Malacothrix typica

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Topo gerbillo
Immagine di Malacothrix typica mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Famiglia Nesomyidae
Sottofamiglia Dendromurinae
Genere Malacothrix
Wagner, 1843
Specie M.typica
Nomenclatura binomiale
Malacothrix typica
Smith, 1834
Sinonimi

M.harveyi

Il topo gerbillo (Malacothrix typica Smith, 1834) è un roditore della famiglia dei Nesomiidi, unica specie del genere Malacothrix (Wagner, 1843), diffuso nell'Africa meridionale.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 65 e 95 mm, la lunghezza della coda tra 28 e 42 mm, la lunghezza del piede tra 16 e 26 mm, la lunghezza delle orecchie tra 18 e 22 mm e un peso fino a 20 g.[3]

Caratteristiche craniche e dentarie[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio presenta un rostro sottile, un palato largo e una scatola cranica piccola e rotonda. Le radici dei denti masticatori sono molto lunghe. La costrizione inter-orbitale è pronunciata. Le arcate zigomatiche sono ampie. La bolla timpanica è di medie dimensioni, i fori palatali sono lunghi e grandi e si estendono posteriormente a circa metà del primo molare. Gli incisivi sono stretti. Il terzo molare superiore è ridotto.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 0 0 1 1 0 0 3
3 0 0 1 1 0 0 3
Totale: 16
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è lunga, densa e setosa. Le parti superiori variano dal marrone chiaro al bruno-rossastro. Sono spesso presenti una striscia dorsale nerastra, una macchia scura sul capo e una su ogni anca. Lungo i fianchi sono visibili delle striature nerastre o marroni. Le parti inferiori e le zampe sono bianche. Le orecchie sono molto grandi e ricoperte di piccoli peli biancastri. Le zampe anteriori hanno 4 dita. I piedi sono allungati ed estremamente sottili ed hanno 4 dita, caratteristica unica tra i Muroidea. La pianta dei piedi è ricoperta di peli. La coda è molto corta, uniformemente biancastra e ricoperta densamente di peli. Le femmine hanno 2 paia di mammelle pettorali e 2 paia inguinali.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie terricola e notturna. Costruisce cunicoli che portano a camere situate a circa 60–120 cm di profondità. All'interno di esse sono presenti dei nidi di foglie e talvolta di piume d'uccelli. La terra di riporto dei tunnel scavati viene solitamente trasportata lontano dalle tane. Frequenta spesso percorsi tracciati dal bestiame, sentieri e strade sterrate. Torna solitamente al rifugio prima dell'alba.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di semi e altre parti vegetali.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

In Botswana è stata osservata una stagione riproduttiva durante i mesi più caldi e umidi dell'anno, da agosto a marzo. Le femmine danno alla luce 2-7 piccoli più volte l'anno, dopo una gestazione che varia da 22 a 35 giorni. Raggiungono la maturità sessuale dopo 51 giorni.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nell'Africa meridionale dall'Angola sud-occidentale al Lesotho occidentale.

Vive in savane e arbusteti aridi, deserti caldi e temperati.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 6 sottospecie[3]:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato che questa specie è ampiamente diffusa anche in aree protette e non appare al momento in declino, classifica M.typica come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Coetzee, N. & Griffin, M. 2008, Malacothrix typica, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Malacothrix typica, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ a b Skinner & Chimimba, 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ronald M. Novak, Walker's Mammals of the World, 6th edition, Johns Hopkins University Press, 1999. ISBN 978-0-8018-5789-8
  • J.D.Skinner & Christian T.Chimimba, The Mammals of the Southern African Sub-region, 3rd Edition, Cambridge University Press, 2005, ISBN 978-0-521-84418-5.

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