Maria Antonia di Koháry

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Maria Antonia di Koháry
Principessa di Sassonia-Coburgo-Koháry
NascitaBudapest, 2 luglio 1797
MorteVienna, 25 settembre 1862
DinastiaKoháry
PadreFerenc József di Koháry
MadreMaria Antonia von Waldstein zu Wartenberg
ConsorteFerdinando di Sassonia-Coburgo-Gotha
Religionecattolicesimo

Maria Antonia di Koháry (nome completo: Marie Antoinette Koháry de Csábrág et Szitnya; Budapest, 2 luglio 1797Vienna, 25 settembre 1862) è stata una nobildonna ungherese antenata di molti monarchi europei.

Famiglia d'origine[modifica | modifica wikitesto]

Maria Antonia era l'unica figlia del principe Ferenc József di Koháry, e di sua moglie, Maria Antonia von Waldstein zu Wartenberg[1]Nel 1795 suo fratello Antonio morì, lasciandola unica erede della famiglia Koháry.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 2 gennaio 1816[1] a Vienna, il principe Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Koháry, figlio del duca Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld e della duchessa Augusta di Reuss-Ebersdorf.

Con il suo matrimonio tutta la sua eredità, che comprendeva terre dell'attuale Slovacchia, passò al marito.

Ebbero quattro figli:[1]

Tra i loro discendenti si annoverano: Pietro V di Portogallo, Luigi I di Portogallo, Carlo I di Portogallo, Manuele II di Portogallo, Federico Augusto III di Sassonia, Carlo I d'Austria, Otto d'Asburgo, Ferdinando I di Romania, Carlo II di Romania, Ferdinando I di Bulgaria, Boris III di Bulgaria, Simeone II di Bulgaria ed Enrico d'Orléans, conte di Parigi.

Fino allo scoppio della prima guerra mondiale, i suoi discendenti, la linea di Sassonia-Coburgo-Gotha-Koháry della Casa di Wettin, sono stati tra i tre più grandi proprietari terrieri dell'Ungheria.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì il 25 settembre 1862 a Vienna. Fu sepolta nel mausoleo di famiglia nel cimitero di Glockenberg, a Coburgo[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Darryl Lundy, Genealogia di Maria Antonia Koháry, su thepeerage.com, thePeerage, 10 maggio 2003. URL consultato il 6 ottobre 2009.
  2. ^ Harald Sandner: Das Haus Sachsen-Coburg und Gotha 1826 bis 2001; Eine Dokumentation zum 175-jährigen Jubiläum des Stammhauses in Wort und Bild, Neue Presse, Coburg, 2001, ISBN 3-00-008525-4, p. 321

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