Chiesa di San Lazzaro (Pavia)

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Chiesa di san Lazzaro
Chiesa di San Lazzaro
StatoBandiera dell'Italia Italia
Divisione 1Lombardia
LocalitàPavia
IndirizzoVia Francana
Coordinate45°10′45.24″N 9°11′13.72″E / 45.179232°N 9.187145°E45.179232; 9.187145
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Lazzaro
Diocesi Pavia
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneXII secolo
Sito webwww.sanlazzaro.org/

La romanica chiesa di San Lazzaro si trova nella periferia orientale di Pavia. Sorta nel XII secolo lungo la Via Francigena, era dotata di un ospedale dedicato alla cura dei pellegrini e dei lebbrosi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Già documentata nel 1157, quando Gislenzone Salimbene, insieme ai figli Siro e Malastrava, donò ampie proprietà terriere alla chiesa e al vicino ospedale, garantendosi così il giuspatronato (che i Salimbene mantennero fino al Seicento) sull’ente. L’edificio si trovava infatti lungo la via Francigena ed era destinato ad assistere i pellegrini in transito per o da Roma. Nel 1216 il Vescovo di Pavia Fulco Scotti dettò le regole dell’ospedale, mentre privilegi e immunità furono accordati all’ente da Gian Galeazzo Visconti nel 1376, e altri furono concessi tramite le bolle emesse dai papi Martino V nel 1426 e Paolo II nel 1466. La visita pastorale del 1460 testimonia che l’ospedale disponeva di solo 4 letti, due dei quali ospitavano dei lebbrosi[1].

Durante l’assedio e la successiva battaglia di Pavia del 1525, il complesso venne occupato dalle truppe di Francesco I re di Francia, subendo parecchi danneggiamenti[2]. Nel 1565 l’ospedale fu elevato, da papa Pio IV, a Commenda dell’Ordine di San Lazzaro. Il primo commendatore fu Giuseppe Salimbene, mentre, pochi anni dopo, nel 1572, l’ordine venne unito a quella di San Maurizio, dando così origine all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Poco dopo la chiesa fu elevata a parrocchia (1571), ma nel 1581 il vescovo Ippolito de’ Rossi fece sopprimere la parrocchia e la riunificò a quella di San Pietro in Verzolo, dalla quale ancor oggi dipende[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Affreschi (prima metà del XIII sec.)

L’edificio, pur di ridotte dimensioni, per progettazione ed esecuzione è un’opera unitaria e rappresenta un chiaro esempio del romanico lombardo[3]. La facciata a capanna, come molti altri edifici pavesi, è arricchita da un loggiato cieco e da bacini ceramici bizantini risalenti al XIII secolo[4][5], mentre alcuni capitelli della trifora posta al centro della facciata risalgono all’età Carolingia[6]. La decorazione a loggiato cieco retto da colonnine corre anche lungo il lato nord della chiesa, dove si apre un secondo portale. La chiesa ha un'unica navata, e presenta all’interno, e in particolare nella zona absidale, frammenti di affreschi datati alla prima metà del Duecento[1].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Cascina S. Lazzaro - complesso, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ Il libro dei Censi, su academia.edu.
  3. ^ Visita alla Chiesa di san Lazaro in Pavia, su baldinc.altervista.org.
  4. ^ LA CERAMICA BIZANTINA NELLE ARCHITETTURE DELL'ITALIA MEDIEVALE (PDF) [collegamento interrotto], su bibar.unisi.it.
  5. ^ Bacini architettonici a Pavia (PDF), su storiapatriagenova.it.
  6. ^ Note sul porto di Sclavaria di Pavia, su academia.edu.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • H. Balducci, L' Oratorio e l'Ospedaletto di S. Lazzaro presso Pavia, Pavia, Tip. Rossetti, 1933.
  • C. Maccabruni, Pavia: la tradizione dell'antico nella città medievale, Pavia, EMI, 1991.
  • D. Vicini, Lineamenti urbanistici dal XII secolo all'età sforzesca, in Storia di Pavia, III, L'arte dall'XI al XVI secolo, Milano, Banca del Monte di Lombardia, 1996, pp. 9- 81.
  • A. Segagni Malacart, L'architettura romanica pavese, in Storia di Pavia, III/3, L’arte dall’XI al XVI secolo, Milano, Banca Regionale Europea, 1996, pp. 115- 227.

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