André Bauchant

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André Bauchant (Château-Renault, 24 aprile 1873Montoire-sur-le-Loir, 12 agosto 1958) è stato un pittore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Apollon Musagète (1927), il balletto di Igor' Stravinskij, con la scenografia di André Bauchant

André Bauchant fu un pittore naïf francese,[1] rappresentante di quella pittura primitivistica che ottenne grande successo negli anni tra le due guerre,[2] noto per le sue raffigurazioni di fiori, scene mitologiche, storiche e paesaggi, caratterizzate da un poetico realismo.[3][4] Lavorando come orticoltore e giardiniere, Bauchant dipinse nel suo tempo libero e divenne noto insieme a Henri Rousseau e Camille Bombois come uno dei più importanti artisti autodidatti francesi.[5] «Il modo in cui Bauchant tratta le figure, congelato in atteggiamenti che indicano un certo imbarazzo e come incastonato nel fogliame, manifesta una qualità poetica e misteriosa che a volte ricorda i dipinti medievali», scrisse la storica dell'arte Nadine Pouillon.[5]

Nato il 24 aprile 1873 a Château-Renault, in Francia, Bauchant lavorò con suo padre che era un giardiniere, curando i vivai,[3][4][1]dopo di che nel 1900 sposò Alphonsine, soggiornarono a Parigi per il loro viaggio di nozze e visitarono l'Esposizione Internazionale di Belle Arti presentata al Grand Palais, esposizione che lo impressionò positivamente;[6] inoltre a Parigi acquistò molti libri storici riguardanti gli antichi greci e romani, che lo appassionarono moltissimo.[6]

Fu chiamato a servire la patria nella prima guerra mondiale,[5] e durante il suo periodo militare, Bauchant venne addestrato come cartografo dopo che la sua abilità nel disegno fu notata dai suoi ufficiali superiori.[5][4]

Alla fine della guerra sua moglie si ammalò di una forma cerebrale di anemia con stati di depressione molto acuti, che portarono la donna ad una morte prematura, nel 1943.[6] Tempo dopo l'artista si risposò con Marie Auguste Octavie Joly.[6]

Nel primo dopoguerra, nel 1919, l'artista tornò a cercare la casa paterna, ma era stata distrutta dalla guerra, così si trasferì ad Auzouer-en-Touraine per trovare lavoro come bracciante agricolo.[5] Rimasto solo, a causa della malattia della moglie, intorno al 1920 incominciò a dipingere, da autodidatta, con candido visionarismo.[2] Nei decenni che seguirono, l'artista espose al Salon d'Automne, in particolare nel 1921 presentò nove dipinti, tra i quali Studio per un panorama della Battaglia della Marne, Panorama di Chateaurrenault e l'Incendio del tempio di Efeso, che suscitarono l'interesse di artisti e intellettuali[3][4] e ottenne il patrocinio di Le Corbusier,[4] e fu incaricato da Sergej Djagilev di progettare la scenografia dell'Apollon Musagète (1928), il balletto di Igor' Stravinskij.[5][4]

Dal 1927 iniziarono, con successo, le mostre personali.

Nel 1948 la prestigiosa Galleria Charpentier di Parigi organizzò una grande retrospettiva con duecentoquindici dipinti, per i suoi settantacinque anni e in questa occasione Bauchant venne insignito della Legion d'onore.[6]

Ancora fino agli ultimi anni di vita, Bauchant si dedicò sia alla pittura sia alla coltivazione dei campi.[6]

Bauchant morì il 12 agosto 1958 a Montoire-sur-le-Loir, in Francia.[5]

Oggi, i suoi lavori si espongono nelle collezioni del Museum of Modern Art di New York, del Baltimore Museum of Art e della Tate Gallery di Londra, tra gli altri.[5]

La sua arte si caratterizzò per l'immediatezza del linguaggio, privo di preoccupazioni culturali, per il colorito fresco e di getto, per l'incanto di una visione inedita e primitiva. Più ricche di fantasia e di candide trovate, ma anche più tortuose, sono librate nella leggenda, figurazioni mitologiche e storiche.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Studio per un panorama della Battaglia della Marne;
  • Panorama di Chateaurrenault;
  • Incendio del tempio di Efeso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) André Bauchant, su oxfordreference.com. URL consultato il 22 maggio 2019.
  2. ^ a b c André Bauchant, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, pp. 119-120.
  3. ^ a b c André Bauchant, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 maggio 2019.
  4. ^ a b c d e f (EN) André Bauchant, su artuk.org. URL consultato il 22 maggio 2019.
  5. ^ a b c d e f g h (EN) André Bauchant, su artnet.com. URL consultato il 22 maggio 2019.
  6. ^ a b c d e f André Bauchant (PDF), su provincia.torino.gov.it. URL consultato il 22 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Roger Baschet, La Peinture contemporaine, de 1900 à 1960, Parigi, Éditions de l'Illustration, 1961.
  • (EN) Oto Bihalji-Merin, Modern Primitives: Masters of Naive Painting, New York, Harry N. Abrams, 1959.
  • (EN) Richard R. Brettell, Paul Hayes Tucker e Natalie Henderson Lee, Nineteenth- and Twentieth-century Paintings, New York, The Metropolitan Museum of Art, 2009.
  • (EN) Holger Cahill, Jean Cassou, Maximilien Gauthier, Dorothy C. Miller e Dorothy Canning Miller, Masters of popular painting, modern primitives of Europe and America, New York, New York The Museum of Modern Art, 1938.
  • (FR) Édouard-Joseph, Dictionnaire biographique des artistes contemporains, Art & Édition, 1930.
  • (FR) Maximilien Gauthier, André Bauchant, Parigi, Éditions du Chêne, 1943.
  • (DE) Jürgen Kisters, André Bauchant 24 April 1873 – 12 August 1958, Heidelberg, Edition Baus, 2000.
  • (FR) Dina Vierny e Bertrand Lorquin, André Bauchant, Acatos, 1998.
  • (FR) Dina Vierny, André Bauchant - Catalogue raisonné, Benteli, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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