Giuseppe Piergili

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Giuseppe Piergili (Cingoli, 15 settembre 1843Roma, 30 ottobre 1935) è stato un filologo e biografo italiano. Durante gli anni di permanenza a Recanati, riordinò la biblioteca della famiglia Leopardi e scoprì particolari inediti su Giacomo Leopardi che furono alla base di una serie di numerose pubblicazioni. Come Prospero Viani[1] e Giuseppe Cugnoni, fu tra gli studiosi che maggiormente si dedicarono all'assidua opera di ricostruzione degli scritti e della vita del Leopardi.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

"Linfa fluente", componimento scritto in occasione dell'inaugurazione del nuovo acquedotto di Spoleto

Studiò presso il seminario di Cingoli. Iniziò a lavorare ad Apiro in qualità magister grammaticalis e nel 1862 insegnò nel Ginnasio inferiore di Terni. Nel 1865 si trasferì a Recanati, dove rimase per diciassette anni, per assumere il ruolo di professore e direttore del Ginnasio Leopardi di Recanati. Conobbe il conte Giacomo Leopardi, nipote del poeta, che gli aprì le porte della biblioteca di famiglia ed ebbe modo di incontrare anche il fratello, Carlo Leopardi e la moglie Teresa Teja[3]. Nel 1867 sposò Maria Luigia dei conti Cappellari di Fano. Nel 1869 nacque il primogenito Boezio, a cui seguirono Alighiero nel 1872 ed Anna nel 1876. Successivamente svolse il ruolo di preside di Ginnasio e Liceo in numerose città: a Spoleto dal 1882 al 1900, a Matera dal 1901 al 1903[4]; a L'Aquila dal 1903 al 1905; ad Ascoli Piceno dal 1905 al 1908, ad Ancona nell'anno 1908-1909, a Spoleto nel Regio Liceo Pontano Sansi (1882-94 e 1909-12)[5] ed infine a Perugia dal 1912 al 1918. Terminata l'attività lavorativa, si trasferì prima ad Albano e poi, dopo la morte della moglie nel 1920, a Roma[6]. Nel 1892 pubblicò dei documenti inediti che sconfessarono la tesi di Antonio Ranieri, che aveva scritto di aver dovuto mantenere il Leopardi a causa della mancanza di aiuti economici da parte della famiglia Leopardi: in particolare, riportò il testo dell'ultima cambiale di mano del Ranieri sottoscritta da Leopardi, di 35 scudi incassata 4 giorni prima della morte del Poeta[7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Curatele[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

  • medaglia d'oro dei benemeriti della Pubblica Istruzione
  • medaglia d'argento dei benemeriti del prestito nazionale di guerra

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Christian Genetelli, Storia dell'epistolario leopardiano: con implicazioni filologiche per i futuri editori (PDF), 2016, p. 98, ISBN 978-88-7916-782-6, OCLC 962800617. URL consultato il 14 gennaio 2020.
    «Con Piergili, l’ormai anziano Viani sarà così costretto (già lo sappiamo) a fare i conti per una nuova, per lui ultima, edizione dell’Epistolario. La trattativa è lunga e tesa (nasce, di fatto, già nel 1882): si percepisce una forte diffidenza da parte di Viani (Piergili, fra l’altro, è inviso alla Teja)»
  2. ^ Mario Picchi, Storie di Casa Leopardi, Camunia, 1986, ISBN 978-8877670625.
  3. ^ Franco Foschi, Giuseppe Piergili, studioso di Giacomo Leopardi, Recanati, CNLS, 1992.
  4. ^ Raffaele Giura Longo, Le origini del Liceo E. Duni e la sua funzione nella società materana (PDF), in I cento anni del Liceo Duni di Matera, 2008 [1965].
  5. ^ I centenario del Liceo - Ginnasio "Gioviano Pontano" - "Achille Sansi". Cronache e saggi, Spoleto, Tipografia dell'Umbria, 1968, p. 37.
  6. ^ Giuseppe Piergili:professore e studioso di Giacomo Leopardi di Cingoli, su antiqui.it. URL consultato il 16 febbraio 2020.
  7. ^ Giuseppe Piergili, Nuovi documenti intorno agli scritti e alla vita di Giacomo Leopardi, Firenze, Le Monnier, 1892, p. XXVIII, OCLC 17423490.
    «Era in casa una vaga memoria delle cambiali che Giacomo bimestralmente traeva. Si fecero le più diligenti ricerche, e in un angolo riposto dello scrittoio di Monaldo si rinvenne intiero il mazzetto di queste tratte. Ed ora solennemente rivendico la verità, che taciuta è poco men che negata; e dico che quelle lettere di cambio scritte di mano di Ranieri, tratte a suo favore, non hanno del Leopardi che la sola firma.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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