Domenico Cataldo

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Domenico Cataldo
Informazioni personali
Arbitro di Calcio
Sezione Reggio Calabria
Attività nazionale
Anni Campionato Ruolo
1960-1963 Serie A Arbitro

Domenico Cataldo, detto Mimmo (Siderno, 18 marzo 1925Lecce, 10 marzo 2010), è stato un dirigente sportivo, arbitro di calcio e allenatore di calcio italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originario di Siderno, in provincia di Reggio Calabria, da giovane ha iniziato la sua avventura professionale come giornalista sportivo per La Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport.

Si è dedicato quindi all'attività arbitrale, arrivando a condurre anche quattro gare in Serie A[1].

Negli anni sessanta ha assunto la guida tecnica del Siderno Calcio, portando la squadra della sua città nella quarta serie nazionale e conquistando il titolo nazionale juniores[2].

In seguito ha lavorato per la Reggina nel ruolo di direttore sportivo.

Nel 1976 si è trasferito a Lecce, dove ha collaborato con il presidente Franco Jurlano. Come direttore generale che ha contribuito a portare per la prima volta l'Unione Sportiva Lecce in Serie A, nel 1985. Ha lavorato per il Lecce dal 1976 al 1998.

Nel corso della sua esperienza con il club giallorosso sono emerse le sue abilità di talent-scout: il vivaio del Lecce ha prodotto, infatti, validi elementi nativi del luogo come Antonio Conte, Sergio Brio, Salvatore Nobile, Alberto Di Chiara, Francesco Moriero, Pasquale Bruno e Luigi Garzya, oltre a Giampiero Maini e numerose altre pedine che hanno avuto un brillante percorso calcistico. Nel 1979 riuscì a cedere Alessandro Zagano all Fiorentina unico acquisto di quella stagione viola per la cifra record di 500 milioni mai pagata per un difensore fino allora da una società di serie A.Nel 1985 la rivista "Tuttocalcio" lo premiò come "big" del calcio italiano. Cataldo è riuscito anche a portare nel Salento campioni internazionali come Mazinho, Pedro Pablo Pasculli e Juan Barbas.

Ha lavorato anche con l'Ancona dal 2000-2001 al 2002-2003. Nel 2003 ha curato gli interessi di una cordata tarantina che cercava di acquistare la Rossanese.Nel 1990 aveva portato al Lecce Azeglio Vicini allenatore suo compagno al corso di Coveciano allenatori 1 categoria e Gianfranco Zola nella cessione Baroni a seguito delle vicenda Maradona Moggi fece dietro front.

È morto nella sua casa a Lecce il 10 marzo 2010, a pochi giorni dal suo 85º compleanno. Da sempre legato all'ambiente del capoluogo salentino[3], dove si era stabilito negli ultimi anni di vita.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Arrigo Beltrami (a cura di), Almanacco illustrato del calcio 1980, Modena, Panini, 1979, p. 8.
  2. ^ Tanti personaggi per una notte indimenticabile[collegamento interrotto], larivieraonline.com
  3. ^ Giuseppe Calvi, Addio a Mimmo Cataldo. Fece grande il Lecce, gazzetta.it, 10-03-2010

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]