Il tempo dei lupi

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Il tempo dei lupi
Una scena del film
Titolo originaleLe temps du loup
Lingua originalefrancese, rumeno
Paese di produzioneFrancia, Austria, Germania
Anno2003
Durata113 min
Generedrammatico, catastrofico, orrore
RegiaMichael Haneke
SoggettoMichael Haneke
SceneggiaturaMichael Haneke
ProduttoreMargaret Ménégoz, Veit Heiduschka, Michael Weber (co-produttore)
Produttore esecutivoMichael Katz
FotografiaJürgen Jürges
MontaggioNadine Muse, Monika Willi
Effetti specialiTissi Brandhofer, Milan Rakicky, Suli Rakicky, Vincenz Rammer, Harry Siebler
ScenografiaChristoph Kanter
CostumiLisy Christl
TruccoWaldemar Pokromski, Thi-Loan Nguyen, Stéphan Malheu, Claus Lulla, Ellen Just, Elzbieta Bumbul, Nikolaj Espinosa Bach
Interpreti e personaggi

Il tempo dei lupi (Le temps du loup) è un film del 2003 diretto da Michael Haneke, presentato fuori concorso al 56º Festival di Cannes.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Una classica famiglia (padre, madre, figlio e figlia) si reca nella propria casa di campagna, ma la trova già occupata da alcuni sconosciuti. Il capofamiglia viene freddato a fucilate, la moglie e i suoi due figli molto giovani, scacciati. Per i superstiti inizia un'odissea angosciante: anche i dintorni sono inospitali, la gente del paese è asserragliata nelle case, nessuno dà ospitalità alla donna. Diventa difficile procurarsi da mangiare e trovare un riparo. Inoltre il bambino soffre di momenti quasi catatonici, ancora sconvolto dalla morte violenta del padre. Più avanti si uniscono ad un gruppo di profughi rifugiati in una stazione ferroviaria, in perenne attesa che arrivi un treno su cui cercare di salire per cercare salvezza altrove. Cosa sia successo intorno a loro, non è dato sapere. Una catastrofe indefinita ha reso gli uomini simili ai lupi. L'ambiente è costantemente nebbioso, i mezzi di sostentamento scarseggiano, tutto diventa strumento di baratto. In mezzo a comportamenti violenti e criminali, o semplicemente a manifestazioni di isteria e di egoismo, si distinguono anche comportamenti di generosità ed altruismo. Proprio in relazione a queste condotte (nelle scene finali, un uomo interviene salvando la vita al figlio della protagonista, che sta per gettarsi nel fuoco e facilitare la sopravvivenza alla madre e la sorella) si apre uno spiraglio di salvezza, coerente con le immagini finali, che mostrano una campagna deserta ripresa dai finestrini di un treno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Official Selection 2003, su festival-cannes.fr. URL consultato l'8 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2013).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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