Gabiniani

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Gabiniani (in latino Gabiniani milites) è il nome con cui è conosciuta un'unità militare terrestre dell'esercito romano, di stanza ad Alessandria, nel regno tolemaico d'Egitto, dal 55 al 47 a.C.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 55 a.C. il governatore romano della Siria, Aulo Gabinio, ricevette da Gneo Pompeo Magno l'ordine di restaurare Tolomeo XII sul trono d'Egitto, anche senza l'approvazione del senato romano;[1] Gabinio, quindi, combatté contro Berenice IV, figlia di Tolomeo, e suo marito Archelao e rimise il sovrano egizio al potere.[2] Gabinio, però, fu costretto a tornare in Siria e lasciò in Egitto una parte del suo esercito con il compito di proteggere il re; questi uomini presero quindi il nome di Gabiniani.[3] Alla sua istituzione, questa unità militare era composta da legionari romani e circa 500 cavalieri di origine celtica o germanica, ma il numero esatto di unità è incerto.[4] Presto i soldati si mescolarono con la popolazione greca ed egizia di Alessandria, abbandonando i costumi romani.[5]

Nel 50 a.C. un nuovo governatore della Siria, Marco Calpurnio Bibulo, per far fronte a un'invasione dei Parti, mandò i suoi due figli maggiori ad Alessandria per richiedere che i Gabiniani andassero in suo aiuto; tuttavia, la guarnigione alessandrina, non volendo lasciare le proprie abitudini ad Alessandria, uccise i figli di Bibulo.[6] La regina Cleopatra, succeduta al padre, mandò quindi i soldati colpevoli in catene da Bibulo per farli condannare, ma il governatore decise di rimandarli indietro poiché voleva che fossero giudicati dal senato.[7]

Allo scoppio della guerra civile tra Cesare e Pompeo, una parte degli uomini dei Gabiniani furono inviati in appoggio a Pompeo.[8] Quando Pompeo cercò rifugio in Egitto dopo la battaglia di Farsalo due membri dei Gabiniani, il tribuno militare Lucio Settimio e il centurione Salvio, lo assassinarono nel settembre del 48 a.C.[9] Durante la guerra civile alessandrina i Gabiniani si schierarono con Tolomeo XIII contro Cesare e Cleopatra;[10] questi ultimi vinsero però la guerra e Cesare lasciò ad Alessandria i suoi uomini al posto dei Gabiniani per proteggere Cleopatra e il nuovo re Tolomeo XIV.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AppianoGuerre civili II, 24; Cassio Dione, XXXIX, 55.2-4.
  2. ^ Cassio Dione, XXXIX, 56-58.
  3. ^ Cassio Dione, XLII, 3.3; 5.4; Cesare, De Bello Civili, III, 4; Valerio Massimo, IV, 1.15.
  4. ^ Cesare, De Bello Civili, III, 4; Siani-Davies 2001, p. 36.
  5. ^ Cassio Dione, XLII, 38.1; Cesare, De Bello Civili, III, 110.
  6. ^ Cesare, De Bello Civili, III, 110; Valerio Massimo, IV, 1.15.
  7. ^ Valerio Massimo, IV, 1.15.
  8. ^ AppianoGuerre civili II, 49; Cesare, De Bello Civili, III, 4.
  9. ^ Cassio Dione, XLII, 4; Cesare, De Bello Civili, III, 104.
  10. ^ Cesare, De Bello Civili, III, 110.
  11. ^ De Bello Alexandrino, 33.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne