Chiesa della Visitazione (Ain Karem)

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Chiesa della Visitazione
Esterno
StatoBandiera d'Israele Israele
DistrettoDistretto di Gerusalemme
LocalitàAin Karem (Gerusalemme)
Indirizzoעין כרם
Coordinate31°45′52.5″N 35°09′28.3″E / 31.764583°N 35.157861°E31.764583; 35.157861
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria Santissima della Visitazione
OrdineFrati minori francescani
Patriarcato Gerusalemme dei Latini
ArchitettoAntonio Barluzzi
Inizio costruzione1938
Completamento1955
Sito webwww.custodia.org/it/santuari/ain-karem-visitazione

La chiesa della Visitazione è un luogo di culto cattolico di Ain Karem, nella periferia di Gerusalemme, che commemora l'episodio evangelico della visita di Maria alla cugina Elisabetta, come raccontato dall'evangelista Luca in 1,39-45[1]; durante il primo incontro la madre di Gesù proclamò la preghiera del Magnificat (Luca 1,46-56[2]).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso sacro risulta composto da due chiese sovrapposte. La chiesa inferiore era in origine una cappella d'epoca bizantina sopra la quale i crociati avevano costruito una seconda chiesa. Con la distruzione della chiesa crociata, anche la cappella bizantina fu abbandonata e nel corso del XVI secolo era diventata abitazione privata di una famiglia araba, finché fu riscattata dai francescani nel 1679. La cripta della chiesa inferiore è decorata con scene evangeliche ed è dedicata al ricordo di Elisabetta. In una nicchia è custodita la pietra dietro la quale si sarebbe nascosto Giovanni Battista per sfuggire alla strage ordinata da Erode il Grande con l'intento di colpire Gesù: questo episodio, narrato dal vangelo apocrifo di san Giacomo, è descritto da un affresco nella cripta.

La chiesa superiore, portata a termine nel 1955 dall'architetto Antonio Barluzzi, è dedicata alla glorificazione di Maria nella storia del cristianesimo. Nell'abside è raffigurata la madre di Gesù circondata da santi nel cielo e da fedeli sulla terra. Altri pannelli decorativi raffigurano: la difesa alla Sorbona dell'Immacolata Concezione di Maria da parte di Duns Scoto; la battaglia di Lepanto; le nozze di Cana (cfr. Giovanni 2,1-12[3]); il concilio di Efeso del 431 che definì solennemente Maria “Madre di Dio”.

Sulle pareti del cortile è riportato, in 41 lingue diverse, il testo del Magnificat.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arte e storia di Gerusalemme. 3000 anni della Città Santa, Bonechi & Steinmatzky, 1999
  • Guida biblica e turistica della Terra Santa, Istituto Propaganda Libraria, Milano 1980

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN151681528 · LCCN (ENno2010056796 · J9U (ENHE987007307375805171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2010056796
  1. ^ Lc 1,39-45, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Lc 1,46-56, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ Gv 2,1-12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.