Emilio Bancale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Emilio Bancale
NascitaPadova, 2 ottobre 1882
Morte29 agosto 1951
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1904-1945
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Comandante di11ª Divisione fanteria "Brennero"
VIII Corpo d'armata
XV Corpo d'armata
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Generals[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Emilio Bancale (Padova, 2 ottobre 188229 agosto 1951), veterano della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale. Durante il corso della seconda guerra mondiale fu comandante dell'VIII Corpo d'armata e poi del XV Corpo d'armata. Insignito della croce di Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia[2] e di tre medaglie d'argento al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Padova il 2 ottobre 1882[1] figlio Gaetano, ufficiale del Regio Esercito. Frequentò la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria, il 7 settembre 1904.[senza fonte]

Partecipò alla guerra italo-turca (1911-1912), e poi alla prima guerra mondiale (1915-1918) quale maggiore comandante del II battaglione del 154º Reggimento fanteria "Novara", rimanendo anche ferito il 4 luglio 1917.[senza fonte] Al termine della guerra risultava decorato con tre Medaglie d'argento al valor militare

Promosso colonnello fu comandante del 67º Reggimento fanteria "Palermo",[1] a Milano, nel triennio 1931-1933.[senza fonte]

Venne promosso generale di brigata il 1º gennaio 1936, divenendo quindi vicecomandante della 11ª Divisione fanteria "Brennero", assumendo successivamente il comando quando fu promosso generale di divisione il 20 aprile 1938.[1]

All'atto dell'ingresso in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, fu dapprima a disposizione del Capo di stato maggiore dell'esercito, Maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani, e poi a disposizione del Ministero della guerra, per incarichi speciali, presso l'ispettorato di fanteria.[senza fonte]

Il 27 agosto 1940, sostituendo il generale Remo Gambelli, divenuto comandante generale dei CCRR, assunse il comando dell'VIII Corpo d'armata,[1] che nel mese di novembre portò da Roma in Albania, venendo poi sostituito, per mutuo cambio, con il generale Gastone Gambara il 7 febbraio 1941.[senza fonte]

L'8 febbraio assunse il comando del XV Corpo d'armata[1] a Genova, che mantenne per tutto il resto della guerra. Il 21 maggio dello stesso anno gli venne conferita l'onorificenza di Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia. Il 1º gennaio 1942 fu promosso generale di corpo d'armata.[1]

A Genova venne sorpreso dall'armistizio dell'8 settembre 1943, sottraendosi alla cattura da parte dei tedeschi. Si spense il 29 agosto 1951.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 25 maggio 1941[2]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale aiutante maggiore in 1ª, coadiuvò con intelligenza e perizia il proprio comandante di reggimento nel preparare l'azione per la conquista di una posizione. All'assalto della posizione stessa, fu tra i primi a lanciarsi innanzi, soto il vivo fuoco della fucileria, mitragliatrici e artiglieria nemiche, incorando e trascinando i suoi, finché raggiunse l'obbiettivo. Sempre sotto il fuoco intenso dell'avversario, rivolse poi la sua intelligente attività al rafforzamento della posizione conquistata. Monte Cimone, 23 luglio 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con ammirevole fermezza guidava il suo battaglione, che accorreva in prima linea, attraverso una zona intensamente battuta dalle artiglierie e dalle mitragliatrici nemiche, esponendosi continuamente al pericolo per mantenere salda la compagine dei reparti. Durante un contrattacco nemico, colpito da asfissia in seguito allo scoppio di una granata carica a gas, e trasportato, svenuto, al posto di medicazione, tornava, ancora sofferente, al comando del suo battaglione, dando prova di alto sentimento del dovere. Castagnevizza, 26-28 maggio 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore in primo, fu in vari combattimenti, intelligente cooperatore del comando. In una speciale circostanza ed in un momento critico dell'azione, portò, di propria iniziativa, una compagnia a rincalzo della nostra prima linea vivamente attaccata dal nemico, riuscendo a superare in difficile situazione. Ebbe anche a distinguersi , riordinando e riconducendo al fuoco militari dispersi. Monte Coston, 18-22 settembre 1915
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 19 dicembre 1940[3]
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 8 novembre 1937[4]
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 31 maggio 1921
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 19 dicembre 1940[5]
Ufficiale dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Ufficiale di stato maggiore tra i più apprezzati per le sue elette qualità di mente; valoroso combattente e bravo comandante di soldati in pace e in guerra, più volte decorato al valore; in momenti particolarmente delicati, ha reso segnalati servizi all'Esercito ed al Paese
— Regio Decreto 2 gennaio 1936[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Generals.
  2. ^ a b Emilio Bancale, su quirinale.it. URL consultato il 18 maggio 2019.
  3. ^ Supplemento alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.178 del 30 luglio 1941, pag.22.
  4. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.80 del 7 aprile 1938, pag.5.
  5. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1941, p. 83. URL consultato il 22 agosto 2019.
  6. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.86 del 13 aprile 1937, pag.1377.
  7. ^ Bollettino Ufficiale 17 gennaio 1936, dispensa 3ª, pag.75, registrato alla Corte dei Conti lì 15 gennaio 1936, registro n.2, foglio 55.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-78159-181-4.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]