, tuttavia, essa potrebbe essere il risultato della fusione di due o più stelle.[5]

A causa della temperatura elevata, la stella emette la maggior parte dell'energia nella regione ultravioletta dello spettro elettromagnetico, mentre la sua luminosità in luce visibile è solo 87.000 volte quella solare (MV -7,52).[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ P. A Crowther, O. Schnurr, R. Hirschi, et al, The R136 star cluster hosts several stars whose individual masses greatly exceed the accepted 150 Msun stellar mass limit, su arxiv.org, arXiv.
  2. ^ a b c BAT99 109 -- Wolf-Rayet Star, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 5 agosto 2010.
  3. ^ a b c R. Hainich et al., The Wolf-Rayet stars in the Large Magellanic Cloud (PDF), in Astronomy & Astrophysics, vol. 565, A27, aprile 2014, p. 62, DOI:10.1051/0004-6361/201322696.
  4. ^ a b c d e f g Paul A. Crowther et al., The R136 star cluster dissected with Hubble Space Telescope/STIS. I. Far-ultraviolet spectroscopic census and the origin of He ii λ1640 in young star clusters (PDF), in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 458, n. 1, 11 maggio 2016, pp. 624-659, DOI:10.1093/mnras/stw273.
  5. ^ Sambaran Banerjee, Pavel Kroupa e Seungkyung Oh, The emergence of super-canonical stars in R136-type starburst clusters, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 426, n. 2, 2012, p. 1416, Bibcode:2012MNRAS.426.1416B, DOI:10.1111/j.1365-2966.2012.21672.x, arXiv:1208.0826.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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