Giorgio Pallavicino Trivulzio

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Template:Membro delle istituzioni italiane Giorgio Guido Pallavicino Trivulzio (Milano, 24 aprile 1796Casteggio, 4 agosto 1878) è stato un patriota italiano.

Biografia

Nato in una famiglia aristocratica, dopo aver viaggiato a lungo per l'Europa si iscrisse alla Carboneria. Allo scoppio dei moti del 1820-21 partecipò attivamente all'insurrezione; in particolare, si era recato in Piemonte con Gaetano Castiglia per invitare Carlo Alberto a entrare in Lombardia. Arrestato il 4 dicembre 1821, interrogato dal magistrato inquirente Salvotti, il 22 febbraio 1823 fece ammissioni compromettenti per altri patrioti fra i quali Federico Confalonieri. Nel successivo processo Pallavicino fu condannato a morte; la pena fu poi commutata a venti anni di carcere duro che scontò nella prigione asburgica dello Spielberg (presso Brno) fino al 1832, e poi in quelle di Gradisca e di Lubiana. Amnistiato nel 1835, dopo un periodo di confino a Praga, nel 1840 tornò in Lombardia.

Riprese a svolgere attività politica dopo le Cinque giornate del 1848. Rifugiatosi dapprima in Svizzera e poi a Parigi, dove incontrò Daniele Manin, soggiornò a lungo anche a Torino e fu uno dei fondatori della Società Nazionale, di cui successe a Manin nella presidenza nel dicembre 1857. A Torino fu eletto nel parlamento dalla seconda alla sesta legislatura, e nominato senatore nell'aprile 1860.

Il Cavour, che non si fidava del segretario generale del dittatore Garibaldi Agostino Bertani, fece nominare il Pallavicino prodittatore a Napoli subito dopo l'ingresso di Garibaldi nella città (settembre 1860), Pallavicino si batté, contro il volere di Garibaldi, per l'annessione immediata delle Due Sicilie al Regno di Sardegna e venne decorato con il collare dell'Annunziata.

Successivamente venne nominato prefetto di Palermo, carica che ricoprì dal 16 aprile al 25 luglio 1862. Il 15 luglio 1862 Giuseppe Garibaldi tenne un infuocato discorso in cui invocava la liberazione di Roma; dopo la giornata dell'Aspromonte (29 agosto 1862), il primo ministro Urbano Rattazzi lo destituì e Pallavicino si ritirò a vita privata.

Onorificenze

Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria

Bibliografia

  • Giovanni Maioli (a cura di), Il fondatore della Società Nazionale : lettere autografe di G. Pallavicino a F. Foresti, 1856-1858. Roma : Società Nazionale per la storia del Risorgimento Italiano, 1907
  • Anna Koppmann (a cura di), Memorie di Giorgio Pallavicino, pubblicate per cura della moglie. Torino : E. Loescher, 3 voll. 1882-1895
  • Atto Vannucci, I martiri della libertà italiana dal 1794 al 1848, Firence : Felice le Monnier, 1860, pp. 255-266 [1]

Voci correlate

Collegamenti esterni