Kōnstantinos Simōnidīs

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Kōnstantinos Simōnidīs (Simi, 5 novembre 1820Alessandria d'Egitto, 18 ottobre 1890?) è stato un avventuriero e falsario greco, famoso per i suoi falsi di documenti dell'antichità greca.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque sull'isola di Simi, presso Rodi, il 5 novembre 1820 (o, secondo altre fonti, l'11 novembre 1824); da ragazzo tentò invano di uccidere il patrigno e fu poi costretto a fuggire. Nel 1837 lavorò nella stamperia di un famoso libraio. In seguito fu ospitato dallo zio Benedictos, che era abate in un monastero russo sul monte Athos (penisola sacra alla religione ortodossa). Fu in quel periodo che venne a contatto con gli antichi manoscritti greci, apprendendo i segreti dei copisti: tra i suoi primi falsi vi furono alcuni testi medioevali, ma anche icone.

Nel 1850 pubblicò una descrizione dell'isola di Cefalonia corredata da 205 mappe, da lui "ritrovate", realizzata dal geografo Euliro, che sarebbe vissuto nel IV secolo a.C. L'esame dello stile e del contenuto ne dimostrano la falsità. Dopo il 1850 si trasferì a Costantinopoli dove conosceva diplomatici e dignitari che gli resero possibile la partecipazione agli scavi dell'Ippodromo. Nel 1853 si recò in Inghilterra con manoscritti veri e falsi e, nel 1855, raggiunse Lipsia. Cercò di vendere per 2000 talleri (che però non incassò mai) 70 fogli di una falsa Storia egizia composta dal re Uranio al classicista Wilhelm Dindorf, che li rivendette per più del doppio all'Accademia delle scienze berlinese. La truffa fu smascherata da Alexandros Lykourgos e Konstantin von Tischendorf[1]. Simonidis fu quindi espulso dalla Prussia.

In seguito Simonidis fuggì in Egitto facendo perdere le proprie tracce. Si spacciò per morto di peste il 19 ottobre 1867 ad Alessandria, dove invece continuò il suo lavoro fino alla morte naturale, sopraggiunta verso il 1890. Lo storico Jacob Burckhardt, nel 1882 scrisse che Simonidis apparteneva alla categoria dei falsari spinti da un irresistibile impulso, da un mirabile virtuosismo più che dalla sete di denaro[2]. Morì povero il 18 ottobre 1890.

Simonidis e il papiro di Artemidoro[modifica | modifica wikitesto]

Un frammento del papiro di Artemidoro

Il filologo Luciano Canfora, che è il più noto assertore della falsità del Papiro di Artemidoro, ritiene che il reperto sia opera di Simonidis. Lo studioso italiano ha raccolto diversi argomenti a sostegno della sua tesi: dagli interessi geografici di Simonidis, alle numerose convergenze linguistiche fra il testo del papiro e vari scritti di Simonidis[3], fino ad una sorta di autoidentificazione di Simonidis con Artemidoro: in una sua autobiografia fittizia, Simonidis descrive un proprio viaggio lungo l'Egitto che ricalca il viaggio di Artemidoro nella stessa terra, così come descritto da Strabone. Secondo l'archeologo Salvatore Settis, invece, l'autenticità del papiro non può essere messa in discussione.[4]

Un datato intervento del filologo inglese Richard Janko ha messo in luce possibili identità stilistiche fra i disegni realizzati da Simonidis e quelli presenti sul papiro[5]. Ha fatto scalpore, inoltre, la singolare coincidenza tra la tavola n° 13 del manuale del pittore autodidatta Nouvelle méthode pour apprendre à dessiner sans maître, pubblicato a Parigi da Charles-Antoine Jombert nel 1740, e i disegni di arti umani in varia postura che compaiono sul recto del presunto Artemidoro[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pierer's Universal-Lexikon 1857, 4. Auflage, zeno.org
  2. ^ Rassegna stampa sul portale Archaeogate Archiviato il 2 agosto 2012 in Archive.is.
  3. ^ L. Canfora, Il papiro di Artemidoro, Laterza, Roma-Bari 2008.
  4. ^ S. Settis, Artemidoro. Un papiro dal I secolo al XXI, Einaudi, Torino 2008. Settis riprende i dati già pubblicati nell'editio princeps del papiro (Led, Milano 2008).
  5. ^ R. Janko, «Classical Review» 59, 2009, pp. 403-410.
  6. ^ «Corriere della Sera» 14 novembre 2010, p. 36.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Miscellanies, The Journal of Sacred Literature, ed. Harris Cowper, Vol. II, Edinbourgh, 1863, pp. 248–253.
  • Alexandros Lykourgos, Enthüllungen über den Simonides-Dindorfschen Uranios (Rivelazioni sull'Uranios di Simonidis e Dindorf).
  • Luciano Canfora, Il viaggio di Artemidoro. Vita e avventure di un grande esploratore dell'antichità, Milano, Rizzoli, gennaio 2010.
  • Rüdiger Schaper, L'odissea del falsario. Storia avventurosa di Costantino Simonidis, Bologna, Bup, 2013.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN41507833 · ISNI (EN0000 0000 4649 6292 · SBN BRIV189033 · BAV 495/121341 · CERL cnp00430086 · LCCN (ENno2002044861 · GND (DE121262057 · J9U (ENHE987007373100605171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2002044861