Colle di Valdobbia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Colle di Valdobbia
Il colle visto dalla Val Vogna
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Valle d'Aosta
  Piemonte
Provincia  Valle d'Aosta
  Vercelli
Località collegateGressoney-Saint-Jean
Riva Valdobbia
Altitudine2 480 m s.l.m.
Coordinate45°47′17.88″N 7°51′56.88″E / 45.7883°N 7.8658°E45.7883; 7.8658
Altri nomi e significatiVerdebiufurka
Infrastrutturamulattiera
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Colle di Valdobbia
Colle di Valdobbia

Il Colle di Valdobbia (in lingua walser, Verdebiufurka a Riva Valdobbia[1] e Valdònierforko o Spissiocoll in Greschòneytitsch[2]) è un valico a 2.480 m s.l.m., che mette in comunicazione Gressoney-Saint-Jean, nell'alta valle del Lys, con Riva Valdobbia, in alta Valsesia.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Vista dal Colle Ranzola

Il valico è transitabile esclusivamente a piedi, percorrendo un antico tracciato utilizzato in passato dagli emigranti valsesiani diretti verso la Savoia e la Francia, che, attraverso la Val Vogna, raggiungeva il colle di Valdobbia, per proseguire per i passi della Ranzola e di Joux, oltrepassare la città di Aosta e salire al colle del Piccolo San Bernardo.[3]

Presso il valico sorge il rifugio Ospizio Sottile, costruito agli inizi del XIX secolo su iniziativa del canonico Nicolao Sottile, per garantire ai numerosi emigranti che percorrevano la strada del colle di Valdobbia la possibilità di usufruire di un luogo sicuro e accogliente dove rifugiarsi durante l'inverno e in caso di condizioni meteorologiche proibitive.

Accesso[modifica | modifica wikitesto]

Il colle è accessibile per mulattiera da Riva Valdobbia, passando per la Val Vogna, oppure dalla valle del Lys[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sergio Gilardino, I Walser e la loro lingua dal grande nord alle Alpi. Dizionario della lingua walser di Alagna Valsesia, Magenta, Centro Studi Zeisciu, 2008
  2. ^ Geonavigatore RaVdA.
  3. ^ AA.VV., Da Estoul al Colle Ranzola, in Passeggiate sulle Alpi, Club Alpino Italiano / Corriere della Sera, p. 129. URL consultato il 13 luglio 2020.
  4. ^ AA.VV. (Direzione generale delle ferrovie dello Stato), Piemonte, Capriolo & Massimino, 1919, p. 91. URL consultato il 22 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Cartografia

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]