Josve Aiazzi

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«Ma, a proposito di Aiazzi, che a volte era un simpatico burlone, ricordo questa piccola perla. Eravamo andati a ripetere “per allenamento” lo Spigolo degli Scoiattoli sulla cima Ovest di Lavaredo. Di questo fantastico spigolo me ne aveva parlato entusiasticamente il brianzolo Barba Mario Burini e, alla prova dei fatti, devo dire che aveva ragione. Incorporato appunto nella cima Ovest, visto frontalmente appare come una immaginosa scultura di un gigante artista. Un tiro sopra il grande strapiombo iniziale della via si arriva ad una comoda nicchia, proprio sul filo dello spigolo, abbastanza grande da poter ospitare due persone sedute e ben assicurate con degli ottimi chiodi. Intanto, aveva cominciato a grandinare e così pensammo bene di fermarci lì a bivaccare. Josve, malgrado il posto comunque esiguo, incurante del maltempo, si sentiva tranquillo e disse ilare: "da questo buco non mi tolgono nemmeno con il cavatappi".[1]»

Josve Aiazzi

Josve Aiazzi (Prato, 13 aprile 1925Monza, 28 maggio 2010) è stato un alpinista italiano membro del gruppo Pell e Oss di Monza e del Club Alpino Accademico Italiano, straordinario secondo di cordata di Andrea Oggioni, con cui ha messo a segno un incredibile numero di salite.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Aiazzi(centro) in compagnia di Oggioni(sinistra) e Aste(destra) sulla Cima d'Ambiez dopo aver aperto la 'via della concordia'. Foto scattata da Angelo Miorandi, quarto componente della cordata.

Fu uno dei fondatori del 'Pell e Oss', un gruppo molto attivo di Monza. Cresciuto nell'ambiente della Grignetta, ben presto trovò in Andrea Oggioni e Walter Bonatti i compagni abituali di imprese dal sapore leggendario. Con attrezzatura alpinistica più che sommaria (sacchi di iuta da patate usati come sacchi da bivacco, scarponi fabbricati con il cartone, corde di canapa) essi affrontarono con grande coraggio e con immensa passione tutti gli itinerari dei maestri dell'anteguerra[2] (Cassin, Ratti, Gervasutti, Soldà, Carlesso, Detassis). Tra le molte difficoltà esistenziali, Aiazzi, come d'altronde i suoi amici monzesi e lecchesi, seppe esprimere un alpinismo di altissimo livello su tutta la catena alpina, sacrificando alla passione alpinistica ogni attimo libero della sua vita. Soprattutto con Andrea Oggioni formò una cordata affiatatissima, ritenuta all'epoca come una delle migliori d'Europa, al livello di altre cordate famose come la Livanos-Gabriel o la Couzy-Desmaison. Aiazzi è ricordato particolarmente come secondo di cordata velocissimo e resistente, all'altezza di ogni situazione e su ogni terreno.

Numerosissime le imprese compiute su tutto l'arco alpino. Tra le più significative è da ricordare la prima salita del gran diedro orientale della Brenta Alta (1953), la prima invernale della via Costantini-Apollonio sul pilastro della Tofana (1953), la prima salita della Via della Concordia sulla parete est della Cima d'Ambiez (1955), tutte con Andrea Oggioni. Sempre nelle Dolomiti. Aiazzi ha compiuto prime ascensioni di livello estremo con il roveretano Armando Aste, mentre nelle Alpi Centrali (Masino) ha realizzato prime ascensioni con altri alpinisti del gruppo monzese (Taldo, Nusdeo, Pizzocolo); Da ricordare la via Centenario Cai sulla parete sud della Punta Ferrario. Nel campo dell'alpinismo extraeuropeo è da ricordare la sua partecipazione alla spedizione italiana alle Torri del Paine[3] in Patagonia(1962-1963). La cordata di Punta italiana, composta da Armando Aste, Josve Aiazzi, Vasco Taldo, Nando Nusdeo, Carlo Casati e Giancarlo Frigieri fu di poche ore preceduta da un gruppo britannico guidato da Barry Page sulla torre centrale, mentre salì in prima assoluta la torre sud, dedicando la via al caro amico morto pochi anni prima: Andrea Oggioni.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Insieme all'amico e compagno Andrea Oggioni è protagonista del film "La Grignetta" di Renato Gaudioso.
  • "Sesto grado in Patagonia"[4], regia di Renato Cepparo, fotografia di C. Casati, Vasco Taldo. Film sulla spedizione alle torri del Paine[5] del 1962-1963. Il lungometraggio vinse come miglior film di montagna al Trento film festival del 1963.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere ordine al merito della repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 27 Dicembre 1968

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Josve non ha mai scritto libri ma talvolta ha redatto racconti sulle sue imprese per "Lo scarpone", celebre rivista del C.A.I.[1] Di seguito alcuni libri dei suoi compagni in cui, ovviamente, si parla anche di lui.

Libri di Andrea Oggioni[modifica | modifica wikitesto]

Libri di Armando Aste[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archivio dei periodici del Cai., su tecadigitale.cai.it.