Patrimoni dell'umanità dell'Honduras

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

I patrimoni dell'umanità dell'Honduras sono i siti dichiarati dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità in Honduras, che è divenuto parte contraente della Convenzione sul patrimonio dell'umanità l'8 giugno 1979[1].

Al 2022 i siti iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità sono due, mentre quattro sono le candidature per nuove iscrizioni[1]. Il primo, il sito maya di Copán è stato iscritto nella lista nel 1980, durante la quarta sessione del comitato del patrimonio mondiale. Due anni dopo, nella sesta sessione, la Riserva della biosfera del Río Plátano è divenuta il secondo sito honduregno riconosciuto dall'UNESCO. Un sito è considerato culturale, secondo i criteri di selezione, uno naturale. Un sito, la Riserva della biosfera del Río Plátano, è stato iscritto nella Lista dei patrimoni dell'umanità in pericolo dalla XXXV sessione del Comitato per il patrimonio dell'umanità il 22 giugno 2011, su richiesta del governo honduregno, per sensibilizzare e mobilitare la popolazione alla sua conservazione[2].

Siti del Patrimonio mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Foto Sito Luogo Tipo Anno Descrizione
Sito maya di Copán Copán Ruinas Culturale
(129; iv, vi)
1980 Scoperte nel 1570 da Diego García de Palacio, le rovine di Copán, uno dei siti più importanti della civiltà Maya, non furono scavate fino al XIX secolo. La cittadella in rovina e le imponenti piazze pubbliche rivelano le tre principali fasi di sviluppo prima che la città fosse abbandonata all'inizio del X secolo[3].
Riserva della biosfera del Río Plátano Dipartimento di Colón, Dipartimento di Gracias a Dios, Dipartimento di Olancho Naturale
(196; vii, viii, ix, x)
1982 Situata sullo spartiacque del Río Plátano, la riserva è uno dei pochi resti di foresta pluviale tropicale dell'America centrale e presenta una flora e una fauna abbondanti e varie. Nel suo paesaggio montuoso che degrada verso la costa caraibica, oltre 2000 indigeni hanno conservato il loro stile di vita tradizionale[4].

Siti candidati[modifica | modifica wikitesto]

Foto Sito Luogo Tipo Anno Descrizione
Riserva della biosfera del Río Plátano Dipartimento di Colón, Dipartimento di Gracias a Dios, Dipartimento di Olancho Naturale
(6383; vii, ix, x)
01/02/2019 La Riserva della biosfera del Río Plátano è stata iscritta nella Lista del Patrimonio mondiale nel 1982 come uno dei siti naturali pionieristici in tutta l'America Latina e i Caraibi. Già al momento dell'iscrizione, era la più grande area protetta del paese che si estendeva su circa 350 000 ettari della Mosquitia honduregna. A livello nazionale, tuttavia, l'area designata è stata da allora sostanzialmente ampliata a circa 630 000 ha con un'ulteriore zona cuscinetto di circa 200 000 ha. A differenza del sito esistente, che comprendeva circa 120 000 ettari di fitta foresta contigua di latifoglie, l'area candidata comprende la stragrande maggioranza del blocco forestale contiguo, circa 210 000 ettari che coincidono con la zona centrale della riserva della biosfera[5].
Fortezza di San Fernando de Omoa Omoa Culturale
(6540; iv)
11/06/2021 La fortezza non è un edificio unico e isolato, ma fa parte del complesso del Recinto fortificato di El Real, la prima fortificazione realizzata a protezione della costruzione della fortezza, dove si trovano i magazzini del re: i forni di calce e mattoni di Milla Tres, un sito di evidente origine coloniale data la progettazione, il materiale di costruzione, la muratura e il fossato asciutto, elemento caratteristico che lo differenzia dalla maggior parte delle altre fortezze delle coste del Mar dei Caraibi[6].
Rifugio di El Gigante Marcala Culturale
(6542; iii, iv, v)
11/06/2021 Sebbene esistano altre località dell'America centrale che testimoniano il primo insediamento dell'istmo, nessun'altra località mostra così chiaramente come El Gigante il carattere dinamico delle società di cacciatori-raccoglitori e il loro stile di vita adattivo negli altopiani centroamericani e in Mesoamerica in generale durante l'Olocene inferiore e medio. Questo trasforma questa località in un paesaggio organicamente evoluto[7].
Città minerarie dell'Honduras centrale e meridionale: Santa Lucía, Cedros, Ojojona-Guazucarán, San Antonio de Oriente, Tegucigalpa, Yuscarán, El Corpus Cedros, El Corpus, Ojojona, San Antonio de Oriente, Santa Lucía, Tegucigalpa, Yuscarán Culturale
(6543; iv)
11/06/2021 Questa serie di città minerarie è un chiaro esempio della ricchezza mineraria sfruttata dall'epoca coloniale a quella repubblicana. Queste città sono inserite in modo unico nel loro ambiente, generando paesaggi armoniosi e pittoreschi, che grazie alla loro modesta architettura vernacolare, strade di ciottoli, patrimonio religioso e industriale, riflettono i modi di vita associati all'estrazione di minerali, così come le tradizioni orali e espressioni di religiosità popolare profondamente radicate nella popolazione[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (ENFR) Honduras, su whc.unesco.org. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  2. ^ (EN) World Heritage Committee puts Río Plátano Biosphere Reserve on Danger List at the request of Honduras, su whc.unesco.org, 22 giugno 2011. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  3. ^ (ENFR) Maya Site of Copan, su whc.unesco.org. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  4. ^ (ENFR) Río Plátano Biosphere Reserve, su whc.unesco.org. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  5. ^ (ENFR) Rio Platano Biosphere Reserve, su whc.unesco.org. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  6. ^ (ENFR) San Fernando de Omoa Fortress, su whc.unesco.org. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  7. ^ (ENFR) El Gigante Rockshelter, su whc.unesco.org. URL consultato il 15 gennaio 2023.
  8. ^ (ENFR) Mining Towns of Central and Southern Honduras: Santa Lucía, Cedros, Ojojona-Guazucarán, San Antonio de Oriente, Tegucigalpa, Yuscarán, El Corpus, su whc.unesco.org. URL consultato il 15 gennaio 2023.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]