Questioni socio-economiche in India

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Povertà in India.

A partire dal momento in cui l'India ha raggiunto l'indipendenza nel 1947, il maggior paese dell'Asia meridionale ha dovuto affrontare varie ed impegnative problematiche sociali ed economiche.

Sovrappopolazione[modifica | modifica wikitesto]

Il subcontinente indiano soffre da decenni di un problema di sovrappopolazione; attualmente il numero di abitanti è stimato esser attestato in circa un miliardo e 392 milioni di persone: anche se si trova al 2º posto come popolazione (dietro la Repubblica popolare cinese) tra tutte le nazioni del pianeta, grazie all'immensità del suo territorio si classifica solo 33° come densità complessiva[1][2][3].

Nei primi anni '70 l'allora primo ministro Indira Gandhi aveva tentato di far attuare un programma di sterilizzazione forzata, ma senza riuscirvi: ufficialmente la sterilizzazione veniva richiesta agli uomini con già almeno due o più figli, ma in realtà vennero colpiti anche giovani oppositori politici, analfabeti e poveri. Il risultato finale è stato un'avversione pubblica generalizzata contro ogni forma di pianificazione familiare, il che ha ostacolato tutti i programmi governativi dei decenni seguenti[4].

Questioni economiche[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti di uno slum.

Povertà[modifica | modifica wikitesto]

In India almeno un terzo dell'intera popolazione indiana, praticamente quasi tutti gli abitanti degli Stati Uniti, vive tutt'oggi al di sotto della soglia minima di povertà; secondo alcune stime effettuate dalla Banca Mondiale e che si basano su dati del 2005, l'India aveva 456 milioni di persone (più del 40% del totale) che continuava a vivere al di sotto della quota minima di sopravvivenza stabilita in 1,25 dollari al giorno, con il 33% di tutti i poveri del pianeta che risiedono all'interno del paese. Complessivamente quasi il 75% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, rispetto alla media del 72,2% dell'intera Africa subsahariana[5][6][7][8].

Anche se le classi sociali più elevate hanno guadagnato in tenore di vita dei recenti sviluppi economici positivi, l'India soffre di una sostanziale e generalizzata condizione di povertà; la distribuzione della ricchezza è piuttosto irregolare, col 10% delle persone che guadagnano il 33% dell'intero reddito nazionale[9]. Nonostante i significativi progressi economici compiuti negli ultimi decenni, un quarto della popolazione guadagna meno di 40 centesimi di dollaro al giorno: i dati ufficiali del 2004-05 stimano che il 27,5%[10]. degli indiani sopravvivono in miseria quasi assoluta[11].

Un rapporto del 2007 da parte della Commissione nazionale gestita dallo stato per le imprese del settore non organizzato (NCEUS) rilevò che il 25% degli indiani (236 milioni di persone) viveva ancora con meno di 50 centesimi di dollaro quotidiani, con la maggioranza degli impiegati in ambito lavorativo nei settori informali privi di qualsiasi forma di previdenza sociale e protezione legislativa[12]

Bambini di un villaggio dalit a Madurai.
Scena di vita quotidiana a Varanasi (Uttar Pradesh, India)

Sanità[modifica | modifica wikitesto]

La mancanza di servizi igienici adeguati è una delle più grandi preoccupazioni sanitarie del paese; le statistiche condotte dall'UNICEF nel 2008 hanno dimostrato che solamente il 31% della popolazione indiana è in grado di utilizzare strutture sanitarie adeguate[13], con una morte su 10 in India legata alla carenza di igiene. La diarrea cronica è causa di mortalità di una persona su 20[13];solo nell'anno 2006 circa 450.000 decessi sono stati dovute a cause correlate a dissenteria, di cui l'88% erano bambini al di sotto dei 5 anni[13]. Studi approfonditi dell'UNICEF hanno infine anche dimostrato che le malattie derivanti dai cattivi servizi igienico-sanitari colpiscono i bambini nel loro sviluppo cognitivo[14].

Le persone che non hanno accesso a strutture sanitarie adeguate si ritrovano costrette a defecare in pubblico o nei corsi d'acqua, ed un grammo di feci può potenzialmente contenere 10 milioni di virus, 1 milione di batteri, 1000 cisti parassitarie e 100 uova di vermi[15]. Il fiume Gange porta più di un milione di litri di liquami fognari in dismissione al minuto[15]; l'altissimo livello di contaminazione del fiume dai rifiuti umani organici promuove facilmente la diffusione di malattie contagiose quali il colera, causando morti soprattutto negli strati di popolazione più sensibile, soprattutto bambini[16]-

La mancanza di servizi igienici e acqua pulita porta anche a notevoli perdite economiche, pari al 6,4% del PIL nazionale (questo nel 2006, equivalente a 53,8 milioni di dollari)[17]; inoltre il 20% delle famiglie più povere che vivono nelle aree urbane porta su di sé il più alto impatto economico pro-capite derivante dalla mancanza di strutture sanitarie[18].

Corruzione[modifica | modifica wikitesto]

Un altro grave problema che affligge l'India è la corruzione presente soprattutto tra i poliziotti che purtroppo troppo spesso vengono corrotti dai criminali.

Educazione[modifica | modifica wikitesto]

Vi è un legame diretto tra l'educazione e la crescita economica, ciò è stato osservato da Theodore W. Schultz[19]; qui l'accesso al lavoro retribuito gioca un ruolo molto importante[20].

Violenza[modifica | modifica wikitesto]

Bambina cristiana ferita durante l'esplosione di violenza religiosa scoppiata in Orissa nel 2008.

Violenza di tipo religioso fondamentalista[modifica | modifica wikitesto]

Costituzionalmente l'India è uno stato laico[21], ma periodicamente si verificano all'interno del paese esplosioni di violenza su larga scala a matrice religiosa.

Negli ultimi anni ci è stato anche un forte aumento di violenti attacchi contro i cristiani indiani, spesso perpetrati da nazionalisti indù[22]

Terrorismo[modifica | modifica wikitesto]

Forze speciali anti-terrorismo indiane.

Naxalismo[modifica | modifica wikitesto]

Naxaliti è il nome informale dato a gruppi comunisti d'ispirazione maoista presenti in India. Inizialmente il movimento ha avuto il proprio centro direttivo nel Bengala occidentale; negli ultimi anni però si sono sempre più diffusi in tutte le aree meno sviluppate delle zone rurali dell'India centrale ed orientale come Chhattisgarh e Andhra Pradesh[23]. Vari governi locali e regionali li considerano organizzazioni terroristiche[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Overpopulation in India (PDF), su serendip.brynmawr.edu. URL consultato il 24 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  2. ^ Overpopulation in India and China, su geocities.com, Web.archive.org, 27 ottobre 2009. URL consultato il 17 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2009).
  3. ^ Over-population warning as India's billionth baby is born, in The Guardian, London, 11 maggio 2000. URL consultato il 23 maggio 2010 (archiviato il 17 giugno 2009).
  4. ^ Manas: History and Politics, Indira Gandhi, su sscnet.ucla.edu. URL consultato il 17 agosto 2013 (archiviato il 29 luglio 2016).
  5. ^ One-third of world's poor in India: Survey, in The Times Of India, 27 agosto 2008. URL consultato il 10 ottobre 2013 (archiviato il 21 novembre 2013).
  6. ^ World Bank's new poverty norms find larger number of poor in India, in The Hindu, Chennai, India, 28 agosto 2008. URL consultato il 10 ottobre 2013 (archiviato il 7 novembre 2012).
  7. ^ Opinion, in The Times Of India, 30 agosto 2008. URL consultato il 10 ottobre 2013 (archiviato l'11 maggio 2013).
  8. ^ Steve Schifferes, World poverty 'more widespread', in BBC News, 27 agosto 2008. URL consultato il 23 maggio 2010 (archiviato il 30 settembre 2009).
  9. ^ "In Pictures – Middle Class, or Upper Class? " Archiviato il 23 luglio 2014 in Internet Archive.. India Together. Civil Society Information Exchange. August 2003
  10. ^ Questo dato è estremamente sensibile alla metodologia d'indagine utilizzata. Ad esempio l'"Uniform Recall Period" (URP) dà il 27.5%, mentre il "Mixed Recall Period" (MRP) offre una percentuale del 21.8%
  11. ^ Planning commission of India. Poverty estimates for 2004–2005 (PDF), su planningcommission.gov.in. URL consultato il 10 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2008).
  12. ^ Nearly 80 Percent of India Lives On Half Dollar A Day, Reuters, 10 agosto 2007. URL consultato il 15 August 2007 (archiviato il 14 dicembre 2007).
  13. ^ a b c India: Health Statistics, su UNICEF Statistics. URL consultato il 13 settembre 2011 (archiviato il 3 settembre 2011).
  14. ^ 10 Facts on Sanitation: 2, su World Health Organization Fact Fille. URL consultato il 27 ottobre 2014 - Link non funzionante (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2011).
  15. ^ a b 10 Facts on Sanitation: 3, su World Health Organization Fact File. URL consultato il 12 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2011).
  16. ^ Enhanced Quality of Life through Sustained Sanitation (PDF) [collegamento interrotto], su India Country Paper, Government of India, p. 14. URL consultato il 12 settembre 2011.
  17. ^ The Economic Impacts of Inadequate Sanitation in India (PDF), su Water and Sanitation Program Publications, p. 2. URL consultato il 12 settembre 2011 (archiviato il 27 settembre 2011).
  18. ^ The Economic Impacts of Inadequate Sanitation in India (PDF), su Water and Sanitation Program Publications, p. 6. URL consultato il 12 settembre 2011 (archiviato il 27 settembre 2011).
  19. ^ Theodore W. Schultz, su nndb.com. URL consultato il 29 luglio 2012 (archiviato il 12 luglio 2012).
  20. ^ returns to education, su chronicle.uchicago.edu. URL consultato il 10 ottobre 2013 (archiviato il 9 maggio 2013).
  21. ^ Constitution of India as of 29 July 2008 (PDF), su The Constitution Of India, Ministry of Law & Justice. URL consultato il 13 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2014).
  22. ^ Anti-Christian Violence on the Rise in India. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2008).
  23. ^ Venkitesh Ramakrishnan, The Naxalite Challenge, Frontline Magazine (The Hindu), 21 settembre 2005. URL consultato il 15 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2006).
  24. ^ A. K. Diwanji, Primer: Who are the Naxalites?, Rediff.com, 2 ottobre 2003. URL consultato il 15 marzo 2007 (archiviato il 4 maggio 2009).
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