Arrigo Baldonasco

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Arrigo Baldonasco (Firenze, ... – XIII secolo) è stato un poeta italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fiorentino, o secondo alcuni studiosi pisano o comunque della Toscana occidentale,[1] sono scarsissime le notizie biografiche su Arrigo Baldonasco. Questo è quello che si ricava dalla Raccolta di rime antiche toscane scritta da Pietro Notarbartolo, duca di Villarosa nel 1817:

«Arrigo Baldonasco è parimenti nella edizione Fiorentina testé rammentata posto tra li Poeti, che fiorirono nel 1250 (...) Il Redi anche fa menzione di questo Rimatore»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

L'edizione più autorevole dell'opera di Baldonasco fu inserita da Panvini nel secondo volume della silloge La scuola poetica siciliana (1958) tra le "canzoni dei rimatori non siciliani". Di quest'autore si conservano due canzoni:

  • Ben è rason che la troppo argoglianza
  • Lo fino amor piacente

Il floruit posto nel 1250 non è privo di un'importante connotazione storico-letteraria, infatti un altro storico della letteratura, Francesco Trucchi argomenta come la fine della dinastia sveva in Sicilia costituisca uno spartiacque anche in termini letterari distinguendo gli autori della nascente letteratura in lingua volgare tra trovatori ancora imbevuti di emulazione provenzale, e poeti, aperti a nuove sperimentazioni linguistiche e tematiche:

«Dietro queste norme noi chiameremo semplici trovatori - l'imperador Federigo I - il re di Gerusalemme - Folcacchiero de' Folcacchieri - Lodovico della Vernaccia - Pier delle Vigne - Federigo II - Enzo re di Sardegna - Arrigo re di Sicilia - B. Ugo Panziera - Re Manfredi - Ranieri, e Ruggerone da Palermo - Guglielmotto d'Otranto - Guerzo da Montesanto - Ricco da Varlungo - Polo di Lombardia - Cione Baglioni - Zucchero Bencivenni - Noffo d'Oltrarno - Salvino Doni - Vanni Fucci - Arrigo Testa e Iacopo da Lentino - Passera da Lucca - Iacopo e Rinaldo, d'Aquino - Fra Pacifico - Inghilfredi, e Lanciotto, siciliani - B. lacopone - Odo e Guido, dalle Colonne - Nina Siciliana - Mazzeo di Ricco e ser Istofane, da Messina - Frate Elia - Bacciarono, Mettefuoco, e Nocco di Cenni - Iacopo Mostacci, e Galletto da Pisa - Meo Abbracciavacca, e Lemmo da Pistoia - Ser Baldo, ser Pace, e ser Bello, di Firenze - S. Francesco di Assisi, e Noffo Bonaguida - Ser Onesto, e Guido Guinizelli da Bologna, - Guido Ghislieri - Dotto Reali, Freddi, e Bonaggiunta, da Lucca - Ruggieri di Amici, e Ruggieri Pugliese - Dozzo Nori e Bandino padovano - Arrigo Baldonasco, e Paladino da Pavia - Masarello da Todi - Anselmo da Ferrara - Giraldo, e Terino, da castello - Albertino da Treviso - Paganino da Serzana - Albertuccio della Viola e Giacomino da Prato - messer Prinzivalle Doria e Messer Folco di Calabria - Ciuncio Fiorentino e Ciacco dell'Anguillara - l'incerta donna dugentista del libro reale, e la Compiuta donzella fiorentina - I due Ubertini d'Arezzo, e Lapo del Rosso Mino da Colle - Migliore degli Abati, e Bertolino Palmieri - Carnino Ghiberti e Neri Visdomini - Piero Asino e Baldo da Passignano - Messer Tomaso e Ugolino, da Faenza, i quali tutti fiorirono prima del 1260.»

Arrigo Baldonasco ricade dunque tra gli ultimi esponenti di quella scuola poetica che in Toscana riprendeva con ossequio la poetica della scuola siciliana, evidenziandone nel contempo l'imminente esaurimento.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Amos Parducci, I rimatori lucchesi del secolo XIII, Istituto italiano d'arti grafiche, 1905, p. XXVIII.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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