Giulio Cesare Borromeo

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Giulio Cesare Borromeo
Ritratto di Giulio Cesare Borromeo di Ambrogio Figino, 1560 circa, Pinacoteca Ambrosiana
NascitaArona, 13 novembre 1517
MorteMilano, 5 agosto 1572
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Sacro Romano Impero
Forza armataEsercito del Sacro Romano Impero
ComandantiGian Giacomo Medici
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Giulio Cesare Borromeo
Conte di Arona
Stemma
Stemma
In carica1562 –
1572
PredecessoreGiberto II Borromeo
SuccessoreRenato I Borromeo
TrattamentoSua Eccellenza
Don
Altri titoliPatrizio milanese
NascitaArona, 13 novembre 1517
MorteMilano, 5 agosto 1572 (54 anni)
DinastiaBorromeo
PadreGiberto II Borromeo
MadreVirginia Montefeltro della Rovere
ConsorteMargherita Trivulzio
FigliRenato
Isabella
Federico
Laura (ill.)
ReligioneCattolicesimo

Giulio Cesare Borromeo (Arona, 13 novembre 1517Milano, 5 agosto 1572) è stato un condottiero e nobile italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Giulio Cesare Borromeo era fratello cadetto di Giberto II, padre di san Carlo Borromeo, e cognato di Gian Giacomo Medici detto il Medeghino, fratello maggiore di Margherita Medici, madre del futuro arcivescovo milanese. Come figlio ultrogenito venne dal padre destinato ad intraprendere la carriera ecclesiastica e ancora giovanissimo venne nominato Abate dei Santi Graziano e Felino.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Giulio Cesare sposò a Milano nel 1551 la nobile Margherita Trivulzio, figlia di Renato, signore di Formigara, e di Isabella Borromeo dei Conti d'Arona.

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Quando nel 1545 il Medeghino sposò Marzia Orsini, sorella della nuora di papa Paolo III e zia di due cardinali e di due Duchi Farnese, quel matrimonio prestigioso indusse Giulio Cesare Borromeo ad abbandonare la carriera ecclesiastica in favore del nipote Carlo, col fine di abbracciare quella militare, entrando al servizio di Gian Giacomo Medici, condottiero al soldo di Carlo V d'Asburgo.

Come scrive Federico Rossi di Marignano[1] per poterlo fare fu costretto

««a rinunciare alla titolarità dell’abbazia benedettina dei Santi Gratiniano e Felino di Arona, beneficio che in famiglia si pensò di trasferire al piccolo Carlo Borromeo, sette anni, il quale – escluso dalla successione dinastica per effetto del maggiorasco – da quel momento poté contare su una rendita propria per provvedere a se stesso»

Il Borromeo era stato educato fin da giovane al mestiere delle armi e dall'età di 16 anni aveva militato nell'esercito di Carlo V, anche nelle guerre contro i protestanti tedeschi. L'attribuzione di rendite ecclesiastiche di una abbazia su cui la famiglia esercitava il giuspatronato, fu solo il modo di assicurargli proventi finanziari.

Abbandonò definitivamente le cariche ecclesiastiche, quando seguì il condottiero Gian Giacomo Medici[2]. Divenne anche esperto nella costruzione di luoghi fortificati, come il Castello sforzesco di Milano, con la realizzazioni di punte che permettevano il fuoco incrociato contro gli assalitori.

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

È molto probabile che l'idea di quel trasferimento sia stata caldeggiata dallo zio Gian Angelo Medici, allora segretario di papa Paolo III. Fu lui, in ogni caso, che si interessò degli aspetti economici del trapasso, cercando di convincere il cognato Giberto II Borromeo a riconoscere al fratello un compenso extra per quanto aveva speso in migliorie del fondo».

Giulio Cesare Borromeo morì a Milano il 5 agosto 1572.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Giulio Cesare e Margherita Trivulzio ebbero i seguenti eredi:

Ebbe inoltre una figlia illegittima da un'amante sconosciuta:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni Borromeo Filippo Borromeo  
 
Francesca Visconti di Cicognola  
Giberto Borromeo  
Maria Cleofe Pio Giberto Pio  
 
Elisabetta Migliorati  
Federico Borromeo  
Fritz di Brandeburgo Giovanni di Brandeburgo
l'Alchimista
 
 
 
Margherita di Brandeburgo  
 
 
 
Giulio Cesare Borromeo  
Guido Visconti di Somma Giambattista Visconti di Somma  
 
Regola Visconti  
Galeazzo Visconti di Somma  
Leta Manfredi Guido Antonio Manfredi  
 
Bianchina Trinci  
Veronica Visconti di Somma  
Niccolò Mauruzi da Tolentino Giovanni Mauruzi  
 
 
Antonia Mauruzi  
Lucia Castiglioni Guarnerio Castiglioni  
 
Antonia Bussone  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ biografia di Carlo Borromeo pubblicata negli Oscar Mondadori,
  2. ^ Il clima introdotto dalla Controriforma impose agli ecclesiastici che erano tali solo per percepire redditi, a rinunciare alle cariche ecclesiastiche

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]