Giuseppe Macedonio

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Giuseppe Macedonio (Napoli, 25 settembre 1906Napoli, 22 febbraio 1986) è stato un ceramista, scultore e pittore italiano.

Decorazione della Fontana dell'Esedra di Napoli (particolare,1950-54).
I miti, pannello in via Ponte di Tappia, Napoli (particolare, 1957).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Diplomatosi nel 1923, presso il Reale Istituto d'Arte Industriale di Napoli, iniziò presto a lavorare presso varie manifatture partenopee, come la Fonderia Chiurazzi, la Manifattura Mollica, la bottega Angelo Freda & figli e la Stella Ceramiche, avvicinandosi contemporaneamente anche all'ambiente futurista napoletano stringendo amicizia con Carlo Cocchia (Napoli, 1903-1986) ed Emilio Buccafusca (Napoli, 1913-1990). Tappa fondamentale per la sua crescita artistica fu la frequentazione saltuaria, tra il 1928 e il 1934, della I.C.S. (Industria Ceramica Salernitana) di Vietri sul Mare, fondata dall'imprenditore tedesco Max Melamerson[1]; è qui che entrò in contatto con numerose personalità vicine all'espressionismo di stampo tedesco quali Richard Dölker, Irene Kowaliska e l'avellinese Guido Gambone.

Dal 1938 al 1946 entrò in società con lo scultore in metalli, Romolo Vetere (Napoli, 1912-1988), dando vita alla manifattura I Due Fornaciari con sede presso il quartiere Vomero di Napoli, una piccola bottega artigiana che aveva lo scopo di rivalutare gli oggetti di uso quotidiano. Nel 1942 i due vinsero il primo premio al IV Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza[2], con il pannello in maiolica policroma Maternità e Infanzia, su disegno di Giuseppe Mazzullo[3], oggi conservato presso il Museo internazionale delle ceramiche in Faenza. Terminata la collaborazione con Vetere, fondò l’Impresa Ceramica Macedonio, specializzata in pannelli per l'architettura, l'urbanistica e l'arredamento. Tra i clienti Gino Avena, Carlo Migliardi, Vincenzo Perna, Raffaello Salvatori, Luigi Mustica e soprattutto Carlo Cocchia.

Nel 1950, in occasione della Mostra dell'Artigianato Artistico Napoletano, svoltasi presso il Palazzo della Borsa di Napoli, Peppe Macedonio vinse il primo premio con il pannello Date a Cesare quel che è di Cesare/Il pagamento del Tributo. L'opera fu poi acquistata dal Brooklyn Museum di New York per rappresentare la produzione italiana[4], oggi nella sezione arte europea[5]. Da allora fu invitato più volte a partecipare alle rassegne della produzione artigiana di settore, a Londra, Bruxelles, Roma e alla Triennale di Milano del 1951, ottenendo favorevoli critiche da Gio Ponti sulla rivista Domus[6].

L'opera più importante di Giuseppe Macedonio fu la decorazione in maiolica policroma della Fontana dell'Esedra presso la Mostra d'Oltremare di Napoli. La fontana è un esempio di architettura del verde[7], progettata nel 1938 da Carlo Cocchia e Luigi Piccinato (Legnago 1899-1983) e inaugurata nel 1940. Il rivestimento ceramico, eseguito tra il 1950 e il 1954, occupa una superficie di 1000 metri quadri e raffigura L'evoluzione dell'uomo nella natura attraverso le attività primigenie della pastorizia, della caccia e dell'agricoltura[8].

Dagli anni Sessanta in poi, Macedonio si avvicinò alle avanguardie storiche, realizzando pannelli e manufatti influenzati dall'arte informale e dall'art brut, a cui aggiunse un originale sperimentazione nell'ambito della ceramica, della porcellana e degli smalti[9]. Tra le opere l'arredo liturgico della Nuova Chiesa parrocchiale di Casal Velino Marina (SA), le decorazioni del Cinema Teatro Italia nel Grattacielo di Gallipoli (LE) e le sculture vincitrici al Concorso Nazionale di Ceramica Donato Massa promosso dal Comune di Pietrastornina (AV)[10].

In una intervista del 1978 affermò: «Ho guardato alla ceramica come ad un fatto di antica pittura, cosicché il supporto plastico è stato un mezzo su cui poggiare la pittura. Ed ho guardato alla pittura così come la guardavano nel Rinascimento, come elemento di colore nella casa dell'uomo, necessario alla fantasia dell'uomo. L'uomo non ha bisogno, come dice Le Corbusier, di tanti metri cubi di spazio, o di tanti metri quadri, secondo un criterio rigidamente matematico; oltre che degli elementi materiali che gli sono indispensabili, ha bisogno di espressione, di fantasia, d'immaginazione, che va coltivata attraverso il segno: così come abbiamo un segno che indica la parola, allo stesso modo abbiamo dei segni che indicano sentimenti, e cioè pittura, scultura. Io mi sono sempre attenuto a questo principio, e mi sono sempre rivolto agli altri, collocando le mie opere dappertutto, anche a prezzo irrisorio, pur di arrivare alla gente, a portare il mio contributo di ‘dire di sentimenti’» [11].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito un parziale elenco delle opere del maestro Giuseppe Macedonio:

Anno Tipologia Denominazione Localizzazione Comune Prov. Note Link foto
1930 Maiolica policroma Donna con bambino Museo Napoli Novecento 1910-1980 (Castel Sant'Elmo) Napoli NA In collaborazione con Aldo Stella [12]
1942 Pannello Maternità e Infanzia (I Due Fornaciari) Museo Internazionale della Ceramica in Faenza Faenza RA Su modello di Giuseppe Mazzullo
1943 Tazze Tazzoni da latte per l'American Red Cross In collaborazione con Romolo Vetere ed Emilio Buccafusca
1947 Vetrina Via Toledo Napoli NA Gioielleria D'Anna [13]
1950 Pannello Fanciulle che si pettinano Vico Sant'Anna di Palazzo Napoli NA Per l'Hotel Royal di Positano, oggi a Napoli Sotterranea
1950 Pannello Il pagamento del Tributo. Date a Cesare quel che è di Cesare Brooklyn Museum New York USA L'opera vinse il primo premio all'Esposizione dell'Artigianato Artistico Napoletano
1950 Maiolica policroma Volto d'uomo Museo Napoli Novecento 1910-1980 (Castel Sant'Elmo) Napoli NA Bozzetto per la Fontana dell'Esedra [14]
1954 Fontana L'evoluzione dell'uomo nella natura attraverso le attività primigenie della pastorizia, della caccia e dell'agricoltura Mostra d'Oltremare Napoli NA Fontana dell'Esedra [15]
1954 Pannello La Commedia dell'Arte Cinema Adriano in via Monteoliveto Napoli NA Oggi l'edificio è adibito a supermercato
1957 Pannelli La Donna e la Natura - I Miti - I primi lavori dell'Età della pietra - La Famiglia, la Casa e il Lavoro Edificio in via Ponte di Tappia Napoli NA Su incarico dell'architetto Raffaello Salvatori
1963 - 1965 Pavimento Decorazione con motivi floreali Villa di Donato a Sant'Eframo Vecchio Napoli NA Su incarico di Antonio De Mennato
1967 - 1972 Pannelli Decorazione della facciata e degli androni Parco Vanna in via Jannelli Vomero NA Su incarico dei De Martino
1970 - 1974 Pannelli Decorazione della facciata e del Teatro Italia Grattacielo su Corso Roma Gallipoli LE Su incarico dell'architetto Vincenzo Perna
1970 - 1974 Pannelli e maioliche policrome Intero arredo liturgico Chiesa Parrocchiale di Casalvelino Marina Casalvelino Marina SA Su incarico di Don Giuseppe Matonti
1975 Bozzetto acquerellato L'età primitiva Museo Storico Archeologico di Nola Nola NA Bozzetto per abitazione privata a Gallipoli

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G.Borrelli, Giuseppe Macedonio ceramista e scultore, pag.139
  2. ^ G.Ballardini, Il IV Concorso Nazionale della Ceramica, in "Cellini.Rivista di Artigianato Italiano", 2-3, Novembre-Dicembre 1942
  3. ^ Pannello "Maternità e Infanzia" (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza)
  4. ^ Walter Dorwin Teague, Italy at work: record of a journey, in "Interiors Industrial Design", 1950
  5. ^ Pannello "Pagamento del tributo" (Brooklyn Museum di New York)
  6. ^ G.Ponti, La ceramica italiana, in "Domus.Rivista mensile di architettura, arte e design", 260, 1951
  7. ^ C.Coccia/L.Piccinato, Le Fontane dell'Esedra, in "Architettura", 1/2, 1941
  8. ^ G.Borrelli, Giuseppe Macedonio ceramista e scultore, pag.140
  9. ^ D.Lucignano/S.Catullo, Giuseppe Macedonio, scultore maiolicaro, pag.162
  10. ^ Catalogo del Concorso di ceramica "Donato Massa" di Pietrastornina, su www3.asmenet.it. URL consultato l'8 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  11. ^ M.R.Pastore, Macedonio tra Prassitele e Le Corbusier, in "Corriere del Vomero", aprile 1978, pag.8
  12. ^ Donna con bambino
  13. ^ Vetrina D'Anna
  14. ^ Volto d'uomo
  15. ^ Fontana dell'Esedra

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gennaro Borrelli, Un poeta della scultura maiolicata: Giuseppe Macedonio, in «Realtà del Mezzogiorno», 10, 1974, pp. 757-764.
  • Gennaro Borrelli, Giuseppe Macedonio ceramista e scultore, in «Napoli Nobilissima, rivista di arti figurative, archeologiche e urbanistica», XXV, 1986, pp.137-141.
  • Mariana Borrelli, Giuseppe Macedonio ceramista napoletano. La ceramica tra leggenda e realtà, in «Arte napoletana nei secoli: saggi di storia dell'arte a Napoli», a cura di Rosario Pinto, Euroedit, Napoli 1995, pp.99-110.
  • Eduardo Alamaro, La Collina maiolicata, in «Ca:Ceramica per l'Architettura», 33, novembre 1998, pp.14-21.
  • Gli anni difficili. Le arti a Napoli dal 1920 al 1945, a cura di Mariantonietta Picone Petrusa, Electa, Napoli 2000, pp.53-66, pp.77-81, pp.358-59.
  • Gaia Salvatori, Nelle maglie della storia. Produzione artistico-industriale, illustrazione e fotografia a Napoli nel XX secolo, Luciano edizioni, Napoli 2003, pp.83-85.
  • Giorgio Napolitano, La Ceramica di Posillipo 1937-47: un viaggio nell'immaginario e nella memoria della città di Napoli nella prima metà del 900, in «Quaderni della Ceramica», a cura di Matilde Romito, Centro studi salernitani Raffaele Guariglia, Provincia, Assessorato ai beni culturali, turismo e spettacolo, 2003, pp.95-99, pp.104-109.
  • Daniele Lucignano e Stefania Catullo, Giuseppe Macedonio scultore maiolicaro, con prefazione di Gennaro Borrelli e Lucia Serena Macedonio, introduzione di Maria Grazia Gargiulo, Edizioni Fioranna, Napoli 2011.
  • La ceramica del Novecento a Napoli. Architettura e decorazione, Atti del Convegno del 18 marzo 2011, Palazzo Reale di Napoli, Edizioni Fioranna, Napoli 2012, pp.295-320.
  • Daniele Lucignano, Giuseppe Macedonio disegni e bozzetti, con prefazione di Stefano Causa e contributo di Giorgio Napolitano, Edizioni Fioranna, Napoli 2012.
  • Per una storia delle arti decorative del '900 a Napoli. Ceramiche dal Liberty all'esperienza della Mostra delle Terre d'Oltremare, a cura di Mariagrazia Gargiulo, Napoli Castel Sant'Elmo Polo Museale della Campania 2016, pp. 40–41, pp. 70–75.
  • Giorgio Napolitano, La ceramica a Napoli dallo Storicismo al Novecento, Edizioni Fioranna, Napoli 2016, pp. 293–306.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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