Emilio Bozzi

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Emilio Bozzi (Milano, 29 aprile 1873[1]Milano, 21 settembre 1936[2]) è stato un imprenditore italiano dell'industria meccanica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fondò nel 1902 a Milano la "Emilio Bozzi & Co.", che costruiva biciclette[1]. Il marchio utilizzato da Bozzi per le sue biciclette era "Aurora"[1].

Nel 1907 Emilio Bozzi iniziò una joint venture con la Franco Tosi per la commercializzazione di biciclette Wolsit in Italia, di cui aveva l'esclusiva[3]. Nel 1927 la Franco Tosi uscì dalla joint venture, lasciando Bozzi unico proprietario dell'azienda legnanese, che cambiò nome in "Legnano"[2]. L'emblema dell'impresa era un'icona, abbozzata da Alfredo Binda, raffigurante il monumento al Guerriero di Legnano. L'azienda produsse il "Ciclomotore Wolsit", fabbricato tra il 1910 ed il 1914. Il brevetto fu venduto nel 1932 alla NSU Motorenwerke AG.

La squadra ciclistica Legnano diventò una delle squadre più vincenti della storia del ciclismo[4] conquistando importanti successi con Eberardo Pavesi (che diventò in seguito dirigente), Alfredo Binda (1925), Gino Bartali (1936), Fausto Coppi (1939) e Ercole Baldini (1956). Nel 1947 la Legnano acquisì anche i diritti dell'industria torinese di biciclette "Frejus".

Qualche anno più tardi, l'azienda produsse anche dei ciclomotori (1953-1979[5]). Il marchio Legnano fu rilevato dalla Bianchi nel 1987[4]. Nel 1997 i marchi Legnano e Bianchi sono stati acquistati dal Gruppo svedese Cycleurope AB, che decise di destinare il primo alle biciclette di alto livello, mentre il secondo alle biciclette meno costose[6]. Il marchio Legnano è stato poi perduto da Bianchi[7] passando, nel 2012, alla "Cicli Esperia" di Cavarzere[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c D'Ilario, 1993, p. 51.
  2. ^ a b D'Ilario, 1993, p. 53.
  3. ^ D'Ilario, 1993, p. 52.
  4. ^ a b Storia della Legnano, su newsciclismo.altervista.org. URL consultato il 27 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2014).
  5. ^ Marchi motociclistici milanesi, su storiadimilano.it. URL consultato il 29 aprile 2014.
  6. ^ (EN) Bici anonime che hanno fatto la storia del ciclismo, su teknobici.blogspot.it. URL consultato il 27 aprile 2014.
  7. ^ Bianchi perde il marchio Legnano ma è pronta a rilanciare Chiorda, su ecodibergamo.it. URL consultato il 21 luglio 2015.
  8. ^ Da oggi Legnano torna a fare la storia del ciclismo, su ciclismopavese.it. URL consultato il 27 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio D'Ilario, Ciclismo a Legnano, Legnano, Famiglia Legnanese-Banca di Legnano, 1993, SBN IT\ICCU\MIL\0252489.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Storia della "Legnano", su newsciclismo.altervista.org. URL consultato il 23 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2014).
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