Icilio Calzecchi Onesti

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Icilio Calzecchi Onesti
NascitaPredappio, 1911
MorteMarmarica, 29 maggio 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàCarristi
Reparto1º Reggimento alpini
Anni di servizio1931-1942
GradoCapitano di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Icilio Calzecchi Onesti (Predappio, 1911Marmarica, 29 maggio 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Predappio, provincia di Forlì, nel 1911, figlio di Atto e Sofia.[2] Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica presso il Liceo di Ancona, venne arruolato nel Regio Esercito ed ammesso, il 2 novembre 1931, a frequentare la Scuola allievi ufficiali di complemento di Spoleto e nel giugno 1932 fu promosso sottotenente.[2] Assegnato al 93º Reggimento fanteria "Messina" fu posto in congedo il 31 gennaio 1933.[2] Poco tempo dopo chiese di essere inviato in Colonia e nel marzo successivo, sbarcato a Bengasi, fu assegnato dapprima al XV Battaglione eritreo, poi al IX Battaglione libico ed infine, nel luglio 1934, al 4º Reggimento fanteria coloniale.[2] Nel marzo 1935 fu trasferito a domanda nel Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana e con il XIII Battaglione eritreo del 2º Raggruppamento arabo somalo, partecipò alla guerra d'Etiopia. Promosso tenente e rientrato in Italia nel 1936, venne successivamente trasferito al 33º Reggimento fanteria carristi di Parma.[2] Nel settembre 1941 venne destinato alla III Brigata corazzata Littorio mobilitata. Promosso capitano, partì per l'Africa Settentrionale Italiana nel febbraio 1942, trasferito al 133º Reggimento carri mobilitato dal quale passò successivamente all'XI Battaglione carri medi distaccato alla 101ª Divisione motorizzata "Trieste". Cadde in combattimento il 29 maggio 1942, e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale addetto al comando di grande unità, chiedeva insistentemente ed otteneva il comando di una compagnia carri in operazione. Incaricato di attaccare in accompagnamento di un reggimento di fanteria motorizzata , una posizione nemica molto ben munita di artiglieria ed armi controcarro, dopo aver superato con perizia un campo minato, risolutamente affrontava il nemico che vigorosamente reagiva col fuoco e con i mezzi blindati di armamento e corazzatura superiori. Riuscito ad addentrarsi in profondità nello schieramento nemico, veniva ferito al braccio sinistro da un colpo anticarro che gli immobilizzava il proprio carro comando. Montato su un altro carro, persisteva nella lotta; colpito nuovamente, alla spalla sinistra, rifiutava ogni cura, sollecito solo di dare impulso all’azione. Ferito infine mortalmente al petto da colpo anticarro si preoccupava solo del proprio equipaggio al quale continuava a prodigare assistenza fino all’estremo della propria esistenza. Il nemico ammirato, rendeva l’onore delle armi al valoroso caduto. Regione Got el Ualeb, Marmarica, 29 maggio 1942.[3]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dino Campini, Eroismo e miserie a El Alamein, Perugia, Studio Editoriale, 1952.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 24.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]