Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Biasca)

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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
La facciata della chiesa
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneCanton Ticino
LocalitàBiasca
IndirizzoVia Santa Petronilla 2
Coordinate46°21′34.92″N 8°58′24.78″E / 46.3597°N 8.97355°E46.3597; 8.97355
ReligioneCristiana cattolica di rito ambrosiano
TitolarePietro apostolo e Paolo di Tarso
Diocesi Lugano
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneXII secolo
CompletamentoXVII secolo
Sito websito ufficiale

La chiesa dei Santi Pietro e Paolo[1], a Biasca, suggestivamente collocata su un'altura che domina il paese ed avente per sfondo una conca segnata da ripidi rilievi montuosi; Chiesa madre delle Tre valli ambrosiane (Leventina, Blenio e Riviera) rappresenta uno degli esempi più rilevanti di architettura in stile romanico del Canton Ticino e della Svizzera, raggiungibile a piedi mediante due scalinate ad acciottolato.

La storia e le opere d'arte[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Planimetria

Nata forse come chiesa battesimale sin dal secolo IX, essa fu ricostruita come chiesa a tre navate tra il XII ed il XIII secolo. Venne trasformata verso la metà del Seicento quando venne realizzata la sopraelevazione del pavimento in lastre di pietra, la gradinata d'accesso e la costruzione della volta sulla navata maggiore; una modifica successive portò alla costruzione del protiro in facciata. I diversi cambiamenti tuttavia non compromisero (anche grazie ai citati restauri) la sua uniformità stilistica.

All'esterno la chiesa palesa - con la sua struttura muraria in pietra - una sobria eleganza e testimonia una tecnica costruttiva alquanto raffinata (particolarmente sapiente è l'utilizzo dei conci in pietra nella realizzazione delle parti decorative).

L'ornamentazione interna[modifica | modifica wikitesto]

Scultura romanica
Interno del presbiterio

All'interno della chiesa colpisce la pendenza della pavimentazione in pietra, dovuta al fatto che il basamento che sostiene l'edificio non compensa interamente il dislivello naturale del declivio granitico sul quale esso è costruito.

Troviamo nella chiesa cicli di affreschi di notevole interesse storico ed artistico. Quelli più antichi, posti nelle vele delle volte a crociera che sovrastano il transetto, risalgono al XIII secolo: particolarmente suggestiva è la loro visione d'insieme con le decorazioni geometriche bianche e nere nelle quali si inseriscono figure allegoriche zoomorfe. Il significato proposto per gli affreschi sarebbe la rappresentazione allegorica dei vari momenti della vita dell'uomo.

Lungo le pareti della chiesa e sui pilastri trovano spazio molteplici figure di santi venerati dalla religiosità popolare (nella ricca collezione iconografica riconosciamo San Maurizio, Santa Dorotea e Santa Tecla e molti altri santi); esse furono eseguite nella seconda metà del XV secolo. Alcuni affreschi presenti sono verosimilmente da ricondurre alla scuola di Nicolao da Seregno. Nel presbiterio si osserva soprattutto il grande affresco che occupa interamente il catino dell'abside raffigurante Cristo pantocratore circondato dai quattro Evangelisti; si è avanzata dubitativamente l'ipotesi che il suo autore possa essere Antonio da Tradate, che tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo tenne bottega a Locarno.

Sono visibili anche opere più tarde realizzate in epoca barocca. Subito dopo l'entrata, sulla destra, si trova la cappella del Rosario fatta costruire dal cav. G. B. Pellanda. Più oltre, sulla parete della navata destra troviamo un ciclo di affreschi con la Vita di San Carlo Borromeo: sono opera di Alessandro Gorla eseguita nel 1620.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La chiesa dei Santi Pietro e Paolo - Inventario dei beni culturali, su ti.ch. URL consultato il 10 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894, pp. 59-66.
  • Piero Bianconi, Inventario delle cose d'arte e d'antichità, Bellinzona, S.A. Grassi & Co, 1948, pp. 19-29.
  • AA. VV., San Pietro di Biasca, Bellinzona, Istituto grafico Casagrande S. A., 1967.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Arte e monumenti della Lombardia prealpina, Bellinzona, Istituto grafico Casagrande, 1967, pp. 209-226.
  • Isidoro Marcionetti, L'antica pieve di Biasca, Lugano, S. A. Natale Mazzuconi, 1979, pp. 73-100.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Porza-Lugano, Edizioni Trelingue, 1980, pp. 39-43.
  • Vincenzo Vicari, Ticino Romanico, Lugano, 1985.
  • AA. VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2007, pp. 71-73.
  • Marina Bernasconi Reusser, Monumenti storici e documenti d'archivio. I «Materiali e Documenti Ticinesi» (MDT) quali fonti per la storia e le ricerche sull'architettura e l'arte medievale delle Tre Valli, in Archivio Storico Ticinese, seconda serie, n. 148, Bellinzona, Casagrande, 2010.

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