Cesare Braico

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«Il coraggio di Braico è mirabile per la inverosimile e grandissima calma; egli non ha bisogno di concitarsi per divenire un eroe»

Cesare Braico

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaVIII
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in medicina
ProfessioneMedico
Politico
Cesare Braico
NascitaBrindisi, 24 ottobre 1816
MorteRoma, 25 luglio 1887
EtniaItaliano
Dati militari
Paese servitoBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Forza armata Regia Armata Sarda
ArmaFanteria
SpecialitàMedico Militare
UnitàI Mille
GradoSottotenente
ComandantiLuigi Settembrini
Nino Bixio
Giuseppe Garibaldi
GuerreRivoluzione del 1848
Seconda guerra d'indipendenza italiana
CampagneSpedizione dei Mille
BattaglieBattaglia di Solferino e San Marino
DecorazioniEroe di Guerra
Titolo di studioLaurea in medicina
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Cesare Braico (Brindisi, 24 ottobre 1816Roma, 25 luglio 1887) è stato un patriota, medico e politico italiano che ha partecipato all'impresa garibaldina dei Mille ed è stato eletto deputato di Brindisi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Brindisi nel 1816, da Bartolomeo e Carolina Carrasco. Laureatosi in medicina all'Università di Napoli, partecipò attivamente alla rivoluzione del 1848 al fianco di Luigi Settembrini. L'anno successivo fu arrestato dalla polizia borbonica e costretto in prigione con lo stesso Settembrini, Carlo Poerio e Michele Pironti: al processo fu condannato a 25 anni di reclusione da scontare nel penitenziario di Nisida; da lì fu spostato al Bagno penale di Ischia, poi nel più sicuro carcere di Montefusco e infine a Montesarchio, ultima tappa prima della deportazione in America, disposta dal re Ferdinando II per far tacere le pressioni degli ambasciatori esteri, disgustati dalle angherie a cui il regime sottoponeva i carcerati politici. Ma il colpo di mano di Raffaele Settembrini, figlio di Luigi, riuscì a far dirottare la nave a Queenstown, in Irlanda, liberando così il Braico e altri 67 condannati.

Una volta libero, Braico fece ritorno in Italia e si arruolò volontario nell'esercito piemontese per partecipare alla battaglia di Solferino e San Martino, come soldato e come medico. Nel 1860 fece parte della spedizione dei Mille, ottenendo da Nino Bixio il riconoscimento di eroe.

Dopo l'Unità venne eletto deputato nel primo Parlamento italiano. Partecipò alla terza guerra d'indipendenza. Nel quadro della sua attività di parlamentare fu Presidente del Consiglio di Sanità.

Infine si ritirò a vita privata, ma ammalatosi, morì nell'ospedale di Santa Maria della Pietà a Roma.Le sue spoglie furono trasportate e tumulate nel cimitero di Brindisi.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

La sua città natale, Brindisi, gli ha intitolato una strada, la via che da Corso Umberto porta a Corso Roma, e un parco. La Società dei Reduci, il 9 febbraio 1893, fece murare sulla casa in cui nacque (palazzo Poli), un marmo recante l'epigrafe dettata dal professor Lorenzo Calabrese. Il 16 giugno del 1968, l’Università del Tempo Libero, gli innalzò, nel triangolo fra via Saponea, via Alfredo Cappellini e corso Roma, un busto in bronzo, opera di Alessandro Fiordegiglio.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Ricordi della galera, con prefazione e note di Alberto Del Sordo, Napoli, Conte, s.d.;

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Themelly, «BRAICO, Cesare». In: Dizionario Biografico degli Italiani Vol. XIII, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971.
  • Pier Fausto Palumbo, Cesare Braico (1816-1887), in "Studi Salentini" (1973), pp. 41-62;
  • Alberto Del Sordo, Toponomastica brindisina, Brindisi 1988, p. 193.

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