Fuchiade

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fuchiade
frazione
(LLD) Fuciade
Fuchiade – Veduta
Fuchiade – Veduta
Panorama verso le Pale di San Martino
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Trento
Comune Soraga di Fassa
Amministrazione
Lingue ufficialiLadino, Italiano
Territorio
Coordinate46°23′33.47″N 11°49′39.97″E / 46.39263°N 11.82777°E46.39263; 11.82777 (Fuchiade)
Altitudine1 982 m s.l.m.
Abitanti
Frazioni confinantiFalcade (BL), Moena, Rocca Pietore (BL), San Giovanni di Fassa
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[1]
PatronoNostra Signora della Neve
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Fuchiade
Fuchiade
Fuchiade – Mappa
Fuchiade – Mappa
Posizione di Fuchiade (porzione rossa a destra), exclave del comune di Soraga di Fassa

Fuchiade (Fuciade o Fuciada nel dialetto fassano) è una frazione del comune di Soraga di Fassa, in provincia di Trento.

Pittoresco angolo delle Dolomiti,[2] la località è situata in una exclave comunale situata nei pressi del passo San Pellegrino, a circa 12 km dal capoluogo ed è una delle tappe dell'Alta via n. 2 delle Dolomiti, detta anche "Via delle leggende".

La conca di Fuchiade è dominata dalle vette meridionali del Gruppo della Marmolada: Sas de la Tascia (2.865 m s.l.m.), Cima Cadine (2.885 m), Cima Ombrettòla (2.923 m) e Sasso di Valfredda (3.003 m). La località può essere raggiunta in circa 45 minuti a piedi tramite la semipianeggiante ex strada militare italiana (sentiero 607) da Passo San Pellegrino,[3] oppure in motoslitta, gatto delle nevi o slitta a cavalli nella stagione invernale.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Pascoli di Fuchiade

Nota per i suoi pascoli d'alta quota,[4] il toponimo di Fuciade è legato alle parole ladine fučade[5] (falciate) e fuciar, che indica l'impugnatura di legno della falce impiegata per tagliare il fieno per le mucche.[6] Peraltro, secondo alcuni vi sarebbe anche un'assonanza tra il toponimo di Fuciade e quello della confinante comunità di Falcade (falčade).[7]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fuciade e Le Cirelle
Militari italiani a Fuchiade (luglio 1915)
Baracche militari distrutte dalla valanga del 9 marzo 1916

La località di Fuchiade è nota fin dal XII secolo: infatti, il comune di Soraga era originariamente un feudo del Vescovado di Bressanone, mentre Moena era sottoposto alla giurisdizione del vescovo di Trento. Per tale motivo, quando i contadini di Soraga dovevano portare le mandrie all'alpeggio della Mont de Fuciada, avvenivano spesso grandi scontri con i moenesi, i quali non volevano riconoscere i diritti di passaggio di origine medievale.[8] Per secoli vi furono continue dispute territoriali fra le comunità. Nel 1304 venne stipulato un contratto tra la Regola di Soraga e la Regola di Moena-Someda per suddividere le spese per il mantenimento della strada che conduceva all'alpeggio della Mont de Alloch, mentre in seguito si arrivò alla delimitazione dei confini nel 1551 e nel 1779, con l'apposizione di cippi tuttora presenti in alcuni punti.[9] La disputa dei confini in ogni caso continuò anche perché all'interno dell'alpeggio di Fuchiade erano presenti anche alcuni prati di proprietà di famiglie di Falcade e Moena, mentre anche il confine con la Repubblica di Venezia era a pochi passi.[10] Inoltre, gli abitanti di Falcade ritenevano che la zona di Fuchiade appartenesse a loro, poiché, trovandosi nel versante orientale del passo San Pellegrino, la località ricade nello spartiacque bellunese della valle del Biois e non in quello della valle del rio San Pellegrino, che sfocia in val di Fassa.

Nel 1854 la montagna di Fuchiade è registrata come "abbondante di fieni e pascoli, ma disastrosa per la distanza" dal capoluogo di Soraga.[11]

Durante la prima guerra mondiale vi si svolsero aspri combattimenti fra il 1915 e 1916.[12][13] In particolare, il 27 maggio 1915 il battaglione Belluno sfondò il confine austro-ungarico occupando la conca di Fuchiade,[14] mentre dal 13 giugno 1915 vi si accamparono la 266ª Compagnia del 7º Reggimento Alpini Battaglione Val Cordevole e le Compagnie 9ª e 12ª del 49º Reggimento fanteria del Regio Esercito italiano.[15] Il comando dell'accampamento fu affidato a Peppino Garibaldi, nipote di Giuseppe Garibaldi, che diede ordine di perlustrare la zona.[16] Alle 8.00 del mattino del 9 marzo 1916 si staccò dal Col Bel una grande valanga che travolse e uccise almeno 57 militari italiani: le vittime vennero inizialmente seppellite in un cimitero temporaneo a Fuchiade e in quello in località Cigolè, poi nell'ex cimitero militare di Falcade (dove tuttora è presente la cappella del Tenente Francesco Barbieri del 7º Reggimento Alpini Val Cordevole); infine i fanti furono traslati al Sacrario militare di Pocol.[17] Nel 2014, nell'anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia, è stato inaugurato a Fuchiade un monumento alla pace.[18]

Nel 1959 venne eretta la chiesetta della Madonna della neve, in commemorazione della fortunosa liberazione dei soragani che il 21 agosto 1944 furono rastrellati dai soldati nazisti.

Negli anni 1960 venne aperto il rifugio Fuchiade, inizialmente gestito dalla parrocchia di Soraga. Nel 1983 il rifugio venne rilevato da Sergio Rossi, nipote del parroco, che ampliò la struttura.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Vecchio fienile
Strada per il passo San Pellegrino, con lo sfondo del Col Margherita
Il gatto delle nevi con cui è possibile raggiungere Fuchiade d'inverno

Risale alla fine del XIX secolo la commedia Grottol, ossia dialoghi e scene pastorecce in Fucchiada di Soraga, scritta da Giuseppe Brunel (1826-1892) nella variante Brach del dialetto fassano, importante testimonianza ottocentesca del teatro popolare della Val di Fassa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  2. ^ Michele Dalla Palma, Trekking: Guida con i migliori itinerari in italia e nel mondo, Milano, Hoepli editore, 2009, p. 308.
  3. ^ Rifugi e bivacchi in Trentino Copertina anteriore, Milano, Touring Club Italiano, 2004, p. 95.
  4. ^ Trentino-Alto Adige, Milano, Touring club italiano, 1976, p. 304.
  5. ^ Participio passato femminile plurale del verbo falcāre, citato in Archivio per l'Alto Adige, 1965, p. 191.
  6. ^ Alta via Bepi Zac e Cima Uomo, su Itinerari della Grande Guerra.
  7. ^ Atti e memorie del convegno annuale, Firenze, Circolo linguistico fiorentino, 1963, p. 51.
  8. ^ Maria Josè Gaiardo, L'Agordino e la sua storia attraverso le carte geografiche, Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, 1997, p. 116.
  9. ^ (LLDIT) Mario Infelise e Fabio Chiocchetti, Su la sèides de l’Impèr: chèrtes e mapes de Fasha - La valle di Fassa nella cartografia storica sec XVI-XVIII, Vich/Vigo di Fassa, Istitut Cultural Ladin "Majon di fashegn", 1986.
  10. ^ Walter Panciera, Questioni di confine e terre di frontiera in area veneta: secoli XVI-XVIII, Franco Angeli editore, 2009, p. 248.
  11. ^ Dizionario corografico del Trentino con la regione subalpina dell'Adige, collana Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo Stato italiano, vol. 1, Milano, stabilimento di Civelli Giuseppe e Comp., 1854, p. 70.
  12. ^ Luigi Vittorio Bertarelli (a cura di), Venezia Tridentina e Cadore, Milano, Touring club italiano, 1932, p. 450.
  13. ^ Mario Vianelli e Giovanni Cenacchi, Teatri di guerra sulle Dolomiti: 1915-1917, guida ai campi di battaglia, collana Oscar Mondadori, Mondadori, 2006, p. 234.
  14. ^ Fuciade: Il comando italiano, su fassafront.com.
  15. ^ Tullio Vidulich, Storia degli alpini: le battaglie e le missioni di pace e umanitarie dell'eroica gente di montagna, Panorama, 2002, p. 84.
  16. ^ Miriam Betti Pederiva, Su la zima de L'Om - Su la ponta de L'Om, su Premio letterario nazionale "Parole attorno al fuoco", 2004.
  17. ^ Silvia Musi, Caduti valanga Fuchiade 9 Marzo 1916 (PDF)[collegamento interrotto], 2013.
  18. ^ Dario Fontanive, FALCADE - Con l'incontro dei giorni scorsi, il comitato Grande Guerra Val Biois, in Il Gazzettino, 29 novembre 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Trentino-Alto Adige: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Trentino-Alto Adige