Auditorium Sant'Agostino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Auditorium Sant'Agostino
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSan Ginesio
IndirizzoVia Giacomo Matteotti
Dati tecnici
TipoAuditorium
Realizzazione
CostruzioneXIII secolo (chiesa) e XVIII secolo (auditorium)Romanico e barocco
Inaugurazione1230 (chiesa) XIX secolo (auditorium)
ArchitettoCarlo Antonio Sassi
ProprietarioComune di San Ginesio
Sito ufficiale
Coordinate: 43°06′26.91″N 13°19′12.94″E / 43.107475°N 13.320261°E43.107475; 13.320261

L'auditorium Sant'Agostino è un auditorium che si trova nell'omonimo complesso monumentale a San Ginesio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'ex chiesa di Sant’Agostino venne costruita nel XIII secolo, precisamente nel 1230, in stile romanico e venne intitolata a Santa Maria Maddalena,[1] mentre l'annesso Convento degli Agostiniani (ora sede dell'IIS Alberico Gentili) venne costruito solamente nel 1295.[2] I resti romanici, tuttora visibili nelle murature, vennero conservati nonostante i continui restauri della chiesa.[3] Con la costruzione del cenobio, che si trovava nei pressi della cinta muraria del paese come voleva l'usanza dei frati agostiniani, la chiesa venne intitolata proprio a Sant'Agostino. Nel corso dei secoli le strutture vennero continuamente restaurate: la prima volta avvenne nel XVI secolo, la seconda nel 1615, la terza nel XVIII secolo, precisamente nel 1726, dove vennero commissionati numerosi lavori da padre Fulgenzio Rossi[2] e la quarta sempre nello stesso secolo, su progetto dell'architetto svizzero Carlo Antonio Sassi,[4] precisamente tra il 1750 ed il 1756. Nei lavori si decise di demolire la facciata romanica, con un protiro con colonne sostenute da quattro leoni,[5] e costruirne una in stile barocco[3] di tipo bavarese o austriaco.[6] Nel 1799, a causa di un violento terremoto che colpì la cittadina, la chiesa subì vari danni che portarono all'obbligo di abbattere il campanile della chiesa.[3][7][8] Con l'unità d'Italia, il convento e la chiesa, dopo la soppressione dell'ordine degli agostiniani, divennero di proprietà del Regno d'Italia.[9] Il terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017 colpì l'auditorium e il convento a lui annesso, facendoli diventare inagibili.[10]

Nel mese di settembre 2022 al suo interno dell'auditorium sono stati ritrovati vari oggetti utilizzati a scopo religioso denominati come "tesoro di Sant’Agostino". Gli oggetti ritrovati sono sia decorativi, come pennacchi e stoffe, sia utensili, come chiodi, uncini, stoppini e portacandele, mentre i più particolari sono un cavo elettrico in rame rivestito di stoffa con interruttore, un corporale e una bandiera bipartita dai colori dello stemma comunale con al centro l'Occhio della Provvidenza.[11]

Decorazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le mura perimetrali solo decorate con sei cappelle, tre per lato, dove all'interno sono conservate delle opere che raffigurano la vita del santo. Nella cappella dedicata a Sant'Andrea, precisamente quella centrale posta a sinistra dell'ingresso, si trovava il Quadro di Sant'Andrea, opera di Nicola d'Ulisse commissionata dal governo cittadino per rappresentare la storica battaglia locale, conosciuta come Battaglia della Fornarina. Le altre cappelle sono dedicate a San Giovanni, alla Vergine del Carmine, a San Tommaso. Nel 1643 il Comune decretò il ripristino di alcuni ornamenti dell'altare, utilizzando i denari di chi non pagò delle gabelle nel passato. L'organo al suo interno, costruito dal padre agostiniano Mariano Mariani, venne restaurato da Giuseppe Attili nel 1726.[5]

Hoc Opus[modifica | modifica wikitesto]

Sala principale della mostra

Con la locuzione latina Hoc Opus si indica una mostra d'arte, chiamata Hoc Opus. Ritorno alla bellezza, di opere prelevate dopo il sisma dalla pinacoteca e dalle chiese ginesine, ritornate nel territorio comunale dopo 4 anni, precisamente nel mese di luglio 2020.[12][13]

La mostra comprende:

Sezione "D. Malpiedi"[modifica | modifica wikitesto]

L'ex sagrestia della chiesa sono esposte le opere del ginesino Domenico Malpiedi. Le opere sono:

  • Due angeli adorano la Colomba dello Spirito Santo, (prima metà del XVII secolo)
  • I santi Lucia, Biagio e Apollonia, (prima metà del XVII secolo)
  • La nascita della Vergine Maria, (prima metà del XVII secolo)
  • Martirio di San Bartolomeo, (prima metà del XVII secolo)
  • Sant'Amico di Rambona, (prima metà del XVII secolo)
  • San Michele Arcangelo, (prima metà del XVII secolo)
  • I santi Lucia, Biagio e Apollonia, (attribuito - prima metà del XVII secolo)
  • Madonna di Loreto, (prima metà del XVII secolo)
  • Annunciazione, (prima metà del XVII secolo)
  • I santi Lucia, Biagio e Apollonia, (prima metà del XVII secolo)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AUDITORIUM SANT'AGOSTINO, su ediliziazzacconi.it.
  2. ^ a b Luigi Maria Armellini, Il Quadro di S.Andrea, San Ginesio, 1994.
  3. ^ a b c SAN GINESIO CHIESA E CONVENTO DI SANT’AGOSTINO (XIII°SEC.), su sibilliniweb.it.
  4. ^ Come indicato nell’iscrizione sul portale d’ingresso
  5. ^ a b Comune di San Ginesio.
  6. ^ G. Marchini, L'architettura barocca nelle Marche, in Atti del XI Congresso di Storia dell'Architettura, Roma, 1959.
  7. ^ Archivio Storico di San Ginesio, sezione antica, informazioni tratte attraverso studi.
  8. ^ G. Can. Salvi, Memorie storiche di Sanginesio (Marche) in relazione con le terre circonvicine, Camerino, Tipografia Savini, 1889.
  9. ^ Decreto del 3 gennaio 1861
  10. ^ Auditorium di S. Agostino, su turismo.comune.sanginesio.mc.it.
  11. ^ Il ”Tesoro di Sant’Agostino”, su San Ginesio Turismo. URL consultato il 27 ottobre 2022.
  12. ^ HOC OPUS. Ritorno alla Bellezza, su icom-italia.org.
  13. ^ “HOC OPUS. Ritorno Alla Bellezza”: In Mostra Le Preziose Opere Pittoriche Della Pinacoteca Antica Di San Ginesio, su uss-sisma2016.beniculturali.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di San Ginesio e Assessorato turismo beni e attività culturali, San Ginesio, San Ginesio, 2006.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]