Lidia Maksymowicz

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Lidia Maksymowicz

Lidia Maksymowicz (Oswiecim, 15 novembre 1940) è un'attivista e scrittrice polacca, superstite dell'Olocausto.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lidia Maksymowicz mentre incontra Papa Francesco nell'udienza generale del 26 maggio 2021

Sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e attiva testimone della Shoah, attualmente vive a Cracovia, in Polonia. I suoi nonni non passarono la selezione e andarono subito alle camere a gas, sua mamma passò e andò ai lavori forzati mentre lei fu assegnata nella baracca dei bambini come cavia del famigerato dottor Mengele, l'angelo della morte.

«"Una donna della generazione 'dei bambini della guerra', ha esordito Lidia che ha trascorso tre anni nel “blocco dei bambini” subendo diversi esperimenti medici come, per esempio, l’inoculazione di virus e di soluzione salina da parte del dottor Mengele sfuggito, per altro, al giudizio delle sue atrocità. La signora Lidia, nata in Bielorussia, così ricorda quel medico e antropologo noto per i crudeli esperimenti medici e di eugenetica: "Tutti i bambini sapevano chi era Mengele e ne avevano terrore. Considero una missione raccontare questa storia, lo devo a quelli che non ce l'hanno fatta e sono morti".»

Un Docufilm le è stato dedicato dal titolo: "70072 La Bambina che non sapeva odiare" prodotto dall'Associazione La Memoria Viva di Castellamonte sotto la regia di Elso Merlo.

Lidia Maksymowicz al Gran Paradiso (versante Canavesano)

Il docufilm parla della vacanza in Italia in cui Lidia Maksymowicz, accompagnata dall’Ambasciatrice de La Memoria Viva Renata Rychlik, racconta la sua storia. Una storia lunga quasi 80 anni, con le sottolineature e i commenti di Samuel Modiano, Italo Tibaldi, Liliana Segre, Tadeusz Jakubowicz, don Angelo Bianchi, Giorgio Benvenuto, Riccardo Nencini, Marcello Martini, monsignor Luigi Bettazzi, Virginia Tiraboschi, Ananda Craxi, Giuliano Amato, Stefano Andreotti e Laura Boldrini.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

www.lamemoriaviva.it