Chiesa e monastero di Santa Croce

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Chiesa di Santa Croce ed ex monastero delle benedettine
La chiesa, e sulla destra parte del monastero
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàCaltanissetta
Coordinate37°29′26.61″N 14°03′58.6″E / 37.490725°N 14.066277°E37.490725; 14.066277
Religionecattolica di rito romano
Inizio costruzione1531 (monastero)
CompletamentoXVII secolo

La chiesa e il monastero di Santa Croce sono un complesso religioso di Caltanissetta, all'interno dell'omonimo quartiere comunemente detto della Badia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo in cui sorge l'attuale complesso era occupato dalla chiesa dedicata a santa Maria della Neve, accanto alla quale nel 1531 fu costruito un monastero per volontà del conte Antonio III Moncada. Nel 1590 il complesso fu dedicato alla Santa Croce in onore di una reliquia donata dalla contessa Moncada. Subì alcuni rimaneggiamenti tra la fine del XVI secolo e il XVII secolo, che riguardarono l'ingrandimento della chiesa e del monastero, la realizzazione di un nuovo giardino e l'ampliamento del terrazzo.[1]

La roccia su cui è visibile il crocifisso

Nel 1660 vi fu donato un masso spaccato a metà, rinvenuto nei pressi di Santo Spirito da un contadino, all'interno del quale è visibile l'immagine del Cristo in croce; dopo l'improvvisa guarigione di una monaca paralizzata, una commissione istituita dal vescovo di Girgenti ne accertò il carattere miracoloso e ne autorizzò la venerazione, proclamando giorno di festa il 25 settembre, data del ritrovamento.[2]

Il monastero continuò ad essere abitato dalle benedettine anche a seguito della soppressione degli ordini religiosi sancita dopo l'Unità d'Italia, ma nel 1908 le suore lasciarono la città.[3] Nel 1912 l'ala nord del monastero fu adibita a scuola elementare femminile, e durante la Grande Guerra fu requisito per quattro anni.[1]

Nel 1924 la chiesa venne elevata a parrocchia dal vescovo Monsignor Giovanni Iacono. Nel 1967, con la costruzione della via Medaglie d'Oro, fu demolito parte del monastero insieme ai resti della porta della Badia, già gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa risulta in prospettiva da corso Vittorio Emanuele. È a navata unica e possiede una caratteristica facciata rossa a due ordini, spezzato dalle finestre contornate da cornici di arenaria e protette da gelosie di ferro, che permettevano alle monache di guardare la strada senza essere viste.[1]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Le spine sante

Al monastero e alle benedettine che vi abitavano sono legati due pasticcini tipici di Caltanissetta, le crocette e le spine sante, dolci in origine preparati annualmente in occasione della festa dell'esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, per ricambiare ai favori che le suore ricevevano dalle persone esterne al monastero. Cadute nel dimenticatoio dopo la partenza delle suore dalla città, sono state riscoperte negli anni 2010. Sono realizzate con prodotti tipici del comprensorio, tra cui mandorle, cotogne, scorze d'arancia, miele e alcune varietà locali di grano.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Progetto Scuola Città.
  2. ^ Rosanna Zaffuto Rovello, Storia di Caltanissetta, Palermo, Edizioni Arbor, 2008, p. 68, ISBN 88-86325-35-5.
  3. ^ a b c Carlo Sorbetto, Scampoli di Storia Nissena: "Crocetta e Spina Santa", su La Gazzetta Nissena, 9 maggio 2015. URL consultato il 24 febbraio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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