Giovanni Battista Pellizzi

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Giovanni Battista Pellizzi

Giovanni Battista Pellizzi (Reggio Emilia, 25 maggio 1865Pisa, 5 novembre 1950) è stato uno psichiatra italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Reggio Emilia, studiò medicina all'Università di Bologna, dove ebbe come docenti il medico Augusto Murri e lo scienziato Pietro Albertoni.[1]

Conseguita la laurea, iniziò a praticare la professione presso l'ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, a quel tempo diretto da Augusto Tamburini.[1]

Si trasferì in seguito a Torino, città dove lavorò come medico ordinario presso il Regio Manicomio di Torino, e dove, nel 1895, iniziò a insegnare all'Università di Torino.[1]

Nel 1898, assume l'incarico di direttore del laboratorio anatomo-patologico del Manicomio di Collegno, all'epoca sede distaccata del Regio Manicomio di Torino, presso l'ex Certosa Reale di Collegno. Nel suo periodo torinese e collegnese, Pellizzi collaborò con medici e studiosi quali lo psichiatra Vitige Tirelli e il criminologo Cesare Lombroso.[1]

Nel 1900 inizia a insegnare presso l'Università di Sassari e nel 1904 assume l'incarico di direttore del Manicomio di Sassari.[1]

Nel 1906, si trasferisce all'Università di Pisa, della quale fu anche rettore e preside della Facoltà di Medicina.[1]

Nel 1935, andò in pensione, con la qualifica di professore emerito.[1]

Sposò in prime nozze Giannina Ferrari, sorella dello psichiatra Giulio Cesare Ferrari, e in seconde nozze la nipote dello stesso Ferrari, Amelia Sarteschi, sorella di un altro psichiatra, Umberto Sarteschi.[1]

Uno dei figli nati dal matrimonio con Giannina Ferrari fu il sociologo Camillo Pellizzi.[2]

Bisnipote di Giovanni Battista Pellizzi è, nel lignaggio scaturito dal matrimonio con Amelia Sarteschi, il politico Pietro Ichino.[3]

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Battista Pellizzi descrisse per la prima volta la macrogenitosomia precoce, una forma di pubertà precoce, chiamata appunto Sindrome di Pellizzi.[1][4]

Come studioso, si dedicò anche all'oteomatoma nei pazienti psichiatrici, all'eziologia della pellagra, alla siringomielia, all'infantilismo, all'anatomia e alla fisiologia dei plessi corioidei.[1][4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Sara Adamo, Giovanni Battista Pellizzi, su aspi.unimib.it, 19 settembre 2011. URL consultato il 25 gennaio 2022.
  2. ^ Pellizzi, Camillo nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 25 gennaio 2022.
  3. ^ Pietro Ichino, su Pietro Ichino. URL consultato il 25 gennaio 2022.
  4. ^ a b :: Rivista Sperimentale di Freniatria :: Indice Autori dal 1875 al 1909 (P-Z), su rivistafreniatria.it. URL consultato il 25 gennaio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • BENVENUTI, Marino (1950), «G. B. Pellizzi», Rivista Sperimentale di Freniatria, n. 64, pp. 3-12.

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