Astronomo

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Un astronomo è uno scienziato che si occupa dello studio dei corpi e dei fenomeni esterni all'atmosfera terrestre. Per le sue ricerche egli si avvale principalmente della matematica e della fisica, ma anche di altre discipline a seconda del suo campo specifico di studi.

Dal punto di vista dell'apparato strumentale, il telescopio ottico ha accompagnato dai tempi di Galileo il lavoro di ogni astronomo: prima del XVII secolo l'osservazione era praticata a occhio nudo, e ci si avvaleva perlopiù di strumenti che permettessero l'orientamento sulla volta celeste e una corretta previsione dei fenomeni celesti, come l'astrolabio.[1]

Nel XX secolo ad un continuo perfezionamento dei telescopi ottici si è affiancato lo sviluppo di altre strumentazioni, come la spettroscopia ed il radiotelescopio,[2] che ha aperto la porta dell'osservazione alle lunghezze d'onda diverse dal visibile, mentre la nascita dell'astronautica ha permesso agli astronomi di studiare dettagliatamente i corpi del Sistema Solare (sonde spaziali) e di osservare l'Universo con l'accuratezza permessa dall'assenza dell'atmosfera (Telescopio spaziale Hubble).

L'astronomo nella storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'astronomia.
Astronomo in un'incisione del XVI-XVII secolo

La figura dell'astronomo agli albori della sua scienza è strettamente legata alla funzione a cui era indirizzata l'astronomia: nelle civiltà mesopotamiche e in quella egizia lo studio dei fenomeni celesti costituiva uno strumento fondamentale di previsione dei cicli naturali legati all'agricoltura e di divinazione. Chi custodiva questo patrimonio di conoscenze era la classe sacerdotale, che proprio dall'esclusivo possesso della cultura traeva il suo potere.

È solo con la civiltà greca che lo studio del cielo passa dai sacerdoti, e da un legame esclusivo con le pratiche agricole e divinatorie, ai filosofi, quell'élite laica che emerge per la prima volta in Grecia nel VII secolo a.C. L'astronomo viene a coincidere con il matematico, lo studioso della natura che osserva gli astri nel quadro di un'elaborazione speculativa ampia e libera da condizionamenti mitici. I filosofi presocratici mostrano ad esempio un forte interesse per il problema cosmologico, e le prime teorie non mitiche sulla struttura dell'Universo risalgono a Talete (noto per aver previsto l'eclissi del 585 a.C.), Anassimandro e Anassimene.

L'astronomo professionista[modifica | modifica wikitesto]

Galileo, spesso considerato il padre dell'astronomia moderna.

Storicamente, l'astronomia era più interessata alla classificazione e alla descrizione dei fenomeni nel cielo, mentre l'astrofisica ha tentato di spiegare questi fenomeni e le differenze tra loro usando le leggi fisiche. Oggi questa distinzione è per lo più scomparsa e i termini "astronomo" e "astrofisico" sono intercambiabili.[3] Gli astronomi professionisti sono individui altamente istruiti che in genere hanno un dottorato di ricerca in fisica o astronomia e sono impiegati da istituti di ricerca o università. La maggioranza di loro effettua ricerche scientifiche mentre altri hanno compiti come l'insegnamento, la costruzione di strumenti o l'aiuto nel funzionamento di un osservatorio.[4]

L'Unione Astronomica Internazionale comprende oltre 11.000 membri provenienti da 107 diversi paesi che sono coinvolti nella ricerca astronomica.[5]

Contrariamente all'immagine classica degli antichi astronomi che scrutavano il cielo attraverso un telescopio nelle ore buie della notte, nell'ultimo secolo è divenuto molto più comune fotografare il cielo, prima su lastre fotografiche tradizionali e in seguito, con il progresso tecnologico, usando sensori CCD. Gli astronomi moderni trascorrono relativamente poco tempo ai telescopi, mentre è più lungo il lavoro dell'analisi dei dati e il confronto con i modelli teorici.[4]

Gli astronomi delle università dedicano invece molto tempo all'insegnamento agli studenti delle facoltà di astronomia e astrofisica, e spesso per le stesse università svolgono programmi di sensibilizzazione operando da telescopi pubblici e/o planetari per la divulgazione dell'astronomia.

Coloro che si laureano in astronomia solitamente acquisiscono fin dal liceo buone nozioni di matematica, scienze, informatica e fisica.[4]

L'astronomo dilettante[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Astronomia amatoriale.
Giuliano Romano nel 2011. Da astronomo dilettante, nel 1957 scoprì la supernova extragalattica SN 1957b, primo italiano a riuscire nell'intento.

Mentre c'è un numero relativamente basso di astronomi professionisti, numerosi sono i dilettanti, chiamati anche astrofili. Diversi centri abitati del mondo hanno gruppi di astrofili che si riuniscono tra loro per le osservazioni e programmano conferenze e visite divulgative negli osservatori, collaborando anche coi professionisti.[6] Come per ogni hobby, la maggior parte delle persone che si considerano astronomi dilettanti possono dedicare alcune ore al mese a osservare il cielo. Nonostante gli astronomi amatoriali non abbiano a disposizione grandi telescopi, nelle ricerche di diversi oggetti dove è necessaria una grande costanza nelle osservazioni (ma non telescopi enormi), sono fondamentali.[6] Diversi astrofili hanno scoperto numerose comete, asteroidi, supernovae, stelle variabili e possono monitorare diversi oggetti collaborando con i professionisti, che però non avrebbero il tempo per sorvegliare tutto il cielo notturno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Severus Sebokht, Description of the Astrolabe, da R. T. Gunther, Astrolabes of the World, Oxford (1932) pp. 82-103.
  2. ^ Jonathan M. Marr, Ronald L. Snell e Stanley E. Kurtz, Fundamentals of Radio Astronomy: Observational Methods, CRC Press, 2015, pp. 21–24, ISBN 978-1498770194.
  3. ^ Astronomo professione del futuro, su media.inaf.it, INAF.
  4. ^ a b c Frequently Asked Questions About Becoming an Astronomer, su noao.edu, NOAO (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2009).
  5. ^ About the IAU, su iau.org.
  6. ^ a b Philippe de La Cotardière, Dizionario di astronomia, Gremese, 2006, p. 97, ISBN 8884404215.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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