Pena di morte in Mongolia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La pena di morte non è più in vigore in Mongolia dal 2012 dopo due anni di moratoria. Prima era uno dei 58 paesi su 197 elencati da Amnesty International a mantenere la pratica della pena di morte.[1] Il metodo di esecuzione in genere era la fucilazione con proiettile nel collo.

Fino al 2012, venivano puniti cinque crimini con la pena capitale:

  • atti di terrorismo commessi per motivi politici;
  • atti di terrorismo commessi contro rappresentanti di uno Stato straniero per motivi politici;
  • sabotaggio;
  • omicidio premeditato commesso con le aggravanti:
  • stupro con circostanze aggravanti.

Solamente uomini di età compresa tra i 18 e i 60 all'epoca del reato potevano essere giustiziati: le donne non erano invece più soggette alla pena di morte.[2][3]

Il governo aveva preso in considerazione l'abolizione della pena di morte per tutti i reati a eccezione dell'omicidio premeditato e dei crimini in circostanze aggravate.[2] Era consuetudine una sorta di moratoria parziale anche per il fatto che il presidente Cahiagijn Ėlbėgdorž era contro una tale pratica.[2]

Un rapporto di Amnesty International riportava tuttavia che la Mongolia - come la Cina, il Vietnam, Malesia e Singapore - eseguisse in segreto le sentenze.[4][5] La famiglia del prigioniero non veniva informata della data dell'esecuzione, né del luogo della sepoltura.[2] Sempre secondo Amnesty International, nel 2007, 45 persone sarebbero state condannate a morte, ma il numero effettivo delle esecuzioni non sarebbe stato rivelato dalle autorità.[5] Si pensa che nel 2008 siano state giustiziate cinque persone.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "Abolitionist and retentionist countries" Archiviato il 15 febbraio 2015 in Internet Archive., Amnesty International
  2. ^ a b c d e “Le président mongol veut abolir la peine de mort”, Le Monde, 14 gennaio 2009
  3. ^ Comunicato stampa della United Nations Human Rights Commission, 22 marzo 2000
  4. ^ "La peine de mort, une pratique entourée de secret" Archiviato il 10 marzo 2014 in Internet Archive., Amnesty International, 15 aprile 2008
  5. ^ a b (FR) Document - Condamnations à mort et exécutions recensées en 2007, su amnesty.org, Amnesty International, 15 aprile 2008. URL consultato il 10 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2008).
    «De nombreux pays tels que la Chine, la Malaisie, la Mongolie et Singapour procèdent aux exécutions dans le secret et refusent de divulguer des informations sur le recours à la peine capitale.[...] Malaisie et en Mongolie. Toutefois, en raison du secret qui entoure le recours à la peine capitale dans ces deux pays, l'organisation n'a pas été en mesure d'obtenir des informations fiables»