Palazzo Vicereale

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Palazzo Vicereale
Il palazzo Vicereale e quello Reale in una pittura di un anonimo napoletano del XVIII secolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàNapoli
Coordinate40°50′13.6″N 14°14′57.38″E / 40.837112°N 14.249272°E40.837112; 14.249272
Informazioni generali
CondizioniDemolito
CostruzioneXVI secolo
Inaugurazione1543
Demolizione1837
UsoPalazzo reale
Piani3
Realizzazione
ArchitettoFerdinando Manlio e Giovanni Benincasa
CommittenteBorbone di Napoli

Il palazzo Vicereale, denominato anche palazzo Vecchio[1], era un palazzo di Napoli, ubicato nei pressi dell'attuale piazza Trieste e Trento: costruito nel 1543, venne abbattuto nel 1837.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Con la caduta degli Aragonesi, il regno di Napoli venne conquistato dalla Spagna nel 1503, perdendo la propria autonomia: ebbe inizio il viceregno spagnolo[2]. La dominazione durò all'incirca due secoli: tale periodo viene visto come un periodo cupo, anche se Napoli, all'epoca una delle città più grandi d'Europa conservò un vivace fermento culturale[2]. La città era governata dai viceré e fu sotto uno di questi, Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, governatore dal 1532 al 1553, già autore del completamento delle mura iniziate dagli Aragonesi e della realizzazione dei cosiddetti Quartieri Spagnoli, che si costruì il palazzo Vicereale: la sede per il nuovo palazzo fu scelta al termine di una strada aperta dallo stesso Pedro, via Toledo[3]. Il nuovo edificio venne costruito a partire dal 1543 su disegno degli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa[3]: inoltre, tra il palazzo e il mare, il re fece realizzare un giardino, i cui lavori erano già partiti nel 1540, ornato con piante e animali esotici[4]. Le decorazioni furono affidate a Giovanni Tommaso Villani[5]. Tuttavia, nel 1600, il nuovo viceré, Fernando Ruiz de Castro, con la collaborazione del suo architetto, Domenico Fontana, decise di costruire un nuovo Palazzo Reale[6]: questo sorse a ridosso del palazzo Vicereale, che subì già la demolizione di una torre, provocando lo sdegno di Giovan Battista Cavagna[7], e utilizzò gran parte del suolo occupato dai giardini. Perse quindi anche la funzione di ospitare il viceré. Nel 1734 Napoli divenne nuovamente capitale di un regno autonomo sotto i Borbone: Ferdinando II delle Due Sicilie attuò un ampliamento del Palazzo Reale e su direzione dei lavori da parte di Gaetano Genovese, il palazzo Vicereale venne abbattuto nel 1837[1].

Il palazzo Vicereale era collocato obliquamente tra il Palazzo Reale e il Teatro di San Carlo, nell'area della odierna piazza Trieste e Trento: si trattava di una costruzione a corte, con una facciata modesta e due torri angolari, una delle quali abbattuta poco dopo la sua costruzione, per far posto al costruendo Palazzo Reale[7]; in sostanza aveva la forma di una residenza fortificata, tipica dell'epoca[8]. Oltre al piano terra, il palazzo aveva altri due piani e, internamente, una cappella, il cui portale in legno intagliato si conserva come porta d'ingresso della cappella del Palazzo Reale[9]; anche altre opere d'arte del palazzo Vicereale sono state trasferite all'interno del Palazzo Reale[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Touring Club Italiano, p. 122.
  2. ^ a b Sapio, p. 13.
  3. ^ a b Sapio, p. 17.
  4. ^ Sapio, pp. 17-18.
  5. ^ Napoli, Palazzo Reale, Alfonso Grasso, http://www.ilportaledelsud.org/palazzo_reale.htm. URL consultato il 17 maggio 2017.
  6. ^ Sapio, pp. 21-22.
  7. ^ a b Sapio, p. 36.
  8. ^ Il Palazzo Reale di Napoli nel periodo del Viceregno Spagnolo (PDF), su Palazzorealenapoli.it. URL consultato il 15 marzo 2016.
  9. ^ Touring Club Italiano, p. 128.
  10. ^ Touring Club Italiano, pp. 124-128.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]