Arcibaldo (serie televisiva)

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Arcibaldo
Immagine tratta dalla sigla originale
Titolo originaleAll in the Family
PaeseStati Uniti d'America
Anno1971-1979
Formatoserie TV
Generesitcom
Stagioni9
Episodi205
Durata25 min (episodio)
Lingua originaleinglese
Rapporto4:3
Crediti
IdeatoreNorman Lear
Interpreti e personaggi
Doppiatori e personaggi
Prima visione
Prima TV originale
Dal12 gennaio 1971
All'8 aprile 1979
Rete televisivaCBS
Prima TV in italiano
Dalaprile 1983
Al1985
Rete televisivaCanale 5
Opere audiovisive correlate
SeguitiArchie Bunker's Place
Spin-offMaude
I Jefferson
Gloria
704 Hauser
AltreGood Times
Checking In

Arcibaldo (All in the Family), trasmessa inizialmente in Italia con il titolo Tutti a casa, è una sitcom statunitense trasmessa dalla CBS tra il 1971 e il 1979.

Ha riscosso notevole popolarità e generato vari spin-off; dopo le nove stagioni prodotte la serie madre è proseguita per ulteriori quattro stagioni con Archie Bunker's Place, segnata da un cambio della location principale e l'uscita dal cast principale di Jean Stapleton.

Nel 2002, la rivista TV Guide ha classificato Arcibaldo al 4º posto tra i migliori 50 spettacoli televisivi di tutti i tempi.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Archie e Lionel nel 4º episodio della serie.

Creato dal grande autore e produttore televisivo Norman Lear, Arcibaldo fu un grandissimo successo, raggiungendo il primo posto nella Nielsen ratings (la classifica dei programmi più seguiti) dalla seconda alla sesta stagione, prima serie a raggiungere la vetta della classifica per 5 stagioni consecutive (record successivamente eguagliato da I Robinson e superato da American Idol).

Ispirato dalla sit-com britannica Till Death Us Do Part, Lear adattò la serie per il mercato americano, decidendo quindi di introdurvi argomenti legati alla cronaca statunitense, aprendo la strada alla raffigurazione televisiva di temi precedentemente considerati non idonei per le commedie televisive, come il razzismo, il sesso, l'omosessualità, il ruolo delle donne, lo stupro, l'aborto, il cancro, la guerra del Vietnam, la menopausa e l'impotenza. Pur di non rinunciare a tutto questo, Lear nel 1975 sfidò la Commissione federale per le comunicazioni e il suo codice di censura, che aveva vietato di parlare di argomenti inadatti ai minori nella fascia oraria tra le 20 e le 21, spostando la serie un'ora più avanti. Il grande successo di pubblico obbligò la FCC a riscrivere le regole.

Dopo 9 stagioni e 208 episodi l'attrice Jean Stapleton lascia la parte di Edith Bunker, moglie di Arcibaldo. Gli autori decidono di spostare la location principale dalla casa di Arcibaldo al suo bar, modificando il titolo della serie (cosa che in Italia non è avvenuta). Edith fa ancora qualche apparizione nel corso della prima stagione di Archie Bunker's Place, ma nella seconda il suo personaggio viene fatto morire.

A Maude, cugina di Edith, dalle forti idee femministe e protagonista di grandi scontri con il cognato, nel 1972 viene dedicato uno spin-off, Maude (trasmesso in Italia anche con il titolo Una signora in gamba), che andrà in onda dal 1972 per 6 stagioni.

Vicini di casa dei Bunker sono i Jefferson, famiglia di colore composta da George, capofamiglia, Louise, sua moglie, loro figlio Lionel e, sino alla quarta stagione, anche Henry, fratello di George. Mentre Edith e Louise diventano buone amiche, i rispettivi mariti si odiano apertamente, essendo l'uno l'alter-ego dell'altro. Come per Maude, anche alla famiglia di George e Louise sarà dedicato uno spin-off, il fortunatissimo I Jefferson, in onda dal 1975 per 11 stagioni.

Nel 1982 un episodio di Archie Bunker's Place fa da episodio pilota ad un terzo spin-off della serie: Gloria, inedito in Italia, che andrà in onda per una sola stagione e che ha per protagonista la figlia di Arcibaldo dopo la separazione dal marito Mike Stivic.

Nel 1994 è addirittura la casa di Arcibaldo, acquistata da una famiglia afro-americana, ad avere l'onore di una propria serie, 704 Hauser (dal nome dell'indirizzo), prodotta da Norman Lear, ma che ebbe scarso successo e che fu cancellata per scarsi ascolti dopo solo cinque episodi trasmessi (in Italia è inedita). Lear tentò invano la carta di una sitcom ancora più politicizzata dell'originale, in cui c'è però uno scambio delle parti: i genitori operai, liberal e di sinistra, si scontrano continuamente con le idee ultraconservatrici del figlio convivente.

Inoltre sono stati realizzati due spin-off di spin-off: Good Times (da Maude) e Checking In (dai Jefferson).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il protagonista Arcibaldo Bunker, in braccio il nipotino Joey

La serie è incentrata sulla famiglia Bunker che vive in una casa situata al numero 704 Houser Street, nel Queens, New York. Nella casa convivono Arcibaldo (Archie Bunker), la moglie Edith, la figlia Gloria e il suo compagno (e futuro genero) Mike Stivic.

Archie, cinquantenne taxista, gran lavoratore e molto attaccato alla famiglia, è però bigotto, razzista, pieno di pregiudizi nei confronti di tutti coloro che non sono simili a lui. A catalizzare la sua rabbia è soprattutto il futuro genero Mike, disoccupato, progressista e di origini polacche, definito dal capofamiglia testone (meathead nell'originale).

Ma Archie ne ha per tutti: i Jefferson, i vicini di casa di colore; Frank e Irene Lorenzo (lui casalingo di origine italiana, lei meccanica d'origine irlandese), che vivono al di là della strada; Maude, cugina di Edith, tre volte divorziata e femminista.

A prendersi cura di Archie è la moglie Edith, svitata ma tenera e pratica, e spesso apostrofata da Archie con il nomignolo di dingbat nella versione originale; l'espressione, corrispondente più o meno a picchiatella, fessacchiotta, suonata, cretinetta, a differenza del succitato testone, non ebbe però una traduzione univoca nella versione italiana.

Edith ha in Louise Jefferson la miglior amica, mentre i loro rispettivi coniugi, Archie e George, si odiano apertamente, essendo praticamente identici. Lionel, comparso già dal primo episodio Meet the Bunkers, è un buon amico di Mike e Gloria e riesce a tenere testa con una buona dose di sarcasmo alle considerazioni ignoranti di Archie, spesso infarcite di strafalcioni grammaticali resi talvolta anche nella traduzione italiana. I continui scontri su questioni religiose, politiche, sociali e personali caratterizzano il telefilm, che ha il grandissimo merito di essere stata la prima sitcom a portare alla ribalta i grandi temi che dominavano la scena negli anni settanta.

Cast[modifica | modifica wikitesto]

I Bunkers e gli Stivics: in piedi, Gloria (Sally Struthers) e Michael (Rob Reiner); seduti, Archie (Carroll O'Connor) e Edith (Jean Stapleton) con il piccolo Joey.

Episodi[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Episodi Prima TV originale Prima TV Italia
Prima stagione 13 1971 1983
Seconda stagione 24 1971-1972
Terza stagione 24 1972-1973 1984
Quarta stagione 24 1973-1974
Quinta stagione 24 1974-1975
Sesta stagione 24 1975-1976 1985
Settima stagione 25 1976-1977
Ottava stagione 24 1977-1978
Nona stagione 27 1978-1979

Ascolti[modifica | modifica wikitesto]

Con i suoi 30 milioni di spettatori, All in the family, è stata in patria la serie televisiva più seguita degli anni settanta.

Stagione Telespettatori Classifica ascolti[2]
Prima stagione N/A N/A
Seconda stagione 34.000.000 1
Terza stagione 33.300.000 1
Quarta stagione 31.200.000 1
Quinta stagione 30.200.000 1
Sesta stagione 30.100.000 1
Settima stagione 22.900.000 12
Ottava stagione 24.400.000 4
Nona stagione 24.900.000 11

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ TV Guide Names Top 50 Shows, Associated Press, 26 aprile 2002. URL consultato il 9 agosto 2011.
  2. ^ TV Ratings, in ClassicTVHits.com. URL consultato il 27 marzo 2011.

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