Publio Manlio Capitolino

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Publio Manlio Capitolino
Tribuno consolare della Repubblica romana
Nome originalePublius Manlius Capitolinus
GensManlia
Tribunato consolare379 a.C., 367 a.C.
Dittatura368 a.C.
Publio Manlio Capitolino
Dati militari
Paese servitoRepubblica romana
Forza armataEsercito romano
GradoDictator e Dux
ComandantiMarco Furio Camillo
GuerreGuerre tra Roma e Volsci, Conflitto degli ordini, Guerre romano-celtiche
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Publio Manlio Capitolino (... – ...; fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano del IV secolo a.C.

Primo tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 379 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Giulio Iullo, Gaio Sestilio, Marco Albinio e Lucio Antistio[1].

Con una procedura straordinaria a Publio Manlio e a suo fratello Gaio Manlio fu affidata la campagna contro i Volsci. Nonostante l'imperizia dei comandanti, la campagna non si risolse in una completa disfatta, grazie al valore dei soldati.

Dittatura[modifica | modifica wikitesto]

Nel 368 a.C., nel pieno della battaglia politica tra Plebei e Patrizi, per la definizione dei futuri assetti politici di Roma, e per la definizione della questione dei debiti contratti dai plebei (e della loro conseguente riduzione in schiavitù se non onorati), quando i tribuni della plebe Gaio Licinio Calvo Stolone e Lucio Sestio Laterano portarono le tribù a votare le proprie proposte di legge a favore dei plebei, nonostante il veto espresso dagli altri tribuni della plebe, controllati dai patrizi, il Senato nominò Marco Furio Camillo dittatore, e in seguito alle sue dimissioni, Publio Manlio Capitolino allo scopo di impedire la votazione delle leggi proposte da Licinio e Sestio[2].

(LA)

«sed auspiciis magis quam novi exempli rogatione deterritum ut potius credam, cum ipsius viri facit ingenium, tum quod ei suffectus est extemplo P. Manlius dictator»

(IT)

«Che delle sue dimissioni[3] siano responsabili gli auspici più che un provvedimento privo di precedenti, me lo fa credere sia la natura stessa dell'uomo, sia il fatto che Publio Manlio venne immediatamente nominato dittatore al suo posto»

La contesa tra plebei e patrizi si trascinò con toni sempre più accessi, ed alla fine dell'anno, Licinio e Sestio riuscirono a ottenere che parte dei decemviri preposti ai riti sacri, fossero eletti tra i plebei[4].

Secondo tribunato consolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel 367 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Geganio Macerino, Lucio Veturio Crasso Cicurino, Marco Cornelio Maluginense, Aulo Cornelio Cosso e Publio Valerio Potito Publicola[4].

Alla notizia dell'avvicinarsi dei Galli, Marco Furio Camillo fu nominato dittatore per la quinta volta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 30, nomina 6 tribuni consolari per quell'anno. P. et C. Manlii cum L. Iulio; plebes C. Sextilium M. Albinium L. Antistium.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 38.
  3. ^ quelle di Furio Camillo
  4. ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 42.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Licinio Menenio Lanato II, Servio Cornelio Maluginense IV,
Gneo Sergio Fidenate Cosso III, Lucio Valerio Publicola V,
Publio Valerio Potito Publicola III
379 a.C.
con Lucio Giulio Iullo II, Lucio Antistio,
Gaio Sestilio, Marco Albinio
Quinto Servilio Fidenate II, Licinio Menenio Lanato III,
Marco Orazio Pulvillo, Spurio Furio Medullino,
Publio Clelio Sículo, Lucio Geganio Macerino
I
Spurio Servilio Strutto, Servio Sulpicio Pretestato III,
Lucio Papirio Crasso, Servio Cornelio Maluginense VI,
Tito Quinzio Cincinnato Capitolino,
Lucio Veturio Crasso Cicurino
367 a.C.
con Marco Geganio Macerino,
Lucio Veturio Crasso Cicurino, Marco Cornelio Maluginense II,
Aulo Cornelio Cosso II, Publio Valerio Potito Publicola VI
Lucio Emilio Mamercino
e
Lucio Sestio Laterano
II