Chiesa di Sant'Antonio Abate (Rionero in Vulture)

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Chiesa di Sant'Antonio Abate
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneBasilicata
LocalitàRionero in Vulture
Coordinate40°55′52.1″N 15°40′20.1″E / 40.931139°N 15.67225°E40.931139; 15.67225
ReligioneCattolica di rito romano
TitolareSant'Antonio abate
OrdineBenedettini
Diocesi Melfi-Rapolla-Venosa
Stile architettonicoGotico, barocco, neogotico
Inizio costruzioneXIII secolo
CompletamentoXVIII-XIX secolo

La chiesa di Sant'Antonio Abate è una chiesa situata alla periferia di Rionero in Vulture nell'omonimo rione. Di origini incerte, si pensa sia stata costruita dagli abati benedettini di Monticchio tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo, stando allo stile architettonico dei muri e delle finestre molto simile a quello del castello e della cattedrale di Santa Maria Assunta di Melfi e dell'abbazia della Santissima Trinità di Venosa. L'edificio ha subito vari restauri dopo i terremoti del 1316, 1651, 1851. La chiesa di Sant'Antonio fu anche luogo di incontro, il 1º aprile 1502, tra Louis d'Armagnac, duca di Nemours e Gonzalo Fernández de Córdoba, supremi comandanti degli eserciti francese e spagnolo, incontratisi per decidere la spartizione del Regno di Napoli[1]. Una lapide posta all'esterno ricorda questo evento.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Sant’Antonio Abate fu costruita nel XIII secolo ed è l'unica testimonianza della storia medievale di Rionero. Essa ha una sola navata formata da quattro campate coperte da volte a crociera a sesto acuto.

Nella prima campata si trova, a sinistra, l'accesso ad una cappella molto rimaneggiata nell'800, dove vi è un altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù, alla Madonna di Fátima e a Santa Rita da Cascia. In questa cappella è sepolto il sacerdote Giuseppe Rigillo Faraone che, dopo il terremoto del 1851, fece restaurare la chiesa.

Nella seconda campata si trovano, a destra, delle nicchie decorate con stucchi del ‘700 e racchiudenti l'effigie ottocentesca della Madonna Addolorata affiancata da Santa Lucia e da San Giovanni Battista. A sinistra vi sono tre tele del Settecento raffiguranti Sant'Emidio, l'Apparizione della Madonna del Carmelo ed il battesimo di Cristo. Nella terza, a destra, vi è una grande nicchia contenente un crocifisso ottocentesco, affiancato dalle statue di Maria e San Giovanni, al di sotto delle quali vi è un Cristo Morto, che viene portato in processione durante le Sacre Rappresentazioni del Sabato Santo; a sinistra vi sono delle nicchie neogotiche che racchiudono le statue di San Rocco e San Nicola di Bari e l'unica scultura medievale di Rionero, ovvero quella del santo a cui la chiesa stessa è intitolata, risalente al ‘300.

Nel presbiterio, che costituisce la quarta campata, troviamo un altare realizzato con marmi policromi del Settecento, abbellito da un grande baldacchino aggiunto nell’800 con tratti barocchi e gotici, che incornicia la venerata immagine della Madonna del Carmelo, patrona di Rionero. Sul retro dell’altare, al di sopra della sacrestia, vi è una cantoria, leggermente nascosta e poco visibile ai fedeli, con un organo forse dei primi dell’Ottocento. Nel presbiterio, inoltre, vi sono due tele settecentesche raffigurati l’Ecce Homo e San Francesco d’Assisi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Città di Rionero in Vulture - Monumenti, su comune.rioneroinvulture.pz.it. URL consultato il 25 marzo 2020.

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