GTR (gruppo musicale)

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GTR
Paese d'origineBandiera del Regno Unito Regno Unito
GenereRock progressivo
Periodo di attività musicale1986 – 1987
Album pubblicati1
Studio1

I GTR erano un supergruppo progressive fondato nel 1986 da due virtuosi della chitarra rock, Steve Howe (Yes) e Steve Hackett (Genesis). Il nome "GTR" è un'abbreviazione di guitar ("chitarra")[1].

Oltre a Howe e Hackett, i GTR comprendevano Max Bacon alla voce, Phil Spalding al basso e Jonathan Mover alla batteria (Mover in seguito sarebbe diventato celebre come batterista di Steve Vai); nel corso del 1987 il posto di batterista venne occupato dall'ex Saxon Nigel Glockler[1].

I GTR realizzarono un unico album omonimo (1986), prodotto da Geoffrey Downes degli Asia, che compose anche il brano "The Hunter". GTR raggiunse lo status di disco d'oro, e il singolo When the Heart Rules the Mind rimase in classifica per 16 settimane[2]. Anche un altro singolo, The Hunter, fu trasmesso con una certa frequenza su MTV.

Nonostante il suo successo commerciale, l'album dei GTR non è generalmente molto apprezzato dai fan dei Genesis o degli Yes, che tendono a considerarlo ricco di "riempitivi" di poco spessore musicale (e a criticare l'insolita voce da tenore di Bacon).

Dopo il tour di promozione dell'album di debutto dei GTR, Hackett iniziò a dimostrare una certa insofferenza per la gestione economica del gruppo, e nel 1987 abbandonò, commentando che il progetto era stato "interessante per circa cinque minuti"[senza fonte] . I suoi commenti e le sue dichiarazioni successivi sui GTR non sono mai stati molto espliciti, e hanno dato adito ad alcune supposizioni circa l'amichevolezza dei rapporti fra Howe e Hackett[senza fonte] .

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Johannes Antonius van den Heavel (a cura di), Enciclopedia Rock, Hard & Heavy, Arcana Editrice, 1991, ISBN 88-85859-77-1.
  2. ^ (EN) When The Heart Rules The Mind, su connollyco.com. URL consultato il 31 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN160095903 · ISNI (EN0000 0001 1390 7902 · WorldCat Identities (ENlccn-n2018026422
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