Percoca

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Percoca
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioniCampania
Basilicata
Puglia
Calabria
Molise
Sardegna
Abruzzo
Zona di produzioneArea flegrea, Siano e dintorni
Dettagli
Categoriaortofrutticolo
RiconoscimentoP.A.T.
Settoreprodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Per percoche o precoche (nelle forme dialettali: percochi o pr'quech nella Terra di Bari, in particolare pr'quech d' Tur (percoche di Turi), con la varietà guardabbosc; pricuechi in Terra d'Otranto; pescoche in certe zone dell’Italia settentrionale) s’intendono alcune varietà di pesca con polpa compatta, gialla o bianca e talvolta diffusa di rosso, non spiccace, cioè col nòcciolo saldamente aderente alla polpa, coltivate in diverse regioni italiane.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le percoche, per l'intensità del sapore e del profumo e per la compattezza della polpa, sono spesso sinonimo di "pesche industriali", adatte alla produzione dei migliori derivati della pesca: succhi, passati, polpa e frutta sciroppata. Per contro, l’aderenza della polpa al nocciolo è tale da costringere a staccarla con il coltello.

Il nome percoca e il colore aranciato dei frutti ha portato alla falsa credenza, specialmente nell’Italia centro-settentrionale, dove il prodotto è meno comune, che si tratti d’un ibrido tra la pesca e l'albicocca; ma la percoca è in realtà una pesca a tutti gli effetti. Vero è che le forme precoca, percoca e percocca sono allotrope della parola albicocca, risalendo tutte all’aggettivo latino PRAECŎQUUS, cioè primaticcio.

Particolarmente note sono le coltivazioni in Campania, soprattutto nell'area flegrea, nella Valle del Sarno e a Siano (SA); ma sono coltivate e assai diffuse anche in Puglia, in Basilicata, in Calabria, in Sardegna e in Molise.

In Campania e in Puglia [1] sono riconosciute dal MIPAAF come prodotto agroalimentare tradizionale [2] le seguenti varietà:

Percoca nel vino[modifica | modifica wikitesto]

In quasi tutta la Campania e in alcune zone della Basilicata, del Molise, della Calabria e della Puglia è diffusa l'usanza di immergere pezzettoni di percoca in un contenitore pieno di vino rosso o bianco, da riporre in frigorifero. A questa specialità, che si consuma bevendo prima il vino e poi mangiando le percoche intrise di vino rimaste sul fondo del bicchiere,[3] è dedicata una sagra annuale a Siano.[4][5]

Una sagra simile si svolge anche a Loconia, frazione di Canosa di Puglia.[6]

Anche in diverse regioni del Settentrione preparazioni simili sono largamente consumate alla fine del pasto; in queste zone, al posto delle percoche, meno facilmente reperibili che nel Mezzogiorno, si usano a volte pesche di altre varietà non ancora completamente mature.[7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dati ufficiali del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 26 dicembre 2020.
  2. ^ Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (2020) - ventesima revisione [1] (pp. 60-64).
  3. ^ 'a percoca ind 'o vino, su Mangiar bene - Cucina napoletana. URL consultato il 4 settembre 2018.
  4. ^ Sagra della Braciola di Capra e della Percoca Sianese nel Vino, in Sagre nei Borghi, 28 giugno 2013. URL consultato il 4 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2018).
  5. ^ Sagra Della Braciola Di Capra a Siano (SA), in Eventi e sagre. URL consultato il 4 settembre 2018.
  6. ^ La Sagra della Percoca, in CanosaWeb, 6 agosto 2018. URL consultato il 4 settembre 2018.
  7. ^ Pesche al vino - Ricetta.it, su ricetta.it. URL consultato il 14 maggio 2023.
  8. ^ manuel.fiumi, Pesche al vino rosso, su VSB Bologna | Scuola di Sfoglia Cucina Tradizionale Bolognese | Spisni Alessandra, 16 agosto 2021. URL consultato il 14 maggio 2023.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Schede dal sito ufficiale della Regione Campania:

  • percoca col pizzo, su sito.regione.campania.it. URL consultato il 17 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2009).
  • percoca puteolana, su sito.regione.campania.it. URL consultato il 17 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2009).
  • percoca terzarola, su sito.regione.campania.it. URL consultato il 17 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2008).
  • giallona di Siano, su sito.regione.campania.it. URL consultato il 17 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2008).