Penelope Devereux

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Ritratto di Penelope Devereux, di Nicholas Hilliard, 1590, Royal Collection.

Lady Penelope Devereux (Stowe-by-Chartley, 1563Londra, 7 luglio 1607) è stata una nobildonna inglese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era la secondogenita di Walter Devereux, I conte di Essex, e di sua moglie, Lettice Knollys, figlia di Sir Francis Knollys e Catherine Carey.

Suo padre venne creato conte d'Essex nel 1572.

Matrimoni[modifica | modifica wikitesto]

Primo matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

All'età di quattordici anni, Penelope conobbe Sir Philip Sidney, che aveva accompagnato un lontano cugino della regina Elisabetta I in visita a Lady Essex nel 1575. Suo padre morì a Dublino nel settembre 1576. Aveva mandato un messaggio a Philip Sidney dal suo letto di morte esprimendo il suo desiderio che avrebbe voluto che sposasse sua figlia.

Il fratello di Penelope, Robert, visconte Hereford, ereditò la Contea d'Essex alla morte del padre, e Penelope, sua sorella Dorothy e suo fratello minore Walter, vennero affidati alla tutela di Henry Hastings, III conte di Huntingdon[1][2].

Nel 1581 Penelope sposò Robert Rich, I conte di Warwick, figlio di Robert Rich, II barone Rich ed Elizabeth Baldry. Si dice che Penelope protestò per questo matrimonio[3]. Ebbero sette figli:

Secondo matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il matrimonio di Penelope e Robert era infelice e nel 1595 cominciò una relazione segreta con Charles Blount, barone Mountjoy.

Dopo l'esecuzione di suo fratello per tradimento, nel 1561, suo marito la cacciò e andò a vivere con il suo amante. Charles venne creato conte di Devonshire da Giacomo I e Penelope fu tra le dame che accompagnarono Anna di Danimarca per il suo ingresso a Londra nel 1603 e fu una sua Lady of the Bedchamber.

La coppia ebbe tre figli:

Nel 1605 suo marito chiese il divorzio e Penelope voleva sposare Blount e legittimare i loro figli. Nel procedimento di divorzio, ha pubblicamente ammesso l'adulterio. Il divorzio è stato concesso, ma le richieste di risposarsi e legittimare i suoi figli furono rifiutati. Sposò Blount in una cerimonia privata celebrata dal suo cappellano, William Laud, poi arcivescovo di Canterbury, il 26 dicembre 1605 a Wanstead House, a Londra. Essendo una cerimonia effettuata contro il diritto canonico, la coppia venne bandita dalla corte.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

La coppia visse come marito e moglie con i loro figli fino alle loro morti. Blount morì il 3 aprile 1606 e Penelope il 7 luglio 1607.

Musa[modifica | modifica wikitesto]

Penelope era considerata una delle bellezze della corte di Elisabetta I. Aveva i capelli biondi e gli occhi scuri, era una cantante e ballerina di talento e parlava correntemente francese, italiano e spagnolo[4].

Si pensa che Philip Sidney si sia ispirato a lei per scrivere Astrophil e Stella. Il poeta minore Richard Barnfield, dedicò la sua prima opera, The Affectionate Shepherd, pubblicata nel novembre 1594, a Penelope[3]. Bartholomew Yong le dedicò la sua traduzione dell'opera Diana di Jorge de Montemayor, John Davies di Hereford le dedicò dei sonetti da parte di Henry Constable[3].

Il miniaturista Nicholas Hilliard è noto per aver dipinto due miniature di Lady Rich, nel 1589 e 1590. Uno è stato dato a Giacomo I d'Inghilterra[5] e l'altro all'ambasciatore francese.

Charles Tessier le dedicò il suo libro Le premier livre de chansons, elogiando (in italiano) il suo giudizio musicale[6], e John Dowland compose Galliard of My Lady Rich in suo onore.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Duncan-Jones, p. 182
  2. ^ Huntingdon era il cugino di primo grado di Walter Devereux, I conte di Essex, la cui madre, Dorothy Hastings, era la sorella del padre di Huntingon.
  3. ^ a b c Historical Dictionary of British Women p. 371
  4. ^ Duncan-Jones, p. 188
  5. ^ Portrait of a lady, possibly Penelope, Lady Rich, c.1590, su royalcollection.org.uk. URL consultato il 22 febbraio 2009.
  6. ^ Duncan-Jones, p. 185

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN75063652 · ISNI (EN0000 0000 2986 1702 · CERL cnp01140886 · LCCN (ENn84229956 · GND (DE134199448 · J9U (ENHE987007421205005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n84229956
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