Cappella e cimitero del Vajont

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cappella e cimitero del Vajont
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàVajont
Costruzione
Periodo costruzione1967-1969
ArchitettoGlauco Gresleri e Silvano Varnier
Coordinate: 46°08′45.15″N 12°41′19.65″E / 46.145875°N 12.688791°E46.145875; 12.688791

La cappella e cimitero del Vajont è un luogo di culto con annesso camposanto, nel comune di Vajont, in Friuli-Venezia Giulia.

Il cimitero con la cappella furono costruiti assieme al nuovo villaggio in seguito al disastro del Vajont, edificato nella piana di Maniago a parziale sostituzione dei paesi di Erto e Casso.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Piano Urbanistico del Vajont (Legge 31 maggio 1964 n. 357) e la progettazione del nuovo villaggio al ponte del Giulio sono assegnate ai progettisti: Giuseppe Samonà, Costantino Dardi, Emilio Mattioni, Valeriano Pastor, Gianugo Polesello, Luciano Semerani e Massimo Tessari; mentre la progettazione della cappella e del cimitero è affidata nel 1967 dall'Ufficio del Genio Civile del Circondariato di Pordenone, e finanziata con le leggi speciali del Vajont, agli architetti Glauco Gresleri e Silvano Varnier.

Nel 1969 il villaggio è completato per tutta la parte residenziale ma mancano ancora gli edifici d'interesse collettivo quali chiesa, scuola, municipio; sono terminati invece i lavori del cimitero come primo organismo d'interesse pubblico. Prima dell'inaugurazione la comunità ertocassanese attende la visita programmata del Cardinale Giacomo Lercaro[1][2][3][4][5].

Il Cardinale è il giorno domenica 26 ottobre ore 18:15 a Pordenone nell'"aula magna centro studi" del Centro cattolico di cultura a tenere la conferenza La Chiesa Comunità in cammino[6]. Il giorno successivo, lunedì 27 ottobre[7], arriva alle ore 9 nel nuovo paese, ove sono a riceverlo la popolazione e numerose personalità[8]. Visita dapprima i locali provvisori dell'asilo infantile e successivamente il cimitero[9]. Così scrive il Messaggero veneto n. 249 di Martedì 28 ottobre 1969: <<L'interesse per il cimitero di Vajont, legato concettualmente e strutturalmente, ai problemi dell'architettura e a quelli religiosi dell'uomo e inteso come sentimento collettivo dell'intera comunità, è stato, con l'incontro con le popolazioni colpite dalla tragedia, il motivo di fondo di questa visita.>>

La benedizione del cimitero da parte del vescovo Vittorio De Zanche avviene il 2 novembre[10][11][12].

Tra il 1970 ed il 1971 l'informazione dell'opera viene data su riviste sia a livello nazionale[13][14][15] che internazionale[16][17][18][19][20].

Guillermo Jullian de la Fuente, successore di Le Corbusier, ed i suoi allievi fanno visita alle realizzazioni di Gresleri-Varnier nel luglio 1970[21].

A seguito del risultato di soddisfazione popolare per la realizzazione del cimitero di Vajont e della sua cappella, gli organi locali dello Stato hanno conferito agli architetti anche l'incarico del cimitero per l’insediamento residenziale di Erto a monte (progetto 1970, costruzione 1971-1972, collocato in prossimità della SR251, coordinate: 46.279515, 12.375934).

Tra il 1981 ed il 1986 l'opera è stata presentata nella mostra internazionale Gresleri-Varnier: Costruire l’architettura. Le tappe della mostra sono state: Innsbruck 1981, Graz 1982, Monaco 1982, Vienna 1982, Villa Reale di Monza 1983, Losanna 1984, Amsterdam 1985, Bruxelles 1985, Lexington 1986, Albuquerque 1986.

Negli anni successivi l'opera è stata inserita in guide d'architettura[22][23][24] e pubblicata negli Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon[25].

L'opera è inserita nel "Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi"[26] e nell' "Atlante dell'architettura contemporanea"[27] realizzati dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il terreno, ove è stato edificato il cimitero, si trova a breve distanza dal nuovo insediamento dal quale è separato da un'area a prato ed alberi e collegato con via carrabile. È in pendenza verso il greto del fiume Cellina con un dislivello che va da quota +100,50 a quota +97,66, sul limite della scarpata. Il progetto lo mantiene a tappeto erboso definendone un orientamento nord ovest per l'invito dell'ingresso rivolto diagonalmente al centro del villaggio. Sul medesimo asse, all'interno del cimitero, è collocata una grossa croce scolpita e piantata a terra che sembra raffrontarsi con il paesaggio libero dei monti.

Il terreno è circoscritto da un recinto per una estensione di ml 65 x ml 75. Il recinto è in pietra naturale a vista lavorata come ad Erto, ad andamento libero, che in prossimità del varco d'ingresso ingloba due edifici: a destra quello che raccoglie i servizi mortuari e di manutenzione (circa ml 20,00 x ml 6,10); a sinistra la cappella (circa ml 13,50 x ml 15,00). Mentre al primo, essendo di servizio, si accede sui fianchi perché più nascosti alla vista, alla cappella invece si entra da una grande parete vetrata rivolta verso al campo.

Il coperto della cappella è realizzato con n.6 capriate in legno e armatura sottostante in ferro, correntini sempre in legno e copertura metallica; l'interno è finito con la carteratura dei correntini in tavolato di abete con incastro ad anima. In prossimità della parete di fondo della cappella, e per tutta la sua estensione, è realizzato un lucernario.

L'organizzazione del campo è realizzata con percorsi sempre ad andamento libero e sepoltura a tombe o inumazione diretta, con assenza dei colombari.

A sud, oltre la cappella, è stato eseguito successivamente l'ampliamento del cimitero (largo ml 40,00 x 45,00, misure prese quale media della forma libera di confine) già definito in progetto a completamento del perimetro del cimitero.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il card. Lercaro nel capoluogo e nel nuovo centro di Vajont, in Il Gazzettino, n. 246, Pordenone, Mercoledì 22 ottobre 1969.
  2. ^ Un incontro di Lercaro con la gente di Vajont, in Messaggero veneto, n. 246, Pordenone, Mercoledì 22 ottobre 1969.
  3. ^ La popolazione del Vajont attende il cardinale Lercaro, in Messaggero veneto, n. 248, Pordenone, Sabato 25 ottobre 1969.
  4. ^ L'artistico cimitero di Vajont, in Il Gazzettino, n. 248, Sabato 25 ottobre 1969.
  5. ^ Il Cardinal Lercaro parla su <<La Chiesa comunità in cammino>>, in Il Popolo, n. 41, Pordenone, 26 ottobre 1969.
  6. ^ Conferenza di Lercaro sulla chiesa in cammino, in Messaggero del Lunedì, n. 42, 27 ottobre 1969.
  7. ^ Lercaro in provincia: ieri a Pordenone stamane a Vajont, in Il Gazzettino del Lunedì, n. 42, 27 ottobre 1969.
  8. ^ Commosso incontro di Lercaro con la popolazione del Vajont, in Messaggero veneto, n. 249, Martedì 28 ottobre 1969.
    «A riceverlo con il vescovo ausiliare monsignor Carniello e con la popolazione, erano il sindaco Giovanni Corona, il vicesindaco Martinelli, i consiglieri comunali, il sindaco di Maniago, Rigutto, il comm. Comatoribus, gli architetti Gresleri e Varnier, autori della concezione del nuovo cimitero del paese, il parroco don Liut, l'avvocato on. Corona, i geometri Jannuccelli e De Re del Genio civile, il comandante della tenenza Carabinieri di Sacile e numerosi rappresentanti di enti e delle comunità ertocassanesi.»
  9. ^ L'augurio del cardinale Lercaro alla popolazione ertocassanese, in Il Gazzettino, n. 249, Pordenone, Martedì 28 ottobre 1969.
    «successivamente il cimitero, moderna concezione di culto nella quale è stato tenuto conto delle tradizioni e dei sentimenti della popolazione ertocassanese, con attenzione e con perizia.»
  10. ^ Oggi la benedizione del cimitero della comunità di Erto a valle, in Messaggero veneto, Domenica 2 novembre 1969.
  11. ^ Benedetto dal vescovo De zanche il cimitero monumentale di Vajont, in Il Gazzettino del lunedì, n. 43, Pordenone, 3 novembre 1969.
    «il discorso del Presule ha interpretato del resto la preoccupazione di tutti coloro ai quali sta a cuore la salvaguardia dello spirito che anima la comunità ertocassanese, fra i quali i progettisti del cimitero monumentale, gli architetti Gresleri e Varnier, interpreti attenti di tradizioni secolari e di esigenze nuove in un'opera di valore nazionale.»
  12. ^ Benedetto il cimitero di Vajont _ La prima pietra della nuova chiesa., in Messaggero del lunedì, n. 43, 3 novembre 1969.
  13. ^ Glauco Gresleri e Silvano Varnier, Vajont - Non dimenticare ciò che ti ha fatto Amalek, in Shop, n. 5, Milano, Cordani s.r.l, novembre-dicembre 1970.
  14. ^ In copertina: la cappella del nuovo cimitero del Vajont, realizzato sui piani architettonici di Glauco e Silvano varnier, in L'Architetto, n. 1-2, Roma, gennaio-febbraio 1970.
  15. ^ Glauco Gresleri e Silvano Varnier, Il cimitero del Vajont, in L'Architetto, n. 5-6, maggio-giugno 1970.
  16. ^ Glauco Gresleri e Silvano Varnier, Der Friedhof von Erto di Vajont, Italien, in Christliche Kunstblatter _ Neue Konzepte im Kirchenbau, n. 3, Linz, Diozesan-Kunstverein.
  17. ^ Glauco Gresleri e Silvano Varnier, Camposanto del Vajont, in ARA arte religioso actual, n. 24, Madrid, Artes Graficas Ibarra, aprile-giugno 1970.
  18. ^ Glauco Gresleri e Silvano Varnier, Cimitiere du Vajont (Italie), in Art d’Eglise, n. 151, Sint-Andries.
  19. ^ Ignasi Solà-Morales Rubio, Un art de resistència, in Questions D'art La revista catalana d'art actual, n. 18, maggio 1971.
  20. ^ Glauco Gresleri e Silvano Varnier, Nouveau cimitière du Vajont, in Environnement, n. 2.71, febbraio 1971.
  21. ^ Julian de la Fuente e i suoi allievi ospiti in provincia di Gresleri e Varnier, in Il Gazzettino, n. 148, Martedì 14 luglio 1970.
  22. ^ Giorgio Muratore, Alessandra Capuano, Francesco Garofalo e Ettore Pellegrini, Italia, Gli ultimi trent'anni, Bologna, Zanichelli, 1988.
  23. ^ Sergio Polano e Marco Mulazzani, Guida all'architettura del Novecento, Milano, Electa, 1996.
  24. ^ Pordenone Novecento – Guida alle architetture, Pordenone, Giavedoni Editore, 2016.
  25. ^ Annali della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon XIV/2014, Scripta Manent Edizioni, 2015.
  26. ^ CIMITERO DI VAJONT, su censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it.
  27. ^ Matteo Balduzzi, Alessandra Cerroti e Luciano Antonino Scuderi (a cura di), 10 Viaggi nell'architettura italiana, Cinisello Balsamo, Milano, Silvana Editoriale, 2021, pp. 144-145, ISBN 978-88-366-4792-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1970 ARA n. 24, Madrid, aprile giugno;
    • Comune di Erto e Casso Il camposanto di Vajont Al Luogo del Giulio di Luciano Padovese , Stampa Doretti, Udine;
    • Casabella n.344, Milano, gennaio;
  • 1971 Popular Photography italiana n. 160, aprile;
    • Parametro n.6, Faenza Editrice, maggio;
  • 1972 Itinerari n.2 Pordenone, giugno;
  • 1977 Il mio Vajont di Osvaldo Martinelli, Grafiche Editoriali Artistiche Pordenonesi, Pordenone, febbraio;
  • 1981 Glauco Gresleri e Silvano Varnier - Costruire l’architettura Electa editrice, Milano;
  • 1983 Parole e linguaggio dell'architettura religiosa:1963-1983, venti anni di realizzazioni in Italia a cura di Giuliano Gresleri, Faenza Editrice, Faenza;
  • 1985 Parametro n.135-136, Faenza Editrice, aprile-maggio;
  • 1987 Lo spazio eloquente architettura sacra nel Triveneto 1963-1986 edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone;
  • 1988 Glauco Gresleri - L’ordine del progetto Kappa Editore, Roma;
  • 1998 L’Arte per il culto nel contesto postconciliare a cura di Carlo Chenis, Edizioni Staurós, dicembre;
  • 2005 Il sacro e l'architettura di Donatella Forconi, Edizioni Kappa, Roma
  • 2010 Architettura Chiesa e Società in Italia (1948-1978) di Andrea Longhi e Carlo Tosco, Edizioni Studium, Roma.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]