Mura di San Ginesio

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Mura di San Ginesio
Mura e Porta Picena, con abbellimento in vista del Palio
Localizzazione
StatoBandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
CittàSan Ginesio
Coordinate43°06′31.26″N 13°18′57.94″E / 43.108683°N 13.316095°E43.108683; 13.316095
Informazioni generali
TipoMura con porte e torri
StileMedievale
Costruzione1308-1458
MaterialePietra arenaria
Informazioni militari
Utilizzatore
Funzione strategicaDifesa
Azioni di guerra
Fonti citate nel corpo dell'articolo
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

«Da queste mura Signori, si legge la storia di San Ginesio. Esse narrano la sua storia meglio d'ogni altro documento»

Le mura di San Ginesio sono una delle 4 cinte murarie, rimaste quasi completamente integre, a difesa cittadina di San Ginesio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

San Ginesio, sin dall'epoca romana, sopravvisse per 300 anni senza una linea difensiva, per la sua naturale difesa data dalla posizione elevata e dalle colline che lo circondano.[2][3] Un piccolo tratto difensivo, però, negli anni 1000 era presente e copriva una piccola parte di territorio, precisamente l'attuale colle San Giovanni. Si presuppone che questa fortificazione sia stata costruita con materiali semplici e deperibili, probabilmente un terra pieno con fossato e una palizzata lignea.[4] L'inizio del suo ampliamento venne approvato dal Rettore della Marca Anconitana Pietro Capocci il 2 settembre 1250, poiché nel 1248 il governo ginesino appoggiò il papato durante la faida tra guelfi e ghibellini.[5] A causa della diatribe tra il paese e Fermo, e di conseguenza con la Marca fermana, gli abitanti iniziarono a costruire nel XIV secolo la prima di quattro cinte murarie.[2] Il 12 dicembre 2022 il Comune ha approvato la costruzione di un parco che percorre tutta la cinta muraria, opera che dovrebbe essere realizzata 150mila euro provenienti dal Piando Nazionale di Ripresa e Resilienza.[6] Il parco dovrebbe avere una lunghezza complessiva di circa 2280 mt lineari, con pista pedonale e pista ciclabile.[7]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Composte anticamente da 8 porte (di cui oggi 4 accessibili e 1 in ruderi) oggi le mura, di cui si conserva quasi interamente il primo strato, sono una delle maggiori attrazioni turistiche del paese.[8][9] La popolazione, a costruzione completata, decisero di tassarsi annualmente per la manutenzione e i restauri. La cinta muraria è merlata alla guelfa ed è interrotta da torri rettangolari.[10] Anticamente, le mura erano provviste di un fossato e si presuppone che la loro costruzione fosse data in appalto.[5]

Mura di San Nicola[modifica | modifica wikitesto]

Mura di San Nicola

Le mura di San Nicola (San Nicola dall'omonimo santo) sono una parte delle attuali mura castellane del paese. La leggenda narra che il santo impedì il loro crollo con l'imposizione dei suoi arti, mentre era di passaggio. I devoti che passavano di lì effettuavano un segno della croce e raccoglievano l'acqua piovana all'interno dell'incavatura creata con l'imposizione degli arti.[11][12] Queste mura sono presumibilmente il continuo dell'espansione che il cardinale Pietro Capocci approvò per il Comune: nel XVIII secolo l'abate Mario Mariotti nel suo Descrizione della terra di San Ginesio descrive questo tratto come ricco di macerie provenienti da un massiccio muro che nasce dalla oramai scomparsa Porta Brugiano, anche se nella seconda metà del XX secolo solo pochi ruderi sono rimasti di queste mura, presenti anche sotto la chiesa di San Gregorio Magno e di Villa Giuffrè.[4]

Le porte[4][8][9][10][modifica | modifica wikitesto]

  • Porta Picena, chiamata anche Porta Nuova (accessibile): la sua data di costruzione è ignota, anche se molti studiosi sostengono che sia stata costruita per ultima. Nel 1887, insieme a Porta Offuna, venne restaurata e, in seguito al lavoro, vennero eliminati i ruderi che costituivano la controporta e venne ridotta in latezza.
  • Porta Offuna (accessibile): prende il nome dal castello di Giuffone, in contrada Battifolle. Documentata fin dal 1251, venne restaurata nel 1887 insieme a Porta Picena. Secondo alcune ipotesi, vista la grandezza della struttura e la conformazione del territorio, nonché la rapida salita per giungere in paese, si presuppone che nel medioevo la sua posizione non fosse quella attuale;
  • Porta Ascarana, chiamata anche Porta di Capocastello o Porta degli Zoccolanti (accessibile): prende il nome dalla famiglia degli Ascari o degli Ascarani, che proprio da questa porta cercarono di attuare un tradimento ai danni della comunità ginesina. La porta era registrata nei documenti contenuti nella Pieve Collegiata, oramai perduti, fin dal 1147.
  • Porta Alvaneto, chiamata anche Porta del Virgigno (accessibile): prende il nome dal castello di Alvaneto o del Virgigno e venne restaurata nel XVI secolo da Francesco Gualtieri.
  • Porta Mercato, chiamata anche Porta Mercatale (ruderi): prende il nome dal piazzale dove anticamente si svolgeva il mercato. Decaduta a livello sociale già nel XIX secolo, si è ipotizzato che aprisse in prossimità di uno spazio destinato alla coltura e ai servizi funebri della comunità ebraica, divisa dal paese con la greazione di un ghetto nei pressi dell'attuale Piazza Holland. Nonostante l'allontanamento degli ebrei dalla città, la porta non ritornò ad essere utilizzata.[13]
  • Porta Brugiano (distrutta): prende il nome dal castello Brugiano, nella frazione di Santa Croce. Da questa porta i fermani tentarono di assaltare San Ginesio nella notte del 30 novembre 1377. Questo evento è conosciuto come battaglia della Fornaria ed è rappresentato nel quadro di Nicola d'Ulisse chiamato Quadro di San Andrea. Questa porta cadde probabilmente quando intorno ad essa vennero scavati, nel XVII secolo, dei pantani.
  • Porta Giardino (distrutta); prende il nome dal giardino comunale. Il catasto gregoriano ci indica la sua posizione, anche se è documentata fin dal 1348 quando Rodolfo II da Varano ne decretò il potenziamento difensivo.
  • Porta Trensano (distrutta): prende il nome dal castello di Trensano, in contrada Cesa. Costruita nei pressi del monastero di San Giacomo, il catasto gregoriano ci permette di ottenere una descrizione dettagliata della sua precedente collocazione. Si presuppone che cadde in disuso dopo che il Castello di Ripe venne provvisto di mura cittadine.
  • Porta delle Cogge (non documentata): oramai completamente inesistente, prende il nome da una fonte d'acqua oggi esistente, posta lungo la SP Faleriense 45. Di questa costruzione non si hanno conoscenze, né della sua precedente ubicazione, anche se, secondo lo storico Febo Allevi, dopo la seconda guerra mondiale se si raggiungeva la casa privata di Pasquale Caporaletti si potevano ammirare i resti di questa porta.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Targa apposta lungo il giro delle Mura, in via dei Tiratori
  2. ^ a b Le mura di San Ginesio, su siviaggia.it.
  3. ^ Comune di San Ginesio, su siusa.archivi.beniculturali.it.
  4. ^ a b c F. Cortella, Da incastellamento a città: le mura urbane
  5. ^ a b P.F. Pistilli, D. Frapiccini e R. Cicconi.
  6. ^ Sergio Marcelli, REALIZZAZIONE DI UN PARCO LINEARE PUBBLICO ATTORNO ALLE MURA CASTELLANE CON ADEGUAMENTO STATICO E SISMICO DEL PONTE DELLA PANORAMICA Lotto funzionale 1 OPERE STRUTTURALI DI ADEGUAMENTO STATICO E SISMICO DEL PONTE DELLA PANORAMICA finanziato in parte con fondi PNRR M2C4I2.2 - DETERMINA A CONTRARRE, su halleyweb.com, 12 dicembre 2022.
  7. ^ Comune di San Ginesio, REALIZZAZIONE DI UN PARCO LINEARE ATTORNO ALLE MURA CASTELLANE CON ADEGUAMENTO STATICO E SISMICO DEL PONTE DELLA PANORAMICA, su halleyweb.com, Dicembre 2022.
  8. ^ a b La storia di San Ginesio, su turismo.comune.sanginesio.mc.it.
  9. ^ a b San Ginesio - Castelli e fortificazioni, su sibillini.net.
  10. ^ a b Febo Allevi e Giuseppe Crispini, San Ginesio, Ravenna, Angelo Longo Editore, 1969.
  11. ^ Come indicato nell’iscrizione del cartello turistico.
  12. ^ Mura di San Nicola, su beniculturali.marche.it.
  13. ^ Pepe Ragoni, Le mura castellane, su www.sanginesio.org, 3 marzo 2012. URL consultato il 4 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Porzi, San Ginesio terrazza delle Marche potente castello medievale piceno, Monte San Giusto, Edizioni Candarella e Casarola, 1986
  • Comune di San Ginesio Assessorato alla Cultura, Inaugurazione dell'archivio storico comunale, 7 Sett. 1993, San Ginesio 1995
  • Ermelinda Gazzera, Sancto Ginesio e lo suo antiquo archivio (secc. XII-XVIII), Tolentino, 1915
  • Febo Allevi, G. CRISPINI, San Ginesio, Ravenna 1969
  • Giuseppe Salvi, Memorie storiche di San Ginesio, Camerino 1889
  • Giuseppe Salvi, L'Archivio comunale di S. Ginesio nelle Marche, in Le Marche, Anno VI, 1, 2-3, Senigaglia, 1906
  • L. ZDEKAUER, Di un preteso "Collegium doctorum" a Sanginesio nel dugento, in Atti e memorie D.S.P.M., 10, 1, Ancona, 1931
  • Pio Francesco Pistilli, David Frapiccini, Rossano Cicconi, La Chiesa collegiata di San Ginesio. Una storia ritrovata, Centro internazionale di studi gentiliani, 2012, ISBN 8895385039.
  • Fabrizio Cortella, Da incastellamento a città: le mura urbane, in La Chiesa collegiata di San Ginesio. Una storia ritrovata, Centro internazionale di studi gentiliani, 2012, ISBN 8895385039.

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