Eduardo Dalbono

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Eduardo Dalbono

Eduardo Dalbono (Napoli, 10 dicembre 1841Napoli, 23 agosto 1915) è stato un pittore e museologo italiano, artista figurativo, esponente del Verismo in pittura.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Eduardo (o Edoardo) Dalbono era figlio di Carlo, critico d'arte e di Virginia Carelli, ed era nipote di Cesare Dalbono. I familiari lo stimolarono a studiare letteratura di età romantica, ad amare musica e ad approfondire temi di storia dell'antichità e del folclore napoletano. La sua formazione artistica avvenne nell'ambito del movimento verista napoletano, noto come Scuola di Resìna, cui avevano aderito Giuseppe Mancinelli, Domenico Morelli e Filippo Palizzi, che gli diede lezioni private.

Dipinse vedute col Vesuvio e il gruppo di famiglia Sulla terrazza, in cui il paesaggio urbano - rappresentato dai tetti di Napoli - è lo sfondo di una gradevole scena borghese ottocentesca.

Nel 1866 partecipò ad un concorso con la tela Scomunica di re Manfredi, esposta poi alla Società promotrice di belle arti di Napoli nel 1868, quindi all'Esposizione nazionale di belle arti di Parma nel 1870. Nel 1871 presentò alla Società promotrice Leggenda della Sirena (o Mito di Partenope).

Si recò a Parigi, dove rimase per un periodo di quattro anni, interrotto da brevi soggiorni a Napoli. Ebbe il sostegno del mercante d'arte parigino Adolphe Goupil, che conobbe attraverso Giuseppe De Nittis.

Nel 1897 divenne professore di pittura al Reale Istituto di Belle Arti di Napoli ed ebbe come allievo Roberto Carignani. Nel 1905 fu nominato curatore della Pinacoteca del Museo nazionale di Napoli - attuale quadreria del Museo nazionale di Capodimonte.

Praticava la pittura all'aria aperta e amava cogliere giochi di luce nelle ore dell'alba. Le sue fantasiose scene di genere, dipinte entro soffuse atmosfere, risultavano pregne di poesia. Esegui decorazioni (poi perdute) in ville e palazzi napoletani e tempere su muro per il teatro municipale di Salerno, con elementi simbolici delle quattro parti del mondo. Dipinse pale d'altare per la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, a Napoli e per una chiesa di Gragnano. Collaborò con disegni a l'Illustrazione italiana e alla rivista parigina Le Grand monde.

Benedetto Croce ha raccolto nel 1915 testi di conferenze e articoli sparsi di Dalbono e di Morelli, nel libro La scuola napoletana di pittura nel secolo decimonono.[1]

Napoli, Roma, Brindisi, Portici (NA) e Quarto (NA) hanno intitolato una strada ad Eduardo Dalbono.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Eduardo Dalbono nei musei[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Domenico Morelli, Eduardo Dalbono, La scuola napoletana di pittura nel secolo decimonono ed altri scritti d'arte, Bari, Gius. Laterza & Figli, 1915, SBN IT\ICCU\SBL\0726951. A cura di Benedetto Croce.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federigo Verdinois, I Dalbono, in Profili letterari napoletani, Morano, Napoli 1882, pp. 99–106.
  • A. Schettini, La Pittura napoletana dell'Ottocento, Editrice E.D.A.R.T., Napoli, 1967
  • M. A. Pavone, Napoli scomparsa nei dipinti di fine Ottocento, Newton Compton Editori, Roma, 1987
  • Autori vari, Capolavori dell'800 Napoletano, dal romanticismo al verismo, Mazzotta, Milano, 1997
  • Massimo Ricciardi, La costa d'Amalfi nella pittura dell'Ottocento, De Luca editore, Salerno, 1998
  • Nello e Saverio Ammendola, Ottocento-Novecento, due secoli di pittura a Napoli, con introduzione e intervista di M. Picone Petrusa, Electa Napoli, Napoli, 1999.
  • Achille della Ragione, Eduardo Dalbono: il pittore della luce, Napoli, 2011.
  • Isabella Valente, La scuola di Posillipo. La luce che conquistò il mondo, Mediterranea Edizioni, Napoli, 2019 ISBN 978-88-94260-51-9

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