Linda Pini

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Linda Pini

Linda Pini, pseudonimo di Gerlinda Filippini (Milano, 2 novembre 1896Roma, 27 ottobre 1971), è stata un'attrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Milanese residente nel quartiere di Isola,[1] debuttò nel cinema a vent'anni per iniziativa di Soava Gallone che la incontrò mentre lavorava in un negozio di mode. Con il nome di Tilde Pini prese parte al primo film Cavalleria rusticana, interpretando il ruolo di Santuzza.

Linda Pini in Fuochi di artificio (1938)

Negli anni successivi passa ad altre Case di produzione, tra cui la Silentium, dove incontra il regista Guglielmo Zorzi, che la dirigerà in numerose pellicole. Alla Electa di Torino partecipa a film diretti da Bonnard. È anche presente in film prodotti dalla Medusa e dalla Fert. La sua attività era caratterizzata da uno stile molto espressivo, femminile e realista, in contrasto con il gusto recitativo dannunziano in voga negli anni venti e trenta.[2]

Nel 1925, quando la produzione cinematografica italiana è di fatto bloccata da una crisi profonda iniziata nel dopoguerra, la Pini abbandona lo schermo.

Tra la fine degli anni venti e durante gli anni trenta collabora con Giovanni D'Anzi che è pianista a Milano al Pavillon Doré, night club all'interno del Trianon, caffè concerto dove si tenevano riviste e si esibivano canzonettisti esordienti e di fama e frequentato anche da Benito Mussolini quando ancora era un semplice giornalista. Sarà lei che qui canterà per la prima volta, una sera dell'agosto 1935, O mia bèla Madonina, composta la notte prima da Giovanni D'Anzi proprio al Pavillon.

Nel 1939, quando ormai il cinema è passato al sonoro, lascia il Trianon e interpreta Fuochi di artificio, per la regia di Gennaro Righelli, dove verrà accreditata nei titoli di testa come Gery Land, fatto singolare per un periodo in cui era forte la contrarietà verso nomi e parole stranieri. Questa seconda parte della sua carriera durerà tuttavia poco, interrotta dallo scoppio della seconda guerra mondiale, e resta incerta l'attribuzione di una seconda pellicola.[3]

Dopo la fine della guerra, non risultano altri film interpretati dalla Pini. Sarà invece attiva nel teatro, partecipando nella stagione 1948 - 49 alla rivista di Alfredo Polacci ne Il cielo é tornato sereno, con Renato Rascel. Nel 1950 il suo ritiro definitivo. Muore a Roma il 27 ottobre 1971; riposa al cimitero del Verano.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema muto[modifica | modifica wikitesto]

Cinema sonoro[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ In penombra, n. 3, marzo 1919.
  2. ^ Questo giudizio è tratto dalla scheda sull'attrice contenuta nel Filmlexicon, citato in bibliografia.
  3. ^ a b La partecipazione alla zia di Carlo é controversa. Secondo Stelle d'Italia - citato in bibliografia - non ci sono riscontri alla presenza della Pini nel "cast" e la pellicola risulta irreperibile. Anche Savio in Ma l'amore no non la cita.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Le notizie biografiche sull'attrice sono tratte dalle seguenti opere:

  • Filmlexicon degli autori e delle opere, Roma, Edizioni di "Bianco e nero",1961. ISBN non esistente
  • Francesco Savio, Ma l'amore no. Realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime (1930-1943), Milano, Sonzogno, 1975. ISBN non esistente
  • Stefano Masi, ed Enrico Lancia, Stelle d'Italia. Piccole e grandi dive del cinema italiano - vol. I (1930 - 1945), Roma, Gremese, 1994. ISBN 88-7605-617-3
  • Roberto Chiti, Enrico Lancia, Andrea Orbicciani, Roberto Poppi: Dizionario del cinema italiano - Le attrici, Roma, Gremese, 2003. ISBN 88-8440-214-X

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